All’ombra dell’Etna, una piccola capitale dell’arte del ’900. Parola di Sgarbi (Corriere della Sera)

del 14 Settembre 2021

Linguaglossa raccoglie tracce dell’opera del celebre scultore Francesco Messina e del meno noto (ma interessante) Salvatore Incorpora, oltre a una serie di interessanti murales

Un percorso di arte e di cultura alle falde dell’Etna. Siamo a Linguaglossa, borgo di cinquemila abitanti che diede i natali allo scultore di fama internazionale Francesco Messina (1900-1995), trasferitosi a Milano all’età di trentadue anni, dopo gli studi compiuti a Genova. Nello stesso comune etneo, è vissuto e ha operato un altro scultore e pittore (nato a Gioiosa Ionica, in Calabria), meno noto del primo ma molto apprezzato. È Salvatore Incorpora (1920-2010), la cui casa-museo in via Francesco Nicolosi (uno scrigno di opere d’arte), costruita attorno ai primi anni dell’Ottocento, è tuttora abitata dal figlio Egidio. Di professione avvocato, non ha seguito la via dell’arte. Le mura domestiche, che fruirono anche da bottega-studio-laboratorio del padre, oltre a contenere le opere e i libri di Incorpora, contengono anche opere della madre dell’artista Gemma Murizzi, scultrice; e del nonno Rocco Bruno Murizzi, scultore in legno della scuola napoletana.

La storia della famiglia è raccontata da Egidio Incorpora nel libro Botteghe d’arte (Rubbettino 2021). Vite incrociate in nome dell’arte, a Linguaglossa? In verità i due personaggi mai si conobbero personalmente anche se si scambiarono numerose lettere. Tuttavia, a entrambi è dedicato il Museo «Francesco Messina-Salvatore Incorpora», sito in piazza Annunziata. È questo il punto cardine del percorso IntrArt, tutto all’interno del centro della città, che fa parte del Parco dell’Etna. Vittorio Sgarbi, che ha curato una monografia ragionata sulla produzione di Salvatore Incorpora (Silvana editoriale, 2019), dice a proposito dei due scultori: «È piuttosto significativo che a Linguaglossa abbiano operato su fronti figurativi così diversi due artisti come Messina e Incorpora. I due non erano destinati a piacersi, ma si rivelano tuttavia complementari, poiché il primo ha indagato la dimensione apollinea della bellezza e soprattutto i suoi riflessi sulla religiosità. Il secondo è un pittore civile che si occupa della concretezza dell’uomo che deve resistere a tempi difficili e porsi in una continua tensione per affermare la propria dignità e la presenza nella storia e nel suo tempo… Durante la sua lunga carriera di artista novantenne, Incorpora è rimasto sempre coerente. Pur stimolato da tanti modelli, è palese la fedeltà a una figurazione che si potrebbe definire problematica, perché non è realistica o neo-realista, ma è suggestionata dalle ricerche dell’arte del Novecento». Conclude Sgarbi: «Non si venga, dunque, a Linguaglossa per inseguire il fantasma di Francesco Messina, ma anche e soprattutto per conoscere l’arte di Salvatore Incorpora, che rende Linguaglossa una piccola capitale dell’arte del Novecento». Per le visite, rivolgersi al Museo Messina-Incorpora: numero di telefono 095 643677 (Idem per l’accesso alla casa-museo di Salvatore Incorpora).

I murales restaurati

Ciò narrato sarebbe sufficiente a stimolare l’interesse del visitatore in viaggio nei luoghi dell’Etna. Ma il percorso di IntrArt prevede altro. Ci riferiamo ai murales, dipinti nel corso di un trentennio, a partire dal 1990, prima ad opera della Pro Loco di Linguaglossa, all’interno di una manifestazione di grande interesse turistico, «La settimana dell’Etna»; poi sono stati restaurati e valorizzati a cura dell’Associazione Cultura Aetnae, che dal 2015 promuove il percorso. Le pitture murarie (firmate da numerosi artisti) vanno dall’arte naif alla più moderna street art, con richiami alla tradizione e al folklore delle genti dell’Etna. Il percorso è aperto tutto l’anno. Durante le giornate del Fai, è guidato da un membro di Cultura Aetnae, che, nel condurre i visitatori alla scoperta della street art etnea, aggiunge curiosità ed aneddoti.