Perché una nuova storia d’Italia (Corriere.it)

di Andrea Giuseppe Cerra, del 12 Ottobre 2023

Roberto Balzani, Carlo M. Fiorentino

Storia dell’Italia contemporanea 1

Risorgimento: Costituzione e indipendenza nazionale (1815-1849 / 1849-1866)

Nel cinquantesimo anniversario dalla fondazione della casa editrice calabra Rubbettino, un gruppo di storici, con la direzione scientifica di Andrea Ciampani e il coordinamento editoriale di Maurizio Serio, si è prefissato un obiettivo di ricerca da più parti ritenuto necessario: proporre un nuovo filone di studi sull’Italia contemporanea. Un percorso storiografico al di là delle mode del momento.

«Il progetto di questa Storia dell’Italia contemporanea a più voci nasce infatti per raccogliere un’affascinante sfida culturale: connettere la ricerca scientifica alla narrazione storica e corrispondere così a una esigenza individuale e collettiva, in parte manifesta e in parte latente, che proviene da molti ambiti della nostra società», scrive Ciampani. Si registra, infatti, che se da oltre un ventennio sono assenti lavori di ricostruzione delle vicende italiane degli ultimi due secoli, non solo la ricerca storica è proseguita in maniera intensa, ma ha anche prodotto studi innovativi, in grado di offrire una maggiore capacità interpretativa della realtà nel suo divenire a chi è interessato a meditare criticamente i percorsi italiani nel contesto europeo e mondiale per giungere a formulare un proprio punto di vista.

Il primo libro della collana (complessivamente composta di quattro volumi) si intitola “Risorgimento: costituzione e indipendenza nazionale” (pp. 272, euro 28), costituito dal saggio introduttivo di Andrea Ciampani e dai saggi di Roberto Balzani “Genio ed accidentalità di una nazione (1815-1849)” e di Carlo M. Fiorentino “Percorsi per l’Unità (1848-1866)”. Il ruolo nevralgico del profilo politico si inserisce, a dire di Ciampani, nella più complessa «interdipendenza dell’azione di istituzioni e di partiti con quella di molteplici attori sociali, economici e culturali» determinando l’opportunità di «disegnare profili di sintesi, talvolta inattesi».

Nella prima parte del volume Roberto Balzani affronta i processi di maturazione, spesso difformi e competitivi, delle aspirazioni nazionali e delle richieste liberal-costituzionali, elaborati nel susseguirsi di accelerazioni e pause che segnarono gli Stati italiani nel quadro europeo. Il loro sovrapporsi, per effetto di scelte politiche e militari e di eventi accidentali, portò infine a misurare il confronto sulla modernizzazione liberale nella Penisola sul metro dell’esperienza piemontese. Nella seconda parte, Carlo M. Fiorentino segue l’evoluzione dei percorsi avviati alla fine del biennio 1848-1849, richiamando le disillusioni riformiste e le proposte di un impossibile ritorno al passato, pure presenti in vari Stati italiani a fronte della via europea all’unità nazionale perseguita da Cavour. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, il giovane Stato unitario si consolidò affrontando problemi di equilibrio interno e di dissidenza sociale, trasferendo la capitale da Torino a Firenze e combattendo la guerra per il Veneto.

Il taglio interpretativo a cui si ispira l’intera opera, come si evince dal primo volume, è fortemente legato alla consapevolezza che soltanto nel dialogo aperto alla ricerca scientifica è possibile costruire una storia dell’Italia contemporanea distante da quella linea di fuga «marcatamente teleologica presente sui mercati».

L’obiettivo è una narrazione storica in grado di accogliere la ricerca scientifica sull’itinerario compiuto dall’unificazione di un’Italia europea, scavando nei fatti e nei protagonisti della Nazione.