Consulte inutili, garanti, difensori civici: così il politico silurato trova uno stipendio

di Pier Francesco De Robertis, del 11 Settembre 2012

Da Il Giorno – 08 settembre 2012
Nel libro inchiesta “La casta invisibile delle Regioni” di Pier Francesco De Robertis da pochi giorni in libreria, sotto esame le spese di giunte e consigli. L’autore ne svela sperperi e privilegi

Non sono solo i consiglieri regionali, gli assessori e i governatori a costare al cittadino italiano molto più della complessa e comunque esosissima macchina della Camera dei deputati. Sono tutte le prebende che per esempio ai consigli girano intorno, come i mille posti distribuiti dai governatori agli amici degli amici nei molti cda delle centinaia e centinaia di società regionali che in realtà con le regioni hanno poco a che fare (esempio: le terme, i campi da golf o gli zuccherifici). Centinaia di milioni sperperati, di cui prima o poi lo stato in qualche forma chiederà conto alle Regioni, come ha confermato ieri il sottosegretario Polillo quando a Radio Anch’io ha spiegato che «dovremo ridurre gli sprechi degli enti locali». Il Lazio è un ottimo esempio dell’andazzo. Il suo consiglio è costosissimo, ma le cariche accessorie molto di più. Nel bilancio di previsione 2012 ha stanziato (e verranno spesi, più o meno tutti) 250mila euro per il Garante dei detenuti, 200mila euro per il Difensore civico, 200mila euro per il Garante dell’infanzia, 100mila euro per la Commissione di indagine sulla sicurezza sul lavoro (quando esiste già una commissione del consiglio in materia), 250m ila euro per il Consiglio regionale dell’economia e del lavoro, 100mila euro per il Comitato delle autonomie locali, 100mila euro per la Consulta femminile, 50mila euro per il Comitato di garanzia statutaria. Tutti organismi previsti anche per le altre Regioni che infatti più o meno tutte li hanno adottati. Organismi svuotati di reali compiti e poteri, tenuti in vita solo per trovare un posto a qualcuno.

Sempre nel Lazio la governatrice Polverini (come anche Lombardia, Liguria, Veneto e Campania) ha assunto addirittura un «consigliere diplomatico del presidente» con una indennità di 154 mila euro annui (proprio in questi giorni è scoppiato il caso del presidente del consiglio laziale che si è scoperto avere ben 18 segretari e nove consulenti). E a proposito di organismi quasi sempre sovradimensionati e troppo costosi rispetto ai reali compiti, come non parlare dei Corecom, anche in questo caso utilizzati per ricompensare qualcuno (il Corecom in teoria dovrebbe occuparsi di regolare le controversie in materia di comunicazioni). Sapete chi è il presidente del Corecom dell’Umbria? Mario Capanna, l’ex leader del Sessantotto, che nel suo curriculum non pare vantare specifica esperienza in materia. Niente contro con il buon «vecchio» Mario, ma qualcuno spieghi il senso di questa (costosa) nomina se non il voler a tutti i costi trovare uno strapuntino per qualcuno che era rimasto a piedi. Cosa che succede più o meno in tutte le regioni, sia nel consigli sia nelle giunte. Luogo ideale per le «ricompense» sono le commissioni dei consigli, che vengono create ad arte per aumentare le cariche. Il Lazio ne ha 16 (ne hanno avuta una per le Olimpiadi anche quando le olimpiadi non c’erano più) contro le otto della Lombardia. La Campania ne ha creata una per «le politiche giovanili», che in anno ha lavorato quattro ore, partorendo in una riunione di 25 minuti un parere sulla proposta di legge in materia di «Istituzione del marchio etico di prodotti senza l’impiego del lavoro minori le». Ma i più divertenti sono sempre i siciliani, che hanno una commissione «per la vigilanza delle biblioteca». Che cosa vigili non è chiaro. Questi stessi siciliani che spendono 100mila euro all’anno per «le ricorrenze in onore di Piersanti Mattarella».

Di Pier Francesco De Robertis

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