“L’Europa secondo me” (La Voce di Romagna Rimini)

del 11 Giugno 2015

Da La Voce di Romagna Rimini del 11 giugno

È appena uscito nelle librerie un nuovo libro di Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e del Gruppo Cassa di Risparmio di Ravenna Spa. Il libro si intitola “Nuova Europa o neonazionalismo” (Rubbettino, € 10,00 – Pagine 119, i diritti d’autore sono devoluti da Patuelli alla Confraternita della Misericordia di Bologna). “L’Europa è stata ed è un sogno di libertà. Uno sogno di libertà vissuto intensamente soprattutto nelle fasi più dure e buie, mentre la sua recente rapida realizzazione nell’ultimo quarto di secolo l’ha resa difficilmente comprensibile, dominata da tecnicismi destinati a pochi e spesso apparentemente astratti a confronto con le forti problematiche del momento. Insomma, l’Europa, da grande sogno di libertà, si è trasformata in un disegno confuso, incompiuto e assai spesso percepito come luogo di burocrati, lontana dai diritti e dai bisogni dei cittadini. Perché ciò è avvenuto? Si possono recuperare gli alti ideali originari? E’ ancora possibile?”. La risposta dell’Autore a questi interrogativi è che sì, è possibile: occorre rimettere in ordine le idee, ricordandoci da dove veniamo e come è stato complesso e tortuoso il cammino finora realizzato. Occorre un momento ricostituente per la nuova Europa, facendo convergere le istanze degli Stati nazionali e del Parlamento europeo per l’adozione di una vera Costituzione europea. Patuelli ricorda che “il costituzionalismo è la via maestra per le democrazie e le libertà”. L’alternativa è sempre più, sottolinea Patuelli, “fra la nostra Europa delle libertà e gli estremismi religiosi e intolleranti”. L’Europa, quindi, trasformata in un disegno confuso, incompiuto e incompreso, deve tornare ad essere protagonista, luogo di principi ed espressione di valori di civiltà superando le contraddizioni che fino ad oggi hanno frenato il processo di evoluzione dell’Unione Europea. Gli interrogativi che Patuelli pone al lettore sono, quindi, ancora più ambiziosi: “Quale Europa” vogliamo e “Europa come”. E’ dalle risposte a queste domande, dalla forza ed energia che i Paesi metteranno in gioco per delineare un futuro ideale al disegno incompiuto che dipende, infatti, il futuro dell’Europa. La grave crisi economica, le disarmonie che persistono nelle regolazioni dei vari Paesi e che hanno portato e far emergere forti contraddizioni, ricorda Patuelli, hanno reso ancora più difficile delineare un percorso di unione, raccogliere le forze e completare il disegno originario. Ma il mònito dell’Autore è chiaro e netto: oggi più che mai dobbiamo recuperare tutte le energie possibili, indagare con senso critico perché l’Unione Europea è divenuta quella che osserviamo e ripartire da lì. Non per demolirla, per demonizzarla, ma per migliorarla alla luce dell’esperienza realizzata, anche attraverso la verifica critica costruttiva dei Trattati vigenti che sono mossi da giuste intuizioni ideali, ma che possono essere invecchiati ed aver prodotto meccanismi di funzionamento da rivedere. “Non si tratta – osserva Patuelli – di ricercare ottusamente più Europa o più sovranità nazionali: occorre anteporre la capacità critica, al tempo stesso memore e lungimirante di costruire un avvenire che dia prospettive di miglioramento. Bisogna non ripiegarsi su un pessimismo sterile e inconcludente, ma occorre costruire nuove prospettive con lucidità intellettuale e forte determinazione. Non bisogna rassegnarsi mai alle difficoltà, ma rispondere con nuova energia positiva”.

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