Come possiamo guadagnare dai nostri monumenti? (Donna Moderna)

di Natascia Gargano, del 25 Marzo 2015

Francesco Delzio

Opzione zero

il virus che tiene in ostaggio l'Italia

Da Donna Moderna del 25 marzo

L’Italia è al primo posto per numero di siti “patrimonio dell’umanità” dell’Unesco. Ma tutta questa grande bellezza non genera una corrispondente ricchezza: 8o miliardi, pari a solo il 5,7% del Pil, nel 2013. Ricaviamo poco e investiamo ancora meno: lo 0,4% del Pil, circa la metà della Francia. Crescono, però, le sponsorizzazioni private: 159 i milioni di euro nel 2o13. Perché le aziende hanno capito che scommettere sui nostri monumenti e musei è un buon affare. Ecco come, secondo 6 esperti, possiamo guadagnarci tutti davvero.
(riportiamo i paragrafi dedicati ai nostri autori n.d.r.)

PROPONIAMO LA CULTURA ANCHE COME SPETTACOLO
Francesco Delzio manager, scrittore e autore di Opzione Zero (Rubbettino)
«In Italia c’è un’idea superata dell’istituzione culturale: viene in mente una collezione di oggetti con una targhetta, da ammirare in sacro silenzio, mentre le possibilità di fruizione oggi sono molte di più. Come Cinecittà World: inaugurato lo scorso anno alle porte di Roma, è il primo parco tematico in Italia dedicato al cinema. Disegnato da Dante Ferretti, scenografo da Oscar, trasforma in divertimento, animazione e innovazione tecnologica un luogo le endario come Cinecittà. È la strada da seguire».
COINVOLGIAMO LA COMUNITÀ LOCALE
Luca Nannipieri saggista e autore di Libertà di cultura (Rubbettino)
«Bisogna evitare che lo Stato spenda male i suoi soldi dandoli magari a musei con un solo visitatore al mese. Siccome il patrimonio artistico è dei cittadini, bisogna coinvolgerli a livello locale. Per esempio, a Volterra il teatro romano in rovina è “rinato” ospitando un festival. Il Lucca Museum si è rinnovato inventando mostre, corsi dí cucina, percorsi artistici per le scuole: grazie a una efficiente gestione da parte di privati è diventato un luogo di richiamo per i turisti e di aggregazione per le persone del posto. La soluzione è che musei e monumenti si finanzino chiedendo soldi a sponsor presenti sul territorio e vendendo biglietti. Non è fantascienza, è il futuro: la Germania lo sta già facendo. La cittadella dei musei di Berlino, in mano a privati, in 30 anni ha triplicato il numero di visitatori».

di Natascia Gargano

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