Il futuro è un libro aperto. Anche al Sud. (Denaro.it)

di Antonluca Cuoco, del 22 Dicembre 2014

Da Denaro.it, il 22 dicembre

L’editore Rubbettino: l’ebook non ucciderà la carta. La cultura? Vive di mercato.
Dove si legge di più si produce di più, in Italia come in tutto il mondo. Troppo spesso, in particolare in Italia, la cultura viene vista come un bene di lusso, dimenticando che una società cresce se ha degli alti indici culturali, come confermano tutti gli studi. E per il nostro Mezzogiorno questo è ancora più importante e cruciale. Lo scenario attuale è pesante: una famiglia italiana su dieci non possiede neanche un libro in casa. E forse questo il dato che fa più effetto nel rapporto dello scorso anno, svolto dall’istat sulla lettura. L’indagine è stata svolta su 20mila persone: è emerso che i lettori sono scesi in un anno dal 46 al 43%. Diminuiscono anche i cosiddetti lettori forti, ossia quelli che leggono almeno 1 libro al mese: ora sono il 14% dei lettori. Il calo dell’indice di lettura nel 2013 ha riguardato soprattutto i giovani fra i 15 e i 17 anni, fascia d’età fagocitata dalle nuove tecnologie.
Come sempre rilevano i dati, leggono di più le donne (1 su 2) rispetto agli uomini (solo il 36%) e i libri si vendono più al nord che al sud. Le Regioni dove si legge di più sono Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia, seguite da Valle d’Aosta e Lombardia. Fanalino di coda nell’ordine Puglia, Calabria, Campania e, ultima, la Sicilia.
Le moderne innovazioni che permettono di leggere libri su svariate tipologie di supporti elettronici si sono però rivelate di aiuto alla diffusione della lettura dei libri. Internet ha stimolato la vita agli editori anche perché ha reso più agevole e immediata la libera circolazione delle idee, creando spesso un fertile humus per chi investe in libri. Se osserviamo e studiamo la storia, come sempre dovremmo conservare l’abitudine a fare, il mondo dei mezzi di comunicazione ha visto l’entrata di nuovi medium che non hanno mai completamente sostituito i vecchi, ma gli si sono affiancati.
L’ingresso di mezzi di comunicazione di ultima generazione ha portato piuttosto a una migliore ridefinizione degli spazi: la televisione non ha cancellato i giornali, ma ne ha ridefinito il raggio d’azione e modalità di fruizione. Internet ha fatto incredibilmente molto per i libri e la lettura; se pensiamo che uno dei siti più importanti è una libreria online e che ovunque nel web e sui social network si parla di libri, saggi e pubblicazioni, possiamo solo essere grati alla diffusione delle nuove tecnologie.
Vincenzo Cuoco affermò nel Saggio storico sulla rivoluzione napoletana del 1799, che nessuna rivoluzione può essere imposta, né con “la forza delle baionette”, né ad opera di “un’assemblea di filosofi” sostenendo che ogni popolo deve avere una costituzione adeguata alle proprie caratteristiche, alla sua cultura e alla sua storia.
Nel 1972 a Soveria Mannelli, un paese della Sila Piccola, Rosario Rubbettino fonda la Rubbettino Editore. In ambito filosofico, la Rubbettino ha fatto conoscere in Italia le opere principali della Scuola austriaca, Friedrich von Hayek, Ludwig von Mises, Bruno Leoni, Murray N. Rothbard e Michael Polanyi. La sua straordinaria opera di divulgazione del pensiero liberale è un caso unico in Italia, e non solo. Un editore del genere non può che essere animato da un fuoco sacro ed oggi il figlio Florindo Rubbettino lo conserva ed alimenta, anche da amministratore dell’azienda col fratello.
Comè la situazione del mercato editoriale in Italia? Che strategie aziendali perseguite?
Ci sentiamo ripetere quotidianamente che il mercato editoriale sta attraversando una crisi profonda tale da mettere in discussione l’esistenza stessa del settore per come lo abbiamo conosciuto. La verità è che è in atto un profondo cambiamento che chiama ogni attore della filiera a ripensare il modo in cui interpretare la propria professione. Una cosa è certa però: il ruolo dell’editore rimane imprescindibile. Per questo ogni strategia deve essere impostata oltre che sulla corretta declinazione anche in digitale di quello che è stato fino ad ora un mestiere essenzialmente fondato sulla carta come unico medium e soprattutto sulla qualità e la selezione delle scelte, che rappresenta la vera impronta dell’editore.
Costruire un’azienda partendo da zero, anzi dalla passione per i libri. Quanto è azzardata e complessa la scommessa di fare imprenditoria culturale in una zona così difficile come la Calabria?
Fare impresa culturale al Sud significa scontare tutti problemi del fare impresa in Italia con una intensità molto più forte che mette a dura prova la capacità di resistenza. Ma la cultura è anche un asset fondamentale che ha ancora una grande possibilità di dare molto a questi territori in termini di sviluppo e di ricadute economiche e sociali. Per questo la passione per la cultura e per i libri deve essere accompagnata da una grande consapevolezza e responsabilità sull’importanza che un lavoro come quello dell’editore può rivestire nella società.
Al Sud spesso ci si autoconvince che non ci sono alternative, rassegnandosi al destino. Senza voler minimizzare i drammatici problemi di contesto ed economici, il primo passo per venire fuori dalle crisi è però provare, riprovare ed imparare; cos’altro occorre?
Credo che l’impegno più forte debba essere volto a creare un nuovo atteggiamento più positivo nei confronti del futuro. Bisogna combattere e contrastare la retorica del declino e utilizzare a proprio beneficio l’onda di piena dell’innovazione. E poi scardinare tutti i meccanismi feudali che mortificano chi merita, chi non appartiene ai clan politico-mafiosi, chi vuole sfuggire alla cappa di protezione per affermare la propria autonomia, il proprio atteggiamento di sfida verso il futuro e la propria dignità personale. Queste persone ci sono, ma molto spesso sono costrette a scappare altrove, esercitano quella che Hirshmann chiamava l’opzione exit. Bisogna invece restare ed esercitare l’opzione voice, farsi sentire, non arrendersi e lottare per affermare che anche al Sud è possibile cambiare le cose.
Chi sceglie dessere un imprenditore culturale, cioè seguire la stessa benedetta logica d’impresa che muove tutti gli altri imprenditori ma con un prodotto culturale è sempre consapevole che suo agire avrà una forte influenza sul territorio?
Noi siamo attori economici e culturali allo stesso tempo e questa nostra natura non deve portarci a essere schizofrenici ma consapevoli che entrambe le dimensioni sono importanti per far bene il nostro mestiere. Senza applicare le logiche di mercato non daremmo continuità e solidità ai nostri progetti culturali, ma senza progetti culturali, quindi capaci di incidere in profondità, saremmo dei venditori di scatole vuote.
Un editore di successo devesser quindi un bravo imprenditore capace a leggere i segnali del mercato, farsi guidare dalla logica economica per proporre poi al pubblico un mix tra cultura di nicchia e popolare con ogni strumento disponibile. Come seguire lo sviluppo degli ebook? A quali idee e strategie pensare per il futuro?
Ci sono i libri da semina e i libri da raccolto. Quelli che hanno bisogno di tempi lunghi per affermarsi, che servono a costruire un catalogo e una linea editoriale. E ci sono libri che consentono di avere un ritorno più immediato. Entrambe le tipologie sono importanti e rivestono un ruolo importante allinterno del catalogo di una casa editrice. Leditoria di divulgazione serve anche per far avvicinare alla lettura una fascia di pubblico che altrimenti ne resterebbe tagliata fuori.
Gli ebook rappresentano il futuro, ma io vedo nel futuro anche molta carta. Cambierà il mix di canali e di supporti, ma i contenuti (e quindi il ruolo di autori ed editori) resteranno sempre fondamentali. Naturalmente stiamo investendo molto sul digitale. Proprio negli scorsi giorni abbiamo lanciato al piattaforma www.bibliotecaliberale.it un luogo di incontro, discussione, confronto e approfondimento del pensiero liberale. Grazie a un potente motore di ricerca la piattaforma si configura come la più ricca risorsa on line in lingua italiana dedicata al liberalismo. È possibile non solo sfogliare la sezione del catalogo Rubbettino dedicata al liberalismo (più di 300 titoli) ma soprattutto fare ricerche per parole chiave all’interno dei libri. Per questo motivo Biblioteca liberale è strumento di lavoro e di ricerca imprescindibile per chi si occupa di tematiche liberali.
Viviamo nel 2014 ma la discriminazione dei libri digitali si riflette sullo sviluppo culturale del nostro Paese: IIVA di un libro di carta è il 4%, quella di un ebook è il 22%. lebook non è un libro che merita lo stesso trattamento degli altri?
Certamente, e questo esempio rappresenta perfettamente la lentezza e le difficoltà con le quali la politica spesso non riesce a rispondere ai tempi delleconomia e della cultura. Per fortuna, almeno in questo caso, si sta cercando di porre rimedio a questa schizofrenia di considerare un libro cartaceo e un libro digitale come supporti cui applicare aliquote iva differenti.
Concludiamo con le letture preferite: Ultimi due libri letti ?
Robert F. Scott, L’ultima spedizione. Luca Bianchini, lo che amo solo te.
I tre testi liberali prediletti?
F.A. von Hayek, La società libera. L. von Mises, Liberalismo. L. Einaudi, Il buongoverno.
La citazione da ricordare sempre?
Non è la libertà che manca, mancano gli uomini liberi di Leo Longanesi.

di Antonluca Cuoco

Altre Rassegne