Il “fenomeno” del “renzismo” (Il Quotidiano)

del 28 Luglio 2015

Da Il Quotidiano 28 Luglio

GUARDIA PIEMONTESE – Il “renzismo” inteso come fenomeno politico-culturale che ha segnato la storia degli ultimi anni del nostro Paese, sino all’ascesa a Palazzo Chigi di Matteo Renzi. Di questo si è discusso nella due giorni di quest’anno di “Culture della politica” – incontri con gli autori – giunta alla sua seconda edizione, tenutasi presso le Terme Luigiane e organizzata dalle amministrazioni comunali di Acquappesa e di Guardia Piemontese.
In prima serata le riflessioni si sono concentrate sul volume “Il nuovismo”, di Michele Prospero, filosofo politico della Sapienza Università di Roma. Un corposo e strutturato lavoro in cui l’autore inserisce il fenomeno del “renzismo” nel contesto della cosiddetta “seconda repubblica”. Coordinata dal giornalista, Attilio Sabato, la discussione è stata animata da Francesco Raniolo, neodirettore del dipartimento di scienze politiche e sociali presso l’Università della Calabria e dal saggista Antonio Tursi.
Raniolo ha messo in evidenza l’attenzione che l’autore dedica al ruolo del partito politico, non più inteso come partito di massa, essendo i modelli organizzativi diversificati. Tursi si è invece soffermato sul ruolo dei media nel definire il fenomeno del “renzismo” e sulle ambivalenze delle primarie che hanno contrassegnato la vita del Pd. Nel secondo appuntamento, la discussione ha preso le mosse dal libro di Sofia Ventura, Renzi & Co, edito da Rubettino.
Ventura, che è professore associato di Scienza Politica presso l’Università di Bologna, ha pubblicato un lavoro che analizza scientificamente le diverse forme di comunicazione di Matteo Renzi, attraverso le quali si muove con destrezza ed efficacia. Moderato dal giornalista Rino Muoio, il dibattito che ne è venuto fuori, e
al quale hanno partecipato anche Sara Bentivegna, docente presso l’Università La Sapienza di Roma e i parlamentari del PD Stefania Covello e Lonardo Impegno, ha consentito ai presenti di valutare due diverse interpretazioni dei comportamenti mediatici del premier, connessi ai contenuti della sua azione politica.
Da una parte la severa tesi della professoressa Ventura, sopportata dalla collega Bentivegna, che hanno parlato di comunicazione politica e istituzionale “pop” di Matteo Renzi , basata sugli “annunci e sui proclami”, per certi versi evolutiva ma non sovrapponibile a quella berlusconiana, dall’altra la difesa convinta dei due parlamentare del PD, che invece hanno sostenuto come nuovo ed efficace il “linguaggio autentico e fruibile” del premier e segretario del più grande partito italiano.

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