Pacciardi, l’ultimo mazziniano (Il Quotidiano della Calabria)

del 31 Ottobre 2012

Da Il Quotidiano della Calabria – 31 ottobre 2012
Nel salone degli Specchi gli interventi di Franco Crispini e Silvio Gambino. Incontro sulla figura del politico ricordato nel libro di Paolo Palma

Chi era Randolfo Pacciardi? Perché è importante ricordarne la figura di uomo e politico? Perché il suo pensiero è ancora attuale? E da queste domande che occorre partire per leggere il libro del giornalista parlamentare e storico dell’età contemporanea Paolo Palma, “Randolfo Pacciardi. Profilo politico dell’ultimo mazziniano” (Rubbettino). Il volume è stato presentato ieri pomeriggio nel Salone degli Specchi del Palazzo della Provincia nel corso di un incontro promosso dalla Fondazione Rubbettino presieduta da Giacinto Marra ed alla presenza dell’assessore provinciale alla cultura, Maria Francesca Corigliano. A relazionare sul politico e sul testo scritto da Palma sono stati lo storico della filosofia Franco Crispini e il costituzionalista Silvio Gambino che hanno evidenziato i diversi aspetti del pensiero e dell’azione di Pacciardi. Una figura senza dubbio complessa «con luci ed ombre – ha detto Paolo Palma – ma che certamente era un gigante di fronte a certa politica. L’averlo conosciuto e di averne subito il fascino di politico, non mi ha però proibito di essere oggettivo nell’analisi della vicenda politica che lo vede protagonista in Italia.
Un mazziniano ma al tempo stesso anche un garibaldino che lo caratterizza per essere un cospiratore di stampo ottocentesco quando diviene l’ideatore di un attentato a Mussolini». «È una lezione di storia – ha detto la Corigliano – Nonostante sia passato tanto tempo e tanti governi, le questioni di fondo rimangono irrisolte».Randolfo Pacciardi, è volontario pluridecorato nella Prima Guerra mondiale, comandante della Guerra di Spagna, Antifascista prima e padre della Costituzione poi, detestato da destra e sinistra ed infine precocemente dimenticato. «Pacciardi – ha detto Crispini – si muove nella indeterminatezza e riporta in vita il mazzinianesimo populista» ma è anche colui al quale «sfuggì – ha detto Gambino – che la democrazia era tornata perché cattolici e marxisti si sono battuti a suon di partiti nuovi». «Credo che la classe politica italiana dell’epoca ha sbagliato a schiacciarlo sulla destra sebbene egli sia stato un fervente antifascista. Questo errore, commesso dalla Dc e Dal Pci non ha consentito la nascita del presidenzialismo che Pacciardi auspicava ed alla fine dell’invadenza dei partiti». In fondo Pacciardi è stato uno sconfitto, come chi aspira ad obiettivi elevati. Diceva: «Dicono, abbiamo la libertà. Quale libertà? La libertà di una protesta inutile come la faccio io, oggi».

Di G. F.

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