A Gioiosa Jonica l’impegno giornalistico di Marco Lupis (larivieraonline.com)

del 24 Aprile 2018

Marco Lupis

Il male inutile

Dal Kosovo a Timor Est, dal Chiapas a Bali le testimonianze di un reporter di guerra

Dimenticare o ricordare? E’ questo uno dei grandi dilemmi difronte al quale l’uomo di oggi, ma si può dire da sempre, corre il rischio di smarrirsi. Perché se da un lato, come diceva Agostino, la memoria è il ventre dello spirito, solo la fragilità della memoria, di cui parlava Bertolt Brecht nel suo Elogio della dimenticanza, dà forza agli uomini. E proprio lungo il crinale di questo dilemma si è dipanata, sabato scorso, la presentazione de “Il Male Inutile”, Rubettino Editore, di Marco Lupis organizzata dal Club per l’Unesco di Gioiosa Jonica per celebrare la Giornata Mondiale UNESCO del Libro e dell’Editoria svoltasi negli splendidi saloni di Palazzo Amaduri. E’ toccato a Nicodemo Vitetta, brillante presidente del Club, introdurre i temi della serata, partendo dal doveroso ricordo dell’Editore calabrese Luigi Pellegrini deceduto il giorno prima da sempre legato a questa terra e contribuendo non poco a produrre sana cultura a 360 gradi. L’importante iniziativa culturale ha avuto il piacere di ospitare Felice Foresta, avvocato e scrittore di Catanzaro, conversare con l’autore del libro, giornalista famoso, reporter, scrittore e, per anni, corrispondente e inviato di punta, in zone di guerra dell’Estremo Oriente, delle maggiori testate giornalistiche. Non solo un libro. Non solo cronaca e testimonianza giornalistica. L’opera di Lupis è molto di più. E’ un contributo alla conoscenza e all’indagine ma, proprio come deve essere la storia secondo gli antichi greci, anche narrazione di fatti umani e con essi di tutto ciò che li pervade: ideali, libertà, dolore, paura, morte e paura della morte. Le testimonianze di Lupis, che ha spiegato al numeroso e attentissimo pubblico presente come prenda corpo e cosa sia il demone dell’inviato, spaziano dal Timor Est, al Giappone, alle Filippine, alla Cambogia e a tante altre guerre dei nostri giorni che, forse proprio perché dei nostri giorni, rimangono confinate nell’alveo di un aureo anonimato. Di fatto non facendo conoscere retroscena, ragioni autentiche e istanze di identità compresse di tanti popoli che rimangono schiacciati non solo dal dolore di una guerra ma anche dall’assordante silenzio di un’opinione pubblica troppo presto pronta a schierarsi aprioristicamente con i più forti e con i più famosi. Le pagine de “Il Male Inutile”, quello della guerra e delle tante guerre di oggi che sembrano tutte uguali e legate da un sottile filo rosso, scorrono veloci, alleggerite da straordinari affreschi sugli stati d’animo di tanti dei numeri protagonisti che vi trovano cittadinanza (suore, giornalisti, bambini) e da momenti di autentica poesia, come quello in cui l’autore, soffermandosi a parlare del suo matrimonio, sembra scandire l’alternanza eterna tra morte e vita che si rinnova per non soccombere all’orrore della guerra. Lupis non dimentica, alla fine della propria narrazione, la sua terra di origine, la Calabria, e con essa il paese dei suoi avi, Grotteria, il luogo che lo mette nelle condizioni umane e psicologiche, dopo mille paure intime, di prendere la penna e cominciare a scrivere uno straordinario manuale di umanità. Un paese vuol dire non essere mai soli, scriveva Pavese nei suoi Luoghi della memoria. Già, ancora, la memoria. Quella che per Marco Lupis sembra essere musa e angelo della Storia.

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