Vita straordinaria di Carlo Rambaldi: l’inventore di mostri (Così)

del 12 Settembre 2013

Da Così dell’ 11/09/13

“Nel corso della sua lunga carriera, Carlo Rambaldi è spesso stato definito il mago degli effetti speciali, un artigiano inventore di «pupazzi», capace di infondere un’anima, un’anima umana, a celebri personaggi dello schermo”. Esce per i tipi di Rubbettino una preziosa biografia di quello che oggi è ricordato come il papà di E.T., King Kong e Alien: Carlo Rambaldi. Una vita straordinaria (Rubbettino, pp. 144, euro 14,00). L’autore è suo figlio, Victor Rambaldi, che lo racconta come artista, come padre e come uomo. Ripercorriamo le tappe fondamentali della sua crescita, umana e professionale. A soli quattro anni il piccolo Carlo scopre di avere un talento particolare nel lavorare la creta. Crea statuine con movimenti veloci e sicuri delle dita e modella animaletti e piccoli omini perfetti attirando su di sé l’attenzione dei suoi compagni e delle maestre.
Quando non è a scuola, aiuta suo padre a riparare biciclette e anche lì dimostra una capacità fuori dal comune nel capire come funzionano gli ingranaggi e scopre che “un giro di pedale può diventare cinque giri di ruota”. Con gli anni cresce la sua passione per tutto ciò che è animato, ma sarà solo dopo la visione di King Kong, nel 1933, che arriverà un’intuizione a mostrargli quello che diventerà il suo mestiere: “In Carlo trova conferma l’idea che, nell’esperienza cinematografica, è il movimento a creare emozione”. Parte per Bologna e si iscrive all’Accademia di Belle Arti. In quegli anni il suo talento prenderà una direzione sempre più definita che lo porterà fino a Roma, e da Roma a Los Angeles. Lavora con grandi registi, da Federico Fellini a Dario Argento, da Pupi Avati a Pier Paolo Pasolini.
Ma la svolta, quella che gli cambierà la vita portandolo dove non avrebbe mai immaginato, arriverà con una telefonata: Mario Chiari gli chiede di partire immediatamente perché Dino De Laurentis sta girando King Kong, ma il “mostro” costruito dagli americani non funziona. È la sua grande occasione. Sarà proprio quel mostro che lo aveva tanto impressionato da bambino a offrirgli l’opportunità di realizzare il suo sogno. In quegli anni sarà fondamentale la presenza di Bruna, la donna conosciuta da ragazzo che gli darà tre figli e la forza di credere sempre nel suo talento. I successi arriveranno uno dopo l’altro. I più grandi registi faranno a gara per averlo: sarà la volta di Steven Spielberg e di Ridley Scott e quindi di E.T. e di Alien. Carlo dimostrerà di essere un maestro nella sua professione, stimato in tutto il mondo. Oggi lo ricordiamo come l’inventore di mostri che con la sua arte ha saputo farci sognare.
E pensando a lui, adesso che non c’è più, mi viene in mente il finale di Big Fish: sembra quasi di vederlo, fiero e felice, incamminarsi verso un nuovo mondo mentre, alle sue spalle, i suoi mostri – un po’ tristi e un po’ increduli – salutano il loro creatore per l’ultima volta.

DI FRANCA CRIBARI

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