Togliamo i soldi e scacceremo i ladri (Corriere della Sera)

di Dacia Maraini, del 2 Ottobre 2012

Dal Corriere della Sera – 02 ottobre 2012
Finalmente i cittadini italiani sembrano essersi svegliati. Ci sono voluti gli scandali. Alcuni politici, presi in fallo, si indignano perché la politica «oggi la fanno i magistrati». Ma se non fosse per loro non sapremmo niente sulle malefatte dell’amministrazione pubblica. In un Paese in cui la politica è debole, per forza di cose diventano forti altre istituzioni. E dobbiamo ringraziare la magistratura per avere difeso la sua indipendenza. La politica, si è scoperto, ci costa quanto avere due famiglie a carico. Fra deputati, ministri, sottosegretari, presidenti di Regione, e di Provincia, sindaci, consiglieri, assessori regionali, provinciali, comunali, consigli di amministrazione, consulenti ecc., contiamo su 143.936 cariche pubbliche. Per un costo più o meno di 772 euro a contribuente. E questo in un momento di crisi in cui si chiedono ai cittadini sacrifici enormi, in cui la crescita è ferma, in cui il debito pubblico aumenta vertiginosamente.

Solo le spese delle Regioni ammontano a 209 miliardi di euro. Di queste, le spese per la sanità costituiscono un quarto (45,9 miliardi). Il resto se ne va per mantenere coloro che dovrebbero occuparsi del benessere dei cittadini. Gli sprechi peggiori li scopriamo nella elargizione di consulenze infinite, di contributi da centomila euro in su per sagre e fiere locali (che portano voti), di spese crescenti per le tantissime sedi all’estero (150 ambasciate regionali, di cui solo quella del Veneto a Bruxelles è costata 3 milioni).

Per non parlare degli affitti per sedi di rappresentanza: la Regione Lazio, per esempio, dispone di 13 fabbricati a uso residenziale e 367 appartamenti. Nonostante questo, ogni anno spende 20 milioni di euro per affittare altri immobili. Le auto blu: altro spreco enorme. Leggo nell’informato libro di Pierfrancesco De Robertis La casta invisibile delle Regioni, editore Rubbettino, che la giunta del Veneto ne ha 370, la Valle d’Aosta 154, per una giunta di 8 membri.

Di fronte alla diffusa richiesta di tagli radicali, molti si oppongono dicendo che se la politica non venisse finanziata abbondantemente, la farebbero solo i ricchi, argomento che suona capzioso e giustificativo. Basta chiedersi chi sono coloro che ci rappresentano oggi in regime di abbondanza. Industriali, avvocati, notai, medici, professori. Non risulta che i finanziamenti abbiano aiutato i cittadini poveri e virtuosi. «I ladri vanno dove stanno i soldi – come ho sentito dire a una cittadina arrabbiata durante la bella trasmissione Primapagina di Rai3 -, togliamo i soldi e scacceremo

i ladri» . Troppo facile e troppo remunerativo entrare in politica. I risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Ma senza fare del moralismo, senza predicare l’azzeramento totale delle spese politiche, possiamo però chiedere almeno due cose precise e immediate? 1° che a rappresentarci non vadano persone indagate per corruzione, ladrocinio e imbrogli vari; 2° che le spese pubbliche siano ridotte al necessario e soprattutto siano giustificate e controllate seriamente. E il minimo che si possa pretendere da una classe dirigente che ci ha portati al disastro e ora pensa di risolvere le cose proponendo ravvedimenti fumosi e a lunga scadenza.

Di Dacia Maraini

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