Denis Verdini, consigli e lettere a Berlusconi prima e dopo il Nazareno. (Huffingtonpost.it)

del 7 Gennaio 2016

Massimo Parisi

Il patto del Nazareno

18 gennaio 2014 - 31 gennaio 2015

Da Huffingtonpost.it

I consigli e i report privati di Denis Verdini a Silvio Berlusconi: dal patto del Nazareno alla definitiva rottura con Forza Italia, passando per i commenti su Renzi e la segreteria del Pd, compresi quelli sul ministro delle Riforme Maria Elena Boschi. A riportarli è Massimo Parisi, giornalista e deputato ex Forza Italia e ora fedelissimo al gruppo Ala di Verdini, nel libro Il Patto del Nazareno, edito da Rubbettino.
Un percorso cronologico che parte proprio da inizio 2014, prima dello storico incontro tra Berlusconi e Renzi nella sede del Pd. Si legge sul Corriere della Sera
Ti consiglio di vedere Renzi a Roma, presso la sede del Pd, per una serie di motivi. 1) Sfatare un tabù: pensa al tuo ingresso al largo del Nazareno e al giro del mondo che faranno quelle immagini. 2) Questa trattativa, al di là della sostanza, che in questo caso è vita, ti riporta al centro della politica. 3) Pensa all’importanza di un incontro pubblico con il segretario del Pd, proprio nei mesi in cui volevano renderti “impresentabile” e trattarti da “pregiudicato” espulso dalla politica. Ora invece, ricevuto nella sede del Pd, saresti uno dei padri fondatori della Terza Repubblica
Migliaia di suggerimenti ed analisi che Verdini dà a Berlusconi sotto forma di promemoria. Matteo Renzi è spesso al centro dei messaggi.
All’inizio della storia Verdini descrive Renzi come «uno che, tolta la rottamazione, non si sa cosa sia. Fin qui è stato un perfetto trasformista. Ma ora dovrà aprire la scatola e verrà il difficile»
All’inizio, quindi, Renzi è solo un “perfetto trasformista”. E le stilettate di Verdini non si limitano al premier, ma coinvolgono l’intera segreteria dem.
«Non è un mirabile cenacolo di Pico della Mirandola, ma un gruppo di segretarie e segretari». Nel promemoria c’è il «boy scout» Luca Lotti, il cui «profilo appare, non solo per età e inesperienza, oggettivamente modesto». C’è Debora Serracchiani, che «studia faziosità da Rosy Bindi». C’è Marianna Madia, «così giovane eppure con una lunga vita politica alle spalle», da aver «già girato tutte le correnti del Pd». C’è Federica Mogherini «la solita solfa gnè-gnè-pacifismo-femminismo-europeismo». C’è Maria Elena Boschi che «bella è certamente bella, a dire poco. Più adatta però al tema forme che al tema riforme». E c’è Lorenzo Guerini «forse l’unico davvero bravo. Lontano dallo stereotipo del trinariciuto»
Parisi fissa la data della conversione di Verdini al renzismo: è il 7 aprile 2014 quando il mediatore si accorge che il Patto del Nazareno è a rischio. Per questo Verdini invia una lettera a Berlusconi titolata “Il pericolo di non decidere”:«Diceva Jean-Paul Sartre – sì era un filosofo comunista ma anche loro l’azzeccano – che “ciò che non è assolutamente possibile è non scegliere”. Non scegliere, per il nostro movimento politico, potrebbe essere esiziale. Ora, se è vero che i messaggi di Renzi sono slogan, sono pur sempre efficaci. Somiglia a quel genio che nel 2001 propose un patto con gli italiani…».
In un report di novembre Verdini critica Berlusconi per «un certo grado di schizofrenia politica» nel rapporto con Ncd, «forse convinti dell’ennesima favola bella che faranno cadere il governo…e che contemporaneamente modificheranno la Severino e che… gli asini volano… non tutti ma quelli rosa sì!!».
La corsa al Quirinale segna la definitiva rottura tra Renzi e Berlusconi. E Verdini invia un sms al premier.
Al termine dell’ultimo colloquio tra Renzi e Berlusconi, Verdini scrive al premier un sms: «Matteo, ti capisco ma cerca di capire la situazione. 1) Tu non hai mai messo un veto su Amato. 2) Silvio lo ha sempre messo su Mattarella. Questi sono i fatti. Ps: oggi è messa in crisi la fiducia sempre riposta in te della quale ho sempre sostenuto la sincerità». È finita.
Di lì a poco si conclude anche la storia tra Verdini e Berlusconi. L’ultimo report è datato 27 marzo e, oltre all’ex Cavaliere, ha come destinatari Gianni Letta e Fedele Confalonieri.
«Caro presidente, dopo aver buttato via il patrimonio politico del Patto del Nazareno, intendi cestinare anche l’immenso patrimonio politico che hai costruito in venti anni? Pensi davvero di poter fare una guerra senza quartiere al “dittatore Renzi” (…) mettendo il futuro del partito in mano a un mediocre sinedrio? Ma sarebbe ingiusto prendersela con loro: quello che accade è quello che tu vuoi ».

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