La missione del medico (La Repubblica)

di SIlvana Mazzocchi, del 17 Marzo 2020

Giovanni Battista Grassi

La porta si apre

Autobiografia di un chirurgo

Essere un medico, chirurgo oncologo, trovarsi ad avere la vita dei pazienti nelle proprie mani, raccogliere la fiducia di chi soffre e spera. E confrontarsi con i famigliari che aspettano fuori dalla sala operatoria il risultato di un intervento dal quale dipende la sopravvivenza di coloro che amano. Ma, dentro quella sala, fare i conti da solo con l’esperienza e coscienza personali, con le proprie mani come strumento principe per vincere la malattia. Sulla professione di chirurgo oncologo, su quello che vuol dire studiare e lottare per poter salvare tante persone dal cancro, sul significato di essere un chirurgo oncologo, sono usciti in questi giorni due libri. In un momento in cui specialisti e medici sono al centro dell’attenzione generale, i ricordi sparsi e le storie raccolte da due figure d’eccellenza nel settore aprono una finestra davvero interessante non solo su una parte importante del nostro sistema sanitario nazionale, ma anche sui sentimenti, sofferenze e speranze dei malati e dei loro famigliari.

 Alfredo Garofalo, uno degli specialisti in chirurgia oncologica più stimati a livello internazionale, firma Con quelle mani (Emersioni) una sorta di antologia intrecciata con pezzi di vita vissuta, esperienze e traguardi raggiunti. Ma anche uno specchio  del dolore visto da vicino, e della voglia di farcela. È di Giovanni Battista Grassi, direttore scientifico della chirurgia generale oncologica  e d’urgenza nel Policlinico Nuovo Casilino di Roma, La porta si apre (Rubettino) che, con la prefazione di Carlo Verdone, racconta la quotidianità di un chirurgo attraverso le tante storie di pazienti,  dapprima sconosciuti, ma con i quali è spesso nato, in seguito, un feeling profondo.
“Ricordi   di vittorie  sulla  malattia  e  di  sconfitte  dolorose ,  ricordi   di  figli  in ansia   per  i genitori, di  compagni  di  vita che  temono  di perdere il loro  bastone  della  vecchiaia , di  genitori  disperati”.

Due libri che non raccontano soltanto il mestiere di chirurgo o le realtà delle sale operatorie, ma anche e soprattutto quello che avviene dietro le quinte. Le preoccupazioni, le emozioni, le ansie, ma anche la vita di tutti i giorni. Le soddisfazioni, i ricordi, i timori. E le speranze.

Alla luce della sua esperienza, come riassumerebbe il senso della professione di chirurgo oncologo?
Alfredo Garofalo: “Ho sempre desiderato essere medico perché mettermi al servizio degli altri era l’unico modo di dare un senso alla mia vita; approdato alla chirurgia, è stato naturale dedicarmi ai veri viaggiatori della sofferenza dei nostri tempi, i malati di cancro. Vivere da Chirurgo Oncologo ha significato camminare su quelle strade insieme a chi mi ha concesso la propria fiducia, consapevole di porre la sua vita nelle mie mani. Il malato che si rivolge a noi sa che soltanto la chirurgia è in grado di assicurargli la guarigione: dobbiamo essere sempre disposti al colloquio, il nostro approccio deve essere empatico, sincero ma non crudo, rassicurante ma non consolatorio.
Al tavolo operatorio bisogna essere obiettivi ed equilibrati, coraggiosi da affrontare in sicurezza le difficoltà, senza farsi prendere dal delirio di onnipotenza di fronte a situazioni impossibili da affrontare.
La ricerca infine è un aspetto fondamentale della nostra professione: il Chirurgo che si cimenta con il cancro non è solo un Chirurgo, ma un Oncologo Chirurgo, in grado di comprendere i risultati della ricerca di base e di integrarli nella sua pratica quotidiana, contribuendo al loro sviluppo con la sua esperienza e rigore intellettuale”.

Giovanni Battista Grassi: “La risposta  sta nel titolo del  mio libro, La porta si apre. Per un chirurgo oncologo la  porta  che  si apre e’ una  costante , la porta  dell’ambulatorio,  dello  studio, della sala operatoria  al termine di un intervento …Ogni volta una  sensazione diversa, ogni volta un’emozione  intensa. La porta  si apre ed entrano i pazienti,  a  volte  soli, a volte  circondati  dall’amore di una  famiglia, di un genitore, di un figlio;  e il  chirurgo  deve parlare ,  spiegare ..e  il parlare diviene  difficile   e  i  familiari ti  guardano  con occhi interrogativi ; una parola fuori posto  puo’ creare panico o allarme.
Poi la  consueta  riunione  con gli altri colleghi del team oncologico per decidere la  strategia  piu’ corretta …  e  poi  la Sala operatoria. Quando  sei in sala operatoria e  sai che quella persona si e’ affidata  completamente a te altre sensazioni  scorrono  nella tua  mente .
Quando poi, a  intervento  finito, esci dalla sala operatoria e i familiari  son tutti lì che aspettano che tu parli ….. altre sensazioni forti;
E poi l’indomani le spiegazioni al paziente; devi  spiegare con calma, con parole semplici, cosa  hai fatto, com’è  la sua situazione e  devi tener duro  quando  , guardandoti negli occhi,  sembra volerti chiedere  “ne uscirò?”.
 E, quando sei solo con te stesso e pensi e ripensi, tanti se e tanti ma..tante preoccupazioni… un nodo in gola che tenti di dissimulare a te stesso prima che agli altri. Ecco, questo è il senso della professione del  chirurgo oncologo oggi dal mio punto di vista”

Tanti ricordi e tante storie. Perché un libro?
Alfredo Garofalo: “Il libro rappresenta una lunga pausa di riflessione dopo una vita vissuta di corsa, interamente dedicata ai malati e alla ricerca. Tanti anni di sacrifici di cui hanno fatto le spese famiglia e figli, cresciuti con un padre spesso assente o troppo stanco.
Ho cercato di raccontare com’è cambiata la figura del Chirurgo in questi anni, nell’ambito di un Sistema Sanitario sempre alla ricerca di nuovi equilibri. Ho cercato di descrivere il microcosmo rappresentato dall’Ospedale, con i suoi drammi e le sue gioie, soddisfazioni, invidie, prevaricazioni e ingiustizie. Il libro è un tributo a tutti coloro che lavorano nella Sanità Pubblica, medici e infermieri che lottano con abnegazione per assistere i malati nonostante turni di lavoro massacranti, carenze di organico e di materiali, stipendi inadeguati, istituzioni assenti.
È un’esortazione e un monito ai giovani che si avvicinano alla Chirurgia Oncologica, perché esercitino con amore e passione questa professione fatta di mente, cuore e mani che la rendono il mestiere più bello del mondo.
Infine è un grande grazie ai malati che si affidano a noi, che con un sorriso ci regalano forti emozioni e danno un senso alle nostre fatiche. E questa è la nostra più grande ricompensa.

Giovanni Battista Grassi: “Ricordi,  tanti  ricordi   dall’inizio  della  carriera nel  pronto  soccorso  di un grande ospedale romano negli  anni di piombo  della  nostra  Repubblica fino alle  corsie  degli  Ospedali con i malati  di  cancro. Ricordi di pazienti  sconosciuti  da  cui sei stato  fatalmente  coinvolto  e  con cui, nel tempo, e’  nato un feeling profondo e per i quali  tu  sei  diventato  un punto di riferimento  importante.
Ricordi   di vittorie  sulla  malattia  e  di  sconfitte  dolorose,  ricordi   di  figli  in ansia   per  i genitori, di  compagni  di  vita che  temono  di perdere il loro  bastone  della  vecchiaia, di  genitori  disperati  per un figlio. Ricordi   di  amici  con cui  hai trascorso parte della tua  vita, fra  i banchi di scuola, nelle aule universitarie,  sui  campi  di  calcio, nella tua professione di tutti i giorni, talora i primi amori   che  rivedi  dopo tanto  tempo che  si rivolgono  a  te  per un problema  oncologico  grave. Allora,  quel  nodo  in gola  si ripresenta  ancora piu’ pressante ed e’  difficile  tenere  a  bada  le  emozioni. E non è vero  che  ci si fa l’abitudine …anzi.
Ricordi  di donne che ti hanno preso in braccio da  bambino e che ora  si rivolgono a  te per un problema  grave.
Ma  il perché  del  libro, il perché di tante storie  vere, il messaggio  più  importante è che  sì,  è vero  di cancro  ancora  si muore, ma si guarisce anche e sempre di più grazie agli straordinari  velocissimi  passi  in avanti della ricerca. Noi tutti dobbiamo  aiutarla  con una  prevenzione   accorta , intelligente:  esami mirati, stile di vita  sano, alimentazione equilibrata, attività  fisica, controlli frequenti”.

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