Nunnari: «Il Mediterraneo resta sinonimo di vita» (Corriere della Calabria)

del 26 Settembre 2019

Mimmo Nunnari

Destino mediterraneo

Solo il mare nostro ci salverà

«Nonostante le sue crepe, profonde e visibili, le sue contraddizioni, le crudeltà del fondamentalismo islamico, la brutalità del terrorismo, il Mediterraneo resta la più potente e universale delle forme di narrazione del lato misterioso del mondo, come ci ha insegnato Omero che, con l’Odissea, ha scritto il più grande capolavoro letterario di tutti i tempi». Così Mimmo Nunnari, giornalista Rai e saggista e autore tra l’altro del libro “Destino Mediterraneo” (Rubbettino editore) descrive il Mare Nostrum e il ruolo che può continuare ad avere ai tempi nostri. «Quando le risposte della storia lasciano perplessi – afferma – il mito infiamma la fantasia e diventa la spiegazione che sta alla radice di bellezza, arte e scienza. Il Mediterraneo, nonostante sia “disordine”, come dice Tahar Ben Jelloun, e anzitutto sinonimo di vita, pur con tutte le sue lacerazioni». Per Nunnari, «il Mediterraneo non è solo una nozione geografica, ma un vecchio nome, che si porta dietro la storia di tre continenti e di tre insiemi di civiltà; un patrimonio culturale che, in un futuro che si presenta pieno di incognite, nel mondo che naviga a vista, impaurito e rinchiuso nei suoi falsi valori ingannatori, rappresenta l’eredità che ci può salvare». Secondo Nunnari «il Mediterraneo è un enigma meraviglioso». «Ambiguità e splendore – chiarisce – si mescolano nel mondo mediterraneo. Alla seduzione del Mediterraneo enigmatico, è sempre stato difficile, per tutti, resistere. malgrado un’attualità inquieta, fatta di fuochi ribelli, fughe disperate, naufragi sgomenti, guerre, questo mare antico resta la metafora della vita dell’uomo di tutte le latitudini: resta il mare che sempre rinasce e ricomincia ed a cui l’Europa, immemore, egoista, e impaurita, deve tutto».
«Le definizioni di Mediterraneo – sottolinea – sono innumerevoli: enigma meraviglioso dell’immaginazione, universo che attrae e respinge allo stesso tempo, punto di interrogazione dell’esistenza umana, luogo dell’analogia e della differenza, della follia dei conflitti, della nascita del pensiero, del teatro, della tragedia, svelamento della verità, modo di essere, vivere e amare, morire. Epicentro di fermenti epocali, violenza, santità, martirii e delle religioni monoteiste: cristianesimo, ebraismo, islamismo; e poi, ancora, spazio d’incontro tra l’Europa e l’Africa, punto d’inizio delle navigazioni, delle partenze dei popoli verso nuovi destini». «E tutto, racchiuso, in questo lungo rosario di descrizioni – conclude – (alcune fantastiche) il senso dell’anima, della bellezza e delle contraddizioni di un mare vecchio di più di venticinque milioni di anni. Appunto, un enigma meraviglioso».

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