Gli ebrei in Sicilia nel XV secolo: un esempio di convivenza e integrazione culturale (La Repubblica)

di Redazione, del 22 Ottobre 2022

Andrea Giuseppe Cerra

La città sepolta

Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo

Il saggio di Andrea Cerra per Rubbettino ricostruisce le vicende della comunità di Catania

La comunità ebraica di Catania, a differenza di quanto accadde in Castiglia e Aragona, vide l’applicazione dell’Editto di Granada in Sicilia soltanto tre mesi dopo. Non a caso, il ceppo giudaico originario definisce la Sicilia ‘Achèr Israel’, ovvero ‘Altro Israele’. Ciò ci permette di ipotizzare un particolare ruolo della comunità ebraica relativamente al tessuto economico e sociale siciliano e, specificatamente, catanese.

L’ipotesi generale intorno alla rilevanza economica e sociale della comunità ebraica catanese è confrontata ne La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo di Andrea Cerra (Rubbettino, prefazione di Asher Salah) con l’accurata storiografia, sia in forma bibliografica che in forma archivistica, allo scopo di elaborare nuove ipotesi interpretative che diano ragione della sopravvivenza di modelli culturali e comunitari ebraici nell’area etnea.

La Sicilia, “Achèr Israel”, sembra così, se non un luogo ideale, un contesto nel quale da secoli gli ebrei convivevano con le altre etnie presenti utilizzando forme organizzative, di amministrazione della giustizia, di culto proprie, e assumendo un ruolo di rilievo all’interno dei diversi tessuti urbani, al contempo separati e profondamente uniti al milieu cittadino nel quale erano radicati.

La comunità ebraica di Catania, a differenza di quanto accadde in Castiglia e Aragona, vide l’applicazione dell’Editto di Granada in Sicilia soltanto tre mesi dopo. Non a caso, il ceppo giudaico originario definisce la Sicilia ‘Achèr Israel’, ovvero ‘Altro Israele’. Ciò ci permette di ipotizzare un particolare ruolo della comunità ebraica relativamente al tessuto economico e sociale siciliano e, specificatamente, catanese.

L’ipotesi generale intorno alla rilevanza economica e sociale della comunità ebraica catanese è confrontata ne La città sepolta. Politica e istituzioni degli ebrei a Catania nel XV secolo di Andrea Cerra (Rubbettino, prefazione di Asher Salah) con l’accurata storiografia, sia in forma bibliografica che in forma archivistica, allo scopo di elaborare nuove ipotesi interpretative che diano ragione della sopravvivenza di modelli culturali e comunitari ebraici nell’area etnea.

La Sicilia, “Achèr Israel”, sembra così, se non un luogo ideale, un contesto nel quale da secoli gli ebrei convivevano con le altre etnie presenti utilizzando forme organizzative, di amministrazione della giustizia, di culto proprie, e assumendo un ruolo di rilievo all’interno dei diversi tessuti urbani, al contempo separati e profondamente uniti al milieu cittadino nel quale erano radicati.

Il volume ricostruisce le vicende della comunità ebraica di Catania nel XV secolo, nel più ampio contesto delle giudecche siciliane, sino all’applicazione dell’editto di Granada. Ne emerge un’immagine nitida della communitas judaica etnea, degli spazi fisici che occupava e del ruolo istituzionale, economico e sociale che ricopriva; l’affresco di una comunità operosa e integrata, seppure inevitabilmente caratterizzata da forti tratti distintivi.“Nello scrivere la storia della presenza ebraica a Catania nel tardo Medioevo è necessario talvolta rinunciare all’ottimismo che accompagna di regola le ricostruzioni storiografiche di un passato non tanto remoto da essere completamente avvolto dalle incertezze dei miti fondativi” spiega Asher Salah nella prefazione. “Chi desidera avvicinarvisi si trova invece spesso costretto ad adottare la prospettiva dell’archeologo che riesuma i reperti incongruenti di una civiltà travolta da un improvviso quanto brutale cataclisma. L’immagine della “città sepolta”, scelta da Andrea Giuseppe Cerra, sulle orme di C.W. Ceram, per descrivere quanto rimane della Catania ebraica medievale, non va dunque intesa solo come metafora del lavoro dello storico intento a ricostruire la storia sulla base di testimonianze inevitabilmente frammentarie e incomplete, ma corrisponde, in senso assai letterale, all’immensa lacuna lasciata nelle fonti da una lunga serie di eventi catastrofici”.

Andrea Giuseppe Cerra è dottore di ricerca in Scienze Politiche presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania. Ha condotto studi sull’istituto autonomistico siciliano, sulla storia di genere nell’età risorgimentale e sulla dimensione politico-istituzionale di alcune comunità ebraiche in Sicilia. Nel 2020 è stato Doctorant invité all’Université Paris Nanterre. È membro del Comitato di redazione delle riviste Annali della Fondazione Ugo Spirito e Renzo De Felice e Il Pensiero Storico. Rivista internazionale di storia delle idee.