Il Liberalismo «sconosciuto» (La Gazzetta del Mezzogiorno)

di Vito Antonio Leuzzi, del 22 Giugno 2015

Da La Gazzetta del Mezzogiorno

L’obiettivo di abbracciare in un organico quadro d’insieme la complessa storia del liberalismo italiano e delle sue figure più rappresentative sembra pienamente conseguito con la recente pubblicazione del secondo tomo del Dizionario del Liberalismo italiano Tomo II (Rubettino Editore, Soveria Mannelli, pagg. 1183 euro 48. opera coordinata da Giampiero Berti, Dino Cofrancesco, Luigi Compagna, Raimondo Cubeddu, Elio d’Auria, Eugenio Di Rienzo, Francesco Forte, Tommaso Edoardo Frosini, Fabio Grassi Orsini, Giovanni Orsina, Roberto Pertici).
A distanza di quattro anni dalla presentazione del primo volume – edito nel 2011 in occasione dei 150 anni dell’Unità italiana – questa muova opera, promossa dall’Istituto per il pensiero liberale, diretto dal prof. Fabio Grassi, rilancia l’attenzione storiografica nei confronti del liberalismo, spesso tenuto in ombra nel dibattito culturale novecentesco. Affollano il volume le biografiche di grandi statiti dell’Italia unita, tra cui Cavour e Rattazzi, di primi ministri dell’Italia liberale, De Pretis, Crispi, Zanardelli, Giolitti, ed ancora di economisti, filosofi, poeti e scrittori, storici, giuristi, giornalisti, ambasciatori, nonché di antifascisti e costituenti dell’Italia repubblicana.
Una delle caratteristiche di fondo di questa ricognizione generale dell’arcipelago liberale, come sostengono i rappresentanti del Comitato di coordinamento, è la visione aperta, aliena da rigidi classificazioni, del pensiero e della cultura liberale nazionale in circa due secoli di storia.
i 394 nomi contemplati dal Dizionario hanno segnato lo sviluppo ed il progresso della società nazionale, maturando «la convinzione di essere una élite che aveva l’orgoglio di aver adempiuto ad una missione o di poterla completare». La difesa delle libertà fondamentali nella vita politica ed economica, l’affermazione della libertà delle culture, di stampa, di opinione e l’impegno etico-civile costituiscono alcuni principi guida dei liberali italiani.
In questo vasto panorama della classe dirigente nazionale, la Puglia include figure eminenti di patrioti tra cui: Sigismondo Castromendiano, eletto deputato nel collegio di Campi Salentina nel gennaio del 1861; Giuseppe Pisanelli originario di Tricase impegnato in una vasta opera di riforma dei codici; Giacomo Filippo Lacaita di Menduria, che svolse una intensa aziona diplomatica tra Inghilterra e Italia nel corso del Risorgimento; Francesco Saverio Altamura, un artista-pittore di Foggia; Salvatore Cognetti De Martiis di Bari, uno dei fondatori dell’economia politica e della storia economica, ed in particolare Maria Antonietta De Pace di Gallipoli, educatrice, seguace di Mazzini.
Balzano all’attenzione le ricostruzioni di eminenti personalità della scienza economica liberale, tra cui il salentino Antonio De Viti De Marco, uno dei pochi docenti universitari che manifestò la sua contrarietà al fascismo, e Giovanni Carano Don Vito di Gioia del Colle, sospeso dall’insegnamento universitario negli anni trenta per la sua visione critica delle politiche monetarie del regime.
Fabio Grassi, autore di diverse voci del dizionario ha il merito di presentarci statisti ed intellettuali, tra cui diversi pugliesi o legati alla Puglia, in particolare, il diplomatico di origini salernitane, Guglielmo Imperiali di Francavilla, che si prodigò per la difesa dell’equilibrio europeo e per la delicata situazione dei Balcani in tutto il primo Novecento. In questa direzione si colloca la puntuale ricostruzione della personalità del siciliano Vittorio Emanuele Orlando, «il presidente della Vittoria», e di Antonio Salandra, originario Troia, appartenente ad una facoltosa famiglia della borghesia agraria della Capitanata, primo presidente del consiglio espresso dalla Puglia. Considerato, «uno degli ultimi eredi della Destra storica ed intransigente difensore dello stato di diritto», la figura dello statista pugliese viene efficacemente analizzata in relazione alle vicende del primo conflitto mondiale ed al tentativo, non riuscito, di dar seguito al progetto di «un grande partito liberale».
Diversi altri liberali svolsero un importante ruolo nazionale nel primo e nel secondo dopoguerra in diversi campi del sapere, tra cui il giurista Giuseppe Grassi, nato a Lecce, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà provinciale, definito da Cosima Nassisi – curatrice di diverse voci – un liberal-democratico con una visone moderna e riformatrice dell’agricoltura meridionale.
Grassi ebbe un ruolo di primo piano nel dibattito alla Costituente e nella formulazione delle linee guida dell’ordinamento Costituzionale, firmandone il testo come guardasigilli, accanto a De Nicola, De Gasperi e Terracini, al momento della sua promulgazione.
Nel volume si evidenziano l’intensa attività politica e forense di Michele De Pietro – nato a Cursi, ministro della Giustizia nella metà degli anni Cinquanta – e l’impegno civile e l’attività di ricerca dello storico Gabriele Pepe, originario di Monopoli, docente universitario a Bari; autore di volumi, elogiati da Croce, tra cui: Lo stato ghibellino di Federico II ed Il Medioevo barbarico in Italia; questo storico impareggiabile, con uno straordinario impegno civile, dedicò tutte le sue energie alla difesa della scuola laica contro la restaurazione scolastica e le invadenze della cultura clericale nell’Italia degli anni Cinquanta. L’affermazione dei valori del liberalismo rappresentò il battistrada dell’opera di Giovanni Laterza, fondatore ed artefice della casa editrice, sorta a Bari nei primi anni del ‘900, che all’ombra di Croce, – come sostiene Antonella Pompilio – svolse una opera incessante e coraggiosa di difesa della cultura non assertiva al regime.

Di Vito Antonio Leuzzi

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