Quelle terribili “Anime Nere” (Gazzetta del Sud)

di Tonino Licordari, del 25 Giugno 2014

dalla Gazzetta del Sud del 25 Giugno

“La diffidenza ha ritardato di tre anni il progetto cinematografico. La produzione e il regista Francesco Munzi volevano girare gli esterni tra Roma e l’Abruzzo. Alla fine sono riusciti a convincerli, la Locride era la location naturale. Adesso sono tutti soddisfatti per aver seguito il mio consiglio”. Parla così Gioacchino Criaco, l’avvocato-scrittore (ma che ora si definisce “scrittore a tempo pieno”), autore del romanzo Anime nere, del quale sono in corso le riprese dell’omonimo film che dovrebbe andare nelle sale il prossimo autunno, distribuito dalla Good Films. Il romanzo, pubblicato nel 2008 da Rubbettino, è stato tradotto in diverse lingue ed ha venduto molto anche in Francia. Racconta una storia di ‘ndrangheta ma l’obiettivo dell’autore, originario di Africo, è un altro. “Con questa opera – dice – ho voluto dare un messaggio ai ragazzi della Locride e di tutta la Calabria. Tanti di questi giovani, anche se crescono in famiglie e ambienti difficili, possono reagire e diventare soggetti positivi. Io stesso ho dato l’esempio”. Il regista Francesco Munzi, del quale ricordiamo film come “Saimir” e “Il resto della notte”, aveva in mente un altro progetto cinematografico, la letture del libro Anime nere gli ha fatto cambiare opinione. Contatta Criaco al quale però esprime tutte le sue perplessità: “Girare ad Africo, nella Locride, un film che affronta il tema della ‘ndrangheta può essere rischioso”.
“Erano convinti – sottolinea Criaco – di non trovare certo tappeti persiani ad accogliere la troupe. Tutt’altro. Sono stato cocciuto, convinto dell’ospitalità e del carattere della mia gente ed ho vinto una grande scommessa, soprattutto per l’intero territorio della Locride”.

“Essere parlati”
Non diceva forse Corrado Alvero che “i calabresi vogliono essere parlati?”. Munzi forse non lo sapeva. In effetti tutti gli esterni sono stati girati nella Locride. Adesso rimangono gli ultimi giri di manovella a Roma, Milano e in Sudamerica dove la troupe sarà impegnata una settimana. “Io mi trovo sul set a seguire le ultime battute. Ancora il regista, gli attori e gli addetti ai lavori mi parlano di questa esperienza meravigliosa tra la gente di Africo e della Locride, hanno potuto far rivivere nel film non solo le località ma anche gli usi, i costumi, il dialetto stretto della gente di questo angolo di Calabria. C’è stata una collaborazione piena, tanta gente del posto ha accettato di fare da comparsa. Nel complesso hanno lavorato almeno 200 persone tra operai, autisti, collaboratori vari, figuranti. Regista e troupe sono rimasti incantati dalla stupenda bellezza dell’Aspromonte. Sono state girate scene ad Africo Vecchio, Casalnuovo, al Carruso e in altre zone amene e sconosciute ai più come la pineta di Bova. Il film promuoverà le bellezze della nostra terra, ci saranno immagini mozzafiato, grazie anche alla bravura del direttore della fotografia Vladan Radovicic”.
Chiriaco è convinto del successo del film. “La produzione è una garanzia. Si sono messi insieme Rai Cinema, Cinemaundici e un produttore francese. Gli attori principali sono Marco Leonardi, Peppino Mazzotta e Fabrizio Ferracane che interpretano i tre fratelli Luigi, Luciano e Rocco. Inoltre ci sono Barbora Bobulava e Anna Ferruzzo. Diversi gli interpreti calabresi oltre a Leonardi e Mazzotta, un ruolo di rilievo avranno Giuseppe Fumo di Gioia Tauro e Pasquale Romeo di Bova”. Il film non ricalca completamente la trama del libro. Per esempio i tre di Africo nel racconto di Criaco sono amici e nel film diventano fratelli. Spiega Criaco: “Il film rispetta l’anima del libro, il messaggio pure. Solo che si è reso necessario adattare l’opera alle esigenze cinematografiche”. I tre giovani di Africo appartengono ad una famiglia di ‘ndrangheta e nel loro percorso attraversano tutte le fasi dell’evoluzione mafiosa: da pastori a carcerieri dei sequestrati, si avventurano nel narcotraffico tra il Nord Italia e il Sudamerica. Ma saranno costretti a tornare in Aspromonte perché scoppia un’antica faida.

Il richiamo del passato
Come dire: è impossibile liberarsi dal richiamo del passato. L’autore per antonomasia dell’Aspromonte resta Corrado Alvaro. Criaco si ispira a lui? “Alvaro resta un punto di riferimento, anche se lui racconta un altro mondo, quello dolente dei pastori dell’Aspromonte costretti a vivere con dignità tra stenti in ambienti poveri. Io presento un mondo di persone le quali, anche se nel modo sbagliato, intendono uscire dalla rassegnazione e costruirsi il loro destino. Nel film (e nel romanzo) bisogna cogliere, infatti, questo aspetto positivo”.

di Tonino Licordari

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