Eletti e nominati, vitalizi concessi a cinquant’anni (Il Mattino)

di Diodato Pirone, del 28 Settembre 2012

Da Il Mattino – 28 settembre 2012
Il meccanismo, non c’è dubbio, è un raffinato capolavoro. Parliamo della legge regionale del Lazio 19/95 che, abolendo i vitalizi per i consiglieri a partire dalla prossima legislatura, intanto li ha assicurati anche ai 14 assessori non eletti della giunta Polverini. Iniziativa molto discussa. Ma ora si scopre che al danno era stata aggiunta anche la beffa. Già perché la legge, caso unico fra le 20 Regioni italiane, consente ai consiglieri laziali di ottenere il vitalizio a 50 anni. Insomma, Franco Fiorito, che di anni ne ha 41, fra soli nove anni – e per tutta la vita – riceverà a carico degli italiani un ulteriore premio per le sue gesta. Un privilegio – tanto più odioso se si pensa all’innalzamento dell’età pensionabile scattato da quest’ anno per tutti gli altri comuni mortali – valido solo nel Lazio. Fino alla legge 19/95, infatti, la soglia di privilegio più bassa era quella dei 55 anni. Ed era garantita ai consiglieri regionali di Calabria, Campania, Friuli, Lombardia, Molise, Puglia e Valle D’Aosta. Invece, il Piemonte e l’Umbria – almeno stando al libro «La casta invisibile», Rubbettino editore, scritto da Pierfrancesco De Robertis – da questo punto di vista sono le più serie poiché prevedono il vitalizio a 65 anni. Punto e basta.

Il Lazio invece con la 19/95 ha modo di distinguersi nettamente. Ripetiamolo la superpensione a vita, baby e ricca, a partire da 50 anni è garantita per 85 persone: 71 consiglieri eletti e 14 assessori esterni. E che vitalizio poi: 5 anni di carica danno diritto al 30% dell’indennità mensile lorda. Euro più, euro meno, si tratta di oltre 2.500 euro netti. A vita. Garantita forse non è il termine tecnicamente corretto. Già, perché, per far scattare la pensione ad una soglia d’età così bassa la legge prevede una riduzione del5% per ogni anno inferiore ai 55 anni e il pagamento di un contributo ad hoc. O forse è meglio parlare di investimento, visto che i soldi versati dal fortunato gli ritorneranno indietro moltiplicati grazie ad un favorevolissimo meccanismo di calcolo. Unico filtro previsto dalla legge: la durata in carica per almeno 30 mesi (due anni e mezzo) più un giorno.

E proprio questo dettaglio fa riflettere sul senso della rapida defenestrazione di quattro assessori annunciata ieri. I quattro, stipendio a parte, non raggiungeranno così nemmeno i 30 mesi e un giorno si «servizio» necessari per poter ottenere il vitalizio.

Ma proprio non c’è modo di rimediare? Si può superare l’ostacolo dell’ autonomia delle Regioni con un decreto del governo centrale che elimini o attenui i privilegi? «A mio giudizio si – spiega Vannino Chiti, Pd, ex presidente della Regione Toscana e ora vicepresidente del Senato – Si potrebbero fissare dei parametri massimi precisi, calcolando le spese per i consiglieri in base al numero degli abitanti, e poi dare tempo pochi mesi di tempo alle Regioni per adeguarsi». E i vitalizi? «Quelli – chiosa Chiti – andrebbero semplicemente aboliti, come per i parlamentari».

Di Diodato Pirone

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