Un’Europa da far rinascere dal basso (Avvenire.it)

di Maria Romana De Gasperi, del 9 Giugno 2018

L’Associazione “Cento giovani” mi invita a un incontro per la presentazione di alcuni libri: il De Gasperi scrive in una nuova edizione che ho riveduto e corretto con l’aiuto di mia sorella Paola e il volume di Roncati su De Gasperi, partecipare alla ricostruzione del mondo. Questa associazione di ispirazione cattolica, fondata nel 1975 da Antonio Gerace, promuove iniziative e dibattiti culturali. Nel gennaio di questo anno ha proposto un piccolo volume di cento pagine, dal titolo È l’Europa, bellezza. L’autore sapendo bene quanto sia difficile per un giovane di oggi avere il piacere della lunga lettura, divide gli argomenti segnando accanto a ogni titolo il numero, sempre molto breve, dei minuti necessari per scorrere le pagine di cui ogni tema è composto. 
In questo modo intelligente il lettore giovane che non ha più il tempo di mettersi in poltrona e sfogliare un volume con calma e piacere come succedeva a noi di un altro secolo, può prendere visione in pochi minuti di ciò che più lo interessa, lasciando poi alla sua intelligenza o curiosità se proseguire nello studio, nell’impegno o semplicemente nel migliorare il proprio modo di vivere. Ad esempio nelle pagine di Paul Young (richiedono solo nove minuti) si ricordano gli artisti e i personaggi che hanno fatto la storia europea e che hanno dato ricchezza alla nostra vita, anche se l’Unione di oggi è vista più come necessità economica o contenitore geografico e culturale. 
Voltiamo alcuni fogli e leggiamo Manuel Serra che dice che il progetto dei padri fondatori non può e non deve andare in frantumi. Lo stesso argomento viene ripreso dalle parole di Carmen di Stromae quando scrive che «l’unione politica sembra essere ancora un tabù e che gli Stati Uniti d’Europa sembrano spariti dal dizionario politico europeo e che è necessario favorire l’integrazione dal basso, ovvero la creazione di un popolo europeo». Argomento ripreso anche da un appunto di un autore che scrive: «desidererei vedere un’Europa in cui la generazione di mia figlia sia accomunata da un bagaglio culturale fatto di tolleranza, libertà, democrazia e solidarietà». 
Nell’ultimo scritto ci sono alcune righe che ogni giovane dovrebbe leggere e fare proprie: «…abbiamo smesso di domandare cambiamento. Abbiamo iniziato a offrirlo al fianco di chi, giovane o meno, con la propria storia quotidianamente si mette in gioco perché si realizzi quello che cinici e disillusi ritengono sia irrealizzabile… che l’impegno e l’entusiasmo portano a realizzare cose che non avresti mai detto… che nel piangersi addosso non c’è scacco né vittoria. Che invece di lamentarsi e puntare il dito, alcuni trasformano la rabbia in azione… che altri offrono quello che di più prezioso hanno. Il loro tempo».

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