Se l’intelligence si muove tra arte e scienza (Il Tempo)

di Maurizio Piccirilli, del 31 Marzo 2014

Da Il Tempo del 31 marzo

Metti insieme un filosofo e un prefetto esperto di intelligente e ottieni un libro che coniuga scienza e metodi di lavoro nel campo della raccolta di informazioni e analisi per la sìcurezza. Dario Antiseri, docente di filosofia alla Sapienza e Adriano Soi, prefetto e già direttore della Scola superiore dell’Amministrazione dell’Interno hanno realizzato per i tipi di Rubettino «Intelligence e metodo scientifico». Un volumetto per nulla dedicato ai soli cultori della materia. I due autori hanno sviluppato gli aspetti scientifici più rigorosi del metodo di indagine a uso dell’intelligence. «il prezzo della libertà è l’eterna vigilanza». E compito degli operatori dell’intelligence è esattamente quello di fornire informazioni al decisore politico in vista di una libera e sicura convivenza civile. È chiaro, d’altro canto, che le informazioni prodotte dall’intelligente o sono vere e proprie conoscenze oppure restano notizie campate per aria e altrettanto inutilizzabili vaghi sospetti. E siccome autentiche conoscenze sono soltanto quelle che risultano da indagini condotte con metodo scientifico, ne consegue che ogni fase del «ciclo dell’Intelligente» debba venire affrontata con coerenza logica e il più severo controllo fattuale. In breve, l’applicazione rigorosa del metodo scientifico ha da essere in funzione in ogni segmento dell’analisi. Tutto ciò nel dichiarato orizzonte di quella concezione fallibilista della scienza che vede la ricerca procedere per congetture e confutazioni, dove anche la meglio consolidata teoria resta sempre sotto assedio e dove vale l’imperativo per cui: razionale non è un uomo che vuole avere ragione, ma è piuttosto un uomo che vuole imparare, imparare dai propri errori e da quelli altrui. Il libro è ricco di citazioni da Einstein a Conan Doyle che rendono la lettura appassionante. Questi esempi introducono al «metodo di intelligente» alla valutazione delle fonti, al «circolo emeneutico» con cui si analizza la notizia. Da qui, il filo rosso sotteso alle riflessioni dei due autori di «Intelligence e metodo di indagine»: una seria padronanza del dibattito epistemologico contemporaneo si configura come un presupposto ineliminabile nella formazione professionale degli operatori dell’Intelligente – di quei servitori dello Stato i quali, talvolta anche a rischio della vita, lavorano nell’ombra affinchè i cittadini possano vivere e agire alla luce del sole, in sicurezza e libertà.

Di Maurizio Piccirilli

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