La Locride raccontata dai viaggiatori (larivieraonline.com)

di Pepè Napoli, del 26 Maggio 2019

Enzo Romeo

Dove inizia l’Italia

La Locride raccontata dai viaggiatori

“Dove inizia l’Italia”, edito da Rubbettino, è il libro di Enzo Romeo, caporedattore e vaticanista del Tg2 RAI, presentato lo scorso 18 maggio presso la libreria Mondadori di Siderno. L’incontro è stato promosso dal Caffè Letterario “Mario La Cava”. Davanti a un’attenta platea, l’autore ha conversato e relazionato sul suo nuovo saggio che riguarda la nostra terra, questo pezzo di Calabria che negli anni ’50 era chiamato “Costa dei Gelsomini” e, poi, dopo tanti fatti di cronaca “Locride”. Un lavoro storico-ambientale che, attraverso i reportage delle visite e le scoperte fatte nel ‘700-‘800 da colti aristocratici europei, racconta questa lembo di terra della costa Ionica, da cui provengono i maggiori tesori della Magna Grecia e culla del monachesimo bizantino. I racconti e gli appunti dei diari di questi turisti d’eccezione fanno pensare a tante cose che potremmo paragonare all’oggi per i ritardi e condizionamenti atavici del territorio. Come dire, cambiano i tempi ma gli ostacoli strutturali e le difficoltà storiche rimangono. Tra i turisti d’eccezione, per citarne solo alcuni, i francesi Claude Richard de Saint-Non, il filologo Paul Louis Courier, Duret de Tavel, Astolphe de Custine che descrivono le loro indelebili impressioni e la realtà dell’epoca. Altri, come gli inglesi Richard Craven e Henry Swinburne, precedettero Edward Lear (1847). Quest’ultimo, nel momento cruciale del Risorgimento nazionale e le insurrezione patriottiche avvenute nel Distretto di Gerace, percorse il circondario lasciandoci anche bellissime vedute paesaggistiche di Gerace, Canolo, Roccella, narrando il profilo sociale pervaso dal governo Borbonico e le virtù innate della gente dei luoghi visitati. Si prosegue con le descrizioni e testimonianze di personaggi e scrittori giunti sul finire dell’800. Viene ricordato l’antropologo Cesare Lombroso, presente a Gerace come Ufficiale medico che diede solo giudizi e statistiche, e, a seguire, dopo l’Unità d’Italia, Edmondo De Amicis che, in veste di sottotenente di fanteria, soggiornò per due mesi a Gerace, rievocandola nella sua prima esperienza di scrittore. Uno scrigno di persone che hanno esposto e raccontato la realtà socio-economica e l’ospitalità vissuta nella nostra terra, in un quadro di bellezza ma anche di arretratezza. Nel ‘900 invece vengono menzionati Norman Douglas con il suo diario di viaggio; l’archeologo Paolo Orsi, cittadino onorario di Locri nel 1910; lo scrittore Cesare Pavese, confinato nel 1935 tra il mare e i gelsomini di Brancaleone; il veneto Guido Piovene che negli anni ’50 scrisse della nostra terra definendola la parte più bella della Calabria ma, come hanno fatto altri turisti d’eccellenza, fissandone anche i limiti. Rileggendo questi scrittori riusciamo a specchiarci e capire gli aggiustamenti da fare per andare avanti; non si tratta, pertanto, solo una lettura nostalgica per conoscere cosa è stato detto di noi. Il saggio rimane un libro interessante, una summa di descrizioni che possono farci capire come eravamo, come siamo e come, invece, dovremmo essere.

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