“Alto tradimento”, nuove verità sulla svendita dell’Italia (centronotizie-it.blogspot.com)

del 30 Maggio 2019

Angelo Polimeno Bottai

Alto tradimento

Privatizzazioni, Dc, euro: misteri e nuove verità sulla svendita dell'Italia

Ricercare e comprendere le cause di questa situazione politico economica contingente di immobilità e crisi del nostro Paese, indagare le origini del nostro malessere europeo hanno creato la necessità di proporre, soprattutto in questi ultimi mesi, una ricca e continua offerta di convegni, dibattiti e pubblicazione di libri di autori autorevoli e competenti.

Tra questi si inserisce il libro di Angelo Polimeno Bottai, “Alto tradimento – privatizzazioni, Dc, euro: misteri e nuove verità sulla svendita dell’Italia” (Rubbettino, 165 pagine) presentato nei giorni scorsi presso la sala di Spazio Europa di via IV novembre a Roma.

L’incontro, moderato dal conduttore di La7 Andrea Pancani, ha visto gli interventi dell’autore, del deputato ed economista Stefano Fassina, del direttore del Tg2  Rai Gennaro Sangiuliano, del Consigliere di Amministrazione della Rai Giampaolo Rossi e dell’economista e dirigente CONSOB Marcello Minenna.

Tra i presenti anche Federico Carli, Presidente dell’Associazione di cultura economica e politica Guido Carli.

Questo libro vuole essere una ricostruzione storica inedita dell’Italia del periodo che va dal dopoguerra ai giorni nostri e che descrive come, passato il boom economico, con Tangentopoli e l’affossamento della nascita di un nuovo grande partito moderato, si sia dato il via alla svendita dell’apparato industriale dello Stato e all’adesione alla moneta unica a condizioni inaccettabili.

Angelo Polimeno Bottai, vicedirettore del Tg1, esperto di politica italiana e internazionale, ha raccolto, studiato e ordinato un corposo dossier fatto di rivelazioni inedite e documentate, di appunti, rievocazioni e approfondimenti minuziosamente ricostruiti riguardanti le vicende sconosciute di questo periodo della nostra storia politica affidatogli da Giuseppe Guarino, personalità di prim’ordine, ma non completamente conosciuto per il suo faticoso lavoro istituzionale.

Grande giurista, docente universitario, due volte ministro, con trascorsi in Banca d’Italia accanto a Guido Carli, è sempre stato Guarino, ora 96enne, un uomo di assoluta indipendenza, fuori dal controllo del sistema politico e quindi obiettivo e fattivo assertore della crescita economica del nostro Paese. La sua documentazione e il suo esteso archivio, affidati a Polimeno Bottai, sono divenuti con questo libro, un categorico “j’accuse” a quelle forze politiche e a quei responsabili di governo che hanno permesso l’infiltrarsi di forze economiche-finanziarie che hanno preso potere perseguendo un interesse  privato e non nazionale, portando l’Italia nelle condizioni di crisi che perdurano nei giorni nostri.

La ricostruzione storica, finora non ben conosciuta, è che negli anni in cui l’Italia era debole per Tangentopoli, le stragi della mafia, la speculazione sulla lira con perdita del valore del 30%, viene dismesso  alla spicciolata il grande patrimonio industriale italiano IRI, ENI e la STET contro il progetto e lo studio dell’allora Ministro alle Partecipazioni Statali del governo Amato Giuseppe Guarino.

Questi aveva progettato un piano di vendita, inizialmente approvato da tutto il governo, dal Governatore della Banca d’Italia Carlo Azeglio Ciampi, dal Psi e dal Pci, finalizzato alla massimizzazione dei ricavi per poter ripianare il debito pubblico attraverso la creazione di due grandi holding.

L’improvviso dietrofront del governo fa cadere l’operazione e Guarino viene denunciato dal suo stesso governo al tribunale dei ministri con l’accusa di alto tradimento per aver rivelato segreti di Stato.

L’alto tradimento invece, afferma l’autore, è stato fatto da chi ha impedito “la ricostruzione di un quadro politico strutturato e ha fatto saltare il lungo lavoro di ricostruzione di un grande partito stabilizzante come la Democrazia cristiana e ha spinto la svendita del nostro Paese”.

“Per superare la crisi tuttora presente, è dunque necessaria una classe dirigente di livello ma anche, e soprattutto, una opinione pubblica partecipe e vigile, con un necessario e vitale amore per il proprio Paese, che non precluda la volontà di partecipare insieme ad altri paesi  alle altre organizzazioni internazionali”.

Sulla stagione delle privatizzazioni ha focalizzato il suo discorso l’onorevole Stefano Fassina, economista e deputato della sinistra sovranista “La Stagione di privatizzazione determina un rilevantissimo impoverimento”, ha affermato, “non solo degli asset pubblici ma anche in  generale della finanza pubblica e degli assetti politici, ricordiamo la vicenda Telecom. Dal 1997 in poi c’è una famelica sottrazione di risorse pubbliche che ha visto un patto di scambio tra alcune più importanti famiglie del capitalismo italiano con la legittimazione di quello che era il governo di centro sinistra di Romano Prodi”. E in questo contesto bisogna anche interpretare il ruolo dell’informazione non esente da responsabilità.

“La lezione che colgo da questo libro è che c’è bisogno di soggetti politici che siano attrezzati sul piano della cultura politica, che abbiano una classe dirigente di qualità: se  la politica è improvvisazione, se è inseguimento quotidiano di quello che è di moda, se è debole diventa inevitabilmente strumento di disegni che non hanno nulla a che fare con l’interesse nazionale e con la patria”.

E di amore per la patria e il proprio Paese ha parlato Giampaolo Rossi, Consigliere di Amministrazione della Rai, esperto di comunicazione, dell’innovazione dei linguaggi e delle nuove tecnologie: ha richiamato nel suo intervento l’attenzione alla dedica iniziale del libro che Angelo Polimeno Bottai scrive per la madre che gli “ha trasmesso l’amore per la Patria”.

” E’ una dedica che sdogana la parola desueta e pericolosa: la patria. La patria non è un’astrazione, richiama un’idea concreta perché la patria è abitata dai patrioti. E patriota vero è Guido Carli che ha difeso la sovranità del nostro paese fino in fondo”.

“Durante l’elaborazione del Trattato di Mastricht Guido Carli, nel tentativo di arginare i processi più degenerativi che soprattutto Germania e Olanda volevano imporre al  nostro Paese, ha lottato per difendere gli interessi della Nazione. Come scrive lo stesso Carli “il Governo italiano respinge quelle proposte perché sono viziate da errori concettuali economici e politici e se le accettassimo accetteremmo di inserire nella nostra comunità il principio della sovranità limitata. Guido Carli è stato un sovranista terribile che ha difeso il principio basilare dell’interesse della Nazione”.

Ha proseguito Giampaolo Rossi , “ma c’è un altro tema fondamentale oltre agli aspetti economici, su cui porta a riflettere questo libro e cioè ” il valore della democrazia”. Oggi nella moderna Europa che valore ha la democrazia? Non credo che il modo per salvare la democrazia sia il grillismo, ma il recupero del valore delle nostre democrazie rappresentative”.

Il direttore Tg2 della Rai Gennaro Sangiuliano ha a sua volta evidenziato come il libro ripercorra una vicenda italiana attraverso la vicenda umana del Professor Guarino.

“Nocciolo fondamentale della narrazione è che l’Italia nel dopoguerra esce come paese sconfitto ma sorprende il mondo perché pur priva di materie prime, sovrappopolata, riesce a diventare una grande potenza industrializzata e capace di guadagnare quote di benessere consistenti. Nel 1961  si arriva ad una crescita del PIL del 6%, nel 1963 il professor Giulio Natta con la scoperta dei polimeri fonda la grande chimica italiana con la creazione di oltre 60 brevetti,.. i successi di Enrico Mattei, per parlare solo dei più importanti risultati, danno fastidio alle altre nazioni”.

“Altro nodo portante del libro è quello ben descritto da Angelo, quello delle privatizzazioni che secondo me di privatizzazione nel senso vero non hanno nulla. L’italia, ricordiamo, anche nel suo dettato costituzionale aderisce al modello capitalistico ma di tipo renano (Max Weber, partecipazione dello stato all’economia della nazione)”.

“La storia di Guarino, il suo paradigma personale, è quello di una gran commissario di stato  che prima di altri era in grado di intravedere le criticità del sistema Europa, come quella dell’euro e dell’unicità della moneta unica”.

“Secondo me Guarino è da inserire nella categoria degli euroconsapevoli, pronti a riconoscere valore dell’Europa ma consapevoli che accanto c’è il valore e l’interesse della nazione”.

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