Siria, Tangherlini: “Nel mio libro il popolo che non abbiamo ascoltato” (dire.it)

di Alessandra Fabbretti, del 4 Marzo 2020

ROMA – “Idlib era una tragedia annunciata, ma in Italia, della Siria si parla poco e male, e quindi non è stato capito. Io ho dovuto viaggiare e studiare molto per comprendere la complessità del conflitto, ma penso sia un lavoro doveroso se si vuole informare correttamente. I mass media hanno tempi veloci, certo, e la concisione è d’obbligo. Ma la questione siriana non si può semplificare eccessivamente o si rischia di fornire un quadro parziale. Inoltre ritengo che sia un tema scomodo, per le sue implicazioni politiche, e anche questo ne limita la trattazione”. Con l’agenzia Dire parla Laura Tangherlini,giornalista di Rainews24 e autrice di

Matrimonio siriano, un nuovo viaggio’(Rubbettino Editore, 2019). Un libro in cui la cronista mescola il racconto della preparazione e la celebrazione per le sue nozze con il musicista e cantautore Marco Rò, in Umbria, preceduto e seguito dai viaggi nei Paesi che oggi accolgono i milioni di siriani esuli della guerra, per incontrarli, coinvolgerli nei festeggiamenti, renderli protagonisti. Persino le fedi e la lista di nozze pensata per raccogliere fondi e doni, poi le tappe per distribuirli.

Con questo libro – dice l’autrice – intendo raccogliere fondi da destinare ai profughi siriani in Giordania sia agli sfollati di Idlib, ma punto anche a informare le persone su ciò che accade“. I viaggi sono infatti soprattutto occasione per dar voce a decine di personaggi: dal bambino che vende rose tra le strade di Beirut, a Mariam, a cui mancano i figli grandi e i parenti lasciati in Siria. Frammenti di pensieri e discorsi che vogliono ricostruire un popolo in esilio, “che sfugge dalle cronache”. I ricavati del testo poi, conferma l’autrice, “sono impiegati per sostenere tre delle famiglie conosciute nonché le attività di una ong che si occupa degli sfollati di Idlib”.

Da questo libro, che aggiorna e integra la precedente edizione ‘Matrimonio siriano’ (Infinito edizioni, 2017), è nato anche un documentario diretto da Tangherlini, alle cui le colonne sonore ha contribuito Rò.

“Il mio amore per la Siria è iniziato nel 2009, quando andai a Damasco per imparare l’arabo” racconta la giornalista. Poi nel 2011, lo scoppio della rivoluzione popolare che diventa conflitto tra attori stranieri e gruppi armati. “Per raccontarla, serve tempo e studio – torna a ribadire l’esperta -. Ci sono tanti fattori da considerare, come gli equilibri tra gruppi etnici e religiosi“. La cronista muove una critica ai media principali italiani, che tentano “inutilmente di semplificare, a volte riducendo il conflitto a una guerra tra il presidente Bashar Al-Assad contro il terrorismo. Non si possono ignorare il ruolo di Russia e Turchia. E dove collochiamo la società civile che chiedeva riforme democratiche? E i curdi che combatterono l’Isis, ma che a volte sono essi stessi autori di violenze?”. Non solo. Guardando alla cronaca attuale, secondo Tangherlini, “è triste che i media mainstream abbiano scelto di parlare di Idlib solo quando sono stati uccisi dei soldati turchi“.

La giornalista ricorda che l’offensiva dell’esercito siriano sostenuto dalla Russia contro i gruppi armati nella provincia di Idlib, che ha prodotto anche scontri diretti con i militari turchi, ha costretto quasi un milione e mezzo di persone a lasciare le proprie case, nonostante gli appelli della comunità internazionale a risparmiare obiettivi civili e aprire corridoi umanitari. Ma per Tangherlini “era una tragedia annunciata: il trasferimento forzato delle popolazioni da tante regioni siriane verso questa provincia, iniziato anni fa con gli accordi promossi da Mosca, faceva già presagire questo epilogo”. L’offensiva di Damasco e Mosca poi, prosegue la reporter, “è iniziata ad aprile. Già allora si registrava un dramma umanitario in atto”. Tangherlini torna quindi a sottolineare l’impegno per tenere alta l’attenzione: “Con i miei libri offro dati, informazioni, testimonianze. Il mio non è giornalismo militante, ma che vuole informare“. Per questo nella versione aggiornata del libro, accanto al tema “del matrimonio di beneficenza”, già narrato in ‘Matrimonio siriano’, “mi premeva raccontare una dimensione nuova, e che considero importante: quella del ritorno impossibile per le migliaia di profughi siriani sparsi nel mondo. Nuove leggi emanate da Damasco – prosegue l’autrice – promuovono la confisca delle proprietà o consentono nuovi piani per l’edilizia che di fatto, stanno ridisegnando le comunità, consentendo solo alle persone ‘gradite’ al regime di tornare”. Per questo il “viaggio di Tangherlini” non si ferma: “Continuerò a presentare il mio libro per parlare delle tante donne, uomini e bambini conosciuti, della loro storia, raccogliendo altri fondi per proseguire le mie attività di sostegno. Il sogno, ora, è trovare un’associazione che sposi il mio progetto, per continuare a farlo crescere”.

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