Dissolti in una spirale nichilista (Dissipatio.it)

di Matteo Zega, del 20 Aprile 2023

L'”Uomo Indifferenziato” di Michele Silenzi (Rubbettino Editore) è vittima di un sistema che egli stesso ha creato, sospinto e annullato dalle onde dell’iper-egalitarismo, e del relativismo assoluto che a nulla crede.

È caratteristico delle epoche di decadenza confondere ed equiparare il logico e l’irragionevole: così, quando Michele Silenzi nota con acutezza che “la civiltà è differenza”, ribadisce un concetto evidente ma – nostro malgrado – non più ovvio. Tracciando un percorso critico-filosofico che muove dal primo uomo hegeliano per giungere all’ultimo uomo nicciano, l’autore confronta la volontà di riconoscimento del primo, oggi sopita, e l’inanità morale e spirituale del secondo, condizione nostra contemporanea. Se l’uomo animato da thumos è sempre stato il principale attore della storia, oggi un egalitarismo esacerbato, il rigetto delle differenze di ogni tipo e la nichilizzazione del polemos hanno ridotto il divenire storico, ormai interamente coincidente con il progresso, ad un “processo senza soggetto” in cui l’uomo, nella condizione postumana di essere generico sociale, è vittima dei sistemi che egli stesso ha posto in essere, inconsapevole oggetto di una tensione omologante che non conosce fine (nella duplice accezione di termine e obiettivo). L’approdo naturale dell’egalitarismo forzato è, secondo l’autore, un’epoca “di puro conflitto senza oggetto, senza possibilità di risoluzione se non quella che potrebbe derivare da un’indifferenziazione ultra-egalitaria, quindi mortifera”.