Politica: in un libro storia poteri occulti, “Cresciuti a spese democrazia” (AdnKronos)

del 17 Giugno 2018

Roma, 17 giu. (AdnKronos) – Perché in Italia il tema dei ‘poteri occulti’ è così importante? Che cosa sono veramente questi poteri, evocati un po’ da tutti, di cui però sembra nessuno ne sappia più di tanto? Domande cui prova a dare risposta un libro, appena pubblicato, che arriva in libreria proprio con il titolo ‘Poteri occulti’, per i tipi di Rubbettino, scritto dalla giornalista Stefania Limiti. “Nel libro – dice Limiti all’AdnKronos – si tenta di fare una sorta di ragionata sistematizzazione dell’argomento, fuori dalle scivolate di alcuni autori che parlano dell’argomento inconsapevolmente convalidando le campagne ‘anticomplottiste’ e dal negazionismo di altri”. Il volume nasce dalla esigenza di spiegare il significato, il contesto e le ‘strumentalizzazioni’, di una espressione troppo spesso usata nel racconto dei ‘misteri italiani’, evitando che sia esiliata nell’inutile sfera del complottismo. “Il volume è un piccolo e denso libro che parte dalle riflessioni di  Norberto Bobbio, insuperabili per profondità e lucidità, su quelli che il filosofo torinese chiamava poteri invisibili”, spiega l’autrice. Sottolineando che sebbene “sfuggente e inafferrabile per natura, l’argomento dei ‘poteri occulti’ non è aggirabile se si vuole comprendere il potere ovunque ma soprattutto in Italia”. Il saggio, che parte dalla convinzione dell’esistenza dei poteri occulti, li descrive analiticamente e analizza i tre motivi per i quali essi hanno trovato cittadinanza nel nostro Paese: “Innanzi tutto – si legge nel volume – grazie alla straordinaria forza delle mafie locali e dei gruppi massonici, che sin dalla nascita del Regno, si incontrarono con una borghesia sciatta e parastatale che preferì l’alleanza con l’illegalità piuttosto che sposare le aspirazioni ai valori democratici”. Poi, con la nascita della Repubblica, ci fu “la grande operazione di travaso degli uomini del regime fascista nei gangli nella nascente Repubblica, affinché fossero mitigati e sorvegliati gli animi più innovatori”, per arrivare alla “‘gemmazione’ di strutture e organismi illegali figli della guerra psicologica attuata in Italia sin dall’immediato dopoguerra fuori da ogni forma di ufficialità”. Si tratta di storie del passato che, secondo l’autrice, possono insegnarci molto del nostro presente: “Se guardiamo a questi eventi da una certa distanza, nel loro insieme e nella loro dimensione macroscopica, vediamo meglio come agiscono i poteri occulti che hanno un volto, una origine e una spiegazione, come quelli che hanno deviato il percorso della storia italiana ottenendo la morte Aldo Moro o facendo saltare in aria una autostrada nei pressi di Capaci dove morì non solo un nemico di Cosa nostra ma anche un magistrato che aveva capito ‘il gioco grande del potere'”. In sintesi, sostiene l’autrice, i poteri occulti “hanno reso la società più debole e smarrita, meno vivace la sua dialettica, offuscato l’interesse generale. Per questo è indispensabile riempire gli spazi vuoti della nostra memoria collettiva, dando ai poteri occulti la parte che ‘meritano’. La loro storia, infatti, appartiene non ad una vicenda criminale complessa ma è un segmento criminale della storia di questo Paese”. Anche oggi il dilagare di organismi non elettivi e non soggetti a forme di controllo democratico, legittimati dal grande potere finanziario sovranazionale, ripropone in modo drammatico e urgente il tema dei poteri invisibili e del rischio di inceppare gli ingranaggi democratici. Poteri occulti è, per questo, una sorta di ‘decalogo’ di una materia sempre attuale.

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