L’ARCHIVIO MIGLIETTA AL MUSEO MACRO ASILO DI ROMA (parlamentonews.it)

del 8 Luglio 2019

Reinventarsi un nuovo rapporto con la città, la natura, l’arte, la vita nel racconto di Fernando Miglietta con Pierre Restany il teorico ed ideatore del Nouveau Realisme. Proiezione in anteprima nazionale del filmato “Finalmente il cielo ha portato l’uomo” con un Dialogo tra Pierre Restany e Fernando Miglietta estratto del film “Restany  un portrait” di Marc Israel -LePelletier

L’Archivio Miglietta al Museo MACRO ASILO. Tre incontri, per raccontare alcune pagine inedite dell’arte italiana, tre volumi, ed altri in preparazione, scritti da Fernando Miglietta, architetto, artista, protagonista sin dagli anni settanta di un nuovo rapporto tra le arti, amico dei  maggiori artisti e teorici della cultura italiana.

Dopo gli incontri dedicati ai volumi con  Bruno Munari e con Giulio Carlo Argan, al Museo MACRO in Sala Cinema,  presentato  il terzo volume di  Fernando Miglietta, Diariodue Con Pierre Restany – L’arte della città – a cura dell’Archivio Miglietta, con contributi di Enrico Crispolti, Alessandro Mendini, e Carmelo Strano, edito da Rubbettino.  Con l’Autore, è intervenuto fra gli altri, l’architetto Franco Purini e il critico e teorico Carmelo Strano.

Nel corso dell’incontro proiettato in anteprima nazionale il  filmato “Finalmente il cielo ha portato l’uomo” con un Dialogo tra Pierre Restany e Fernando Miglietta del 10 aprile 2001,  estratto del film  “Restany un portrait” di Marc Israel-Le Pelletier,  contenenti dialoghi, fra gli altri, di Restany con Arman, Jeanne-Claude et Christo, Togo, Colette, Manzoni, Rotella, Sandler, ecc.

Diariodue Con Pierre Restany, L’arte della città,  di Fernando Miglietta, è la storia di una singolare esperienza umana e artistica di Fernando Miglietta con Pierre Restany ( Amélie-les-Bains-Palalda 1930-Parigi 2003), il teorico e ideatore nei primi anni sessanta del Nouveau Realisme, uno dei protagonisti della critica internazionale del secondo Novecento.
“Per circa un trentennio (1976-2003) –  ha ricordato Fernando Miglietta – Pierre Restany è stato un grande amico e compagno di viaggio, un geniale artista e critico globale dell’arte e della vita. Quando parlava delle cose dell’arte che potevano cambiare la vita, Pierre era felice, sempre disponibile al dialogo e all’ ascolto, per capire, intuire le ragioni del fare arte. 
E lui ha sempre avuto piena consapevolezza della mia visione avveniristica dell’arte e dell’architettura, del mio umanismo profondo, come presa di coscienza dell’affermazione totale della cultura urbana, della capacità di coniugare il pensiero e lo sguardo; un pensiero critico – amava sottolineare – che si nutriva di uno sguardo di cultura e di sensibilità artistica. 
Affettività, speranza nell’ avvenire, globalità, arte, città, natura, progetto, linguaggio, erano questi gli elementi fondanti del nostro comune sentire. Una capacità attrattiva dotata di sguardo critico e prospettiva del futuro, divenuta nel corso del tempo vera e propria disciplina creativa dell’esistenza”.

“…Sono anni – ha affermato Pierre Restany in una video intervista nel 2001-  che con Fernando Miglietta siamo in totale sintonia nel nostro rapporto della cultura urbana. Per noi, la cultura urbana è linguaggio, è arte, è possibilità, sempre, di permanenza dei valori umanistici nell’arte… Il segreto poetico di Fernando Miglietta è proprio il suo istinto, l’istinto del suo sguardo, uno  sguardo di cultura e di sensibilità artistica. E, dunque, l’occhio di Miglietta è un occhio sintetico  nella sua critica artistica; è come il deviatore dell’arte nei confronti dell’architettura”.

“…Noi abbiamo questo sincronismo, questa sintonia della cultura urbana. Questo mi piace. Non sono solo a gridare nel deserto la mia fede in una cultura urbana intelligente…”.
Orizzonti in questo libro condivisi dagli amici comuni: Enrico Crispolti che ne rievoca l’incontro con Pierre a Pontignano attraverso un dialogo/lezione estratto dal suo Archivio romano; Alessandro Mendini che ne traccia un profilo di “grande e avventuroso inviato speciale dell’utopia dell’arte”; Carmelo Strano che in una lettera a Pierre,15 anni dopo, ne ripercorre “la sua profonda umanità intrisa di metafisica emotiva, di unicità e irripetibilità”.

L’autore. Fernando Miglietta, architetto, artista, critico e teorico. E’ uno dei protagonisti della cultura e della ricerca artistica e architettonica italiana. Aperto ai codici più diversi, pratica la sua idea di architettura plurale come forte strumento educativo per una società libera nella ricerca di un nuovo spazio dell’esistenza.

“Personaggio-cerniera  nelle ipotesi di nuovi scenari del mondo” – lo ha definito Alessandro Mendini –  per la sua visione umanistica mista a sensibilità figurativa”; una “visione creativa e innovativa, un nuovo modo di agire umano nel mondo di oggi, – ha scritto Raul Fornet-Betancourt.- di comprendere gli elementi della realtà e dare forma ad un mondo plurale”.

Esperto dei rapporti arte-città, ha realizzato con il suo Laboratorio Città delle Arti  numerose opere e progetti di architettura, design e urbanistica con il coinvolgimento di artisti di rilievo internazionale, fra cui, Bruno Munari, Mimmo Rotella. E’ stato Professore a contratto, quale studioso di chiara fama, fra le altre, di Estetica della città, Teorie della ricerca architettonica, Composizione architettonica e urbana, alla Facoltà di Architettura dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria.

Commissario critico-artista nella XI Quadriennale d’arte di Roma, ha esposto la sua ricerca, oggetto di studio presso università e istituti, in numerose rassegne, far le quali, (Quadriennale d’arte di Roma (1986), Triennale di Milano (2001), Biennale di Venezia (2011).

E’ Direttore dell’Istituto Internazionale di ricerca e cultura urbana Abitacolo.(1995), di cui è il fondatore, e dell’omonima rivista di teorie ed estetica della città, Abitacolo, forme e linguaggi del contemporaneo.

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