L’evoluzione ecclesiale (Il Quotidiano del Sud)

di Salvatore Ferragina, del 22 Giugno 2015

Da Il Quotidiano del Sud del 20 giugno

Il rapporto tra Chiesa e Meridione, ultimamente al centro di molte pubblicazioni e spesso in rapporto al tema criminale, necessita di una riflessione ampia e articolata e che abbia la pretesa di sfidare i luoghi comuni. Il libro di Anna Vetere, “La Calabria, da periferia a luogo di riscatto” (Rubbettino Editore), presentato presso l’Auditorium Santi Petri dell’Arcivescovato, si propone proprio di esaminare con piglio critico il ruolo della Chiesa nella società calabrese, cercando di evidenziare le discrepanze esistenti tra i documenti ufficiali del Magistero e la prassi pastorale.
L’incontro, moderato da Antonio Cavallaro in rappresentanza della casa editrice Rubbettino, ha visto la partecipazione di un ricco parterre di ospiti: Mons. Antonio Cantisani, Arcivesco Emerito di Catanzaro-Squillace, don Giovanni Mazzillo, direttore dell’Itc “San Pio X” di Catanzaro, Mons. Natale Colofati, docente dell’Itc”San Pio X” e Donatella Monteverdi, coordinatrice di Libera Catanzaro.
Il libro della Vetere, nato da una tesi di Licenza in Teologia, ripercorre le tappe fondamentali e l’evoluzione dello stile ecclesiale della Chiesa calabrese, individuando un punto di svolta nel primo Convegno ecclesiale tenutosi a Paola nel 1975. Si tratta di un’analisi lucida e ad ampio raggio di un’autrice che si definisce «calabrese di sangue e per scelta», una fiera credente che non lesina critiche all’istituzione ecclesiastica colpevole, a suo dire, di aver disatteso molti dei proponimenti contenuti nelle lettere pastorali. Non per questo la scrittura di Vetere è rassegnata, anzi si pone come fine principale proprio quello di individuare dei percorsi possibili che vedano impegnati i fedeli nel perseguimento della giustizia sociale, della legalità e del bene comune.
«Dopo la lettura di questo volume – ha commentato Mons. Cantisani -io ritorno a sognare. Anna Vetere ha saputo evidenziare le potenzialità spirituali e culturali su cui costruire una Calabria migliore». Una lettura quella delle Vetere che restituisce i chiari e gli scuri della storia della Chiesa calabrese, ma anche una finestra sulla speranza per combattere fatalismo e individualismo, la mafia ma soprattutto la mafiosità. Con la voce rotta dall’emozione Anna Vetere ha ringraziato i convenuti: «In questo lavoro c’è un pezzo di ognuno di voi,- ha detto – la fede vissuta insieme consente di non aver paura di nulla, né della criminalità, né dell’omertà. Occorre costruire insieme percorsi di liberazione, la fede è la nostra via d’uscita, dobbiamo scommettere sul nostro futuro».

Di Salvatore Ferragina

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