Sprechi a palazzo. L’ARS in “buona” compagnia (Mensile S)

del 28 Ottobre 2014

Salvo Toscano

La camera grassa

Una dieta per i consigli regionali degli sprechi

Da Mensile S di ottobre

Si fa presto a dire il parlamento più caro d’Italia. Nella sua lunga storia di sprechi e privilegi, l’Assemblea regionale siciliana è in realtà in buona (si fa per dire) compagnia. Anche se degli altri consigli regionali in questi anni si è sempre parlato meno. Leggendo il libro “La camera grassa” del giornalista Salvo Toscano (Rubbettino, 132 pagine, 14 euro) ci si può fare un’idea di come in questi anni i consigli regionali italiani, non solo l’Ars, siano progressivamente ingrassati a dismisura, coccolando i propri inquilini senza badare a spese. Dalle indennità di carica distribuite a pioggia (in Abruzzo a un certo punto su 45 consiglieri solo 5 non avevano una carica che garantisse loro un extra in busta paga), ai “monogruppi”, pratica scellerata vietata all’Ars per la quale si potevano costituire gruppi di una sola persona con tanto di codazzo di portaborse (in Molise all’inizio del 2014 c’erano 15 gruppi per 21 consiglieri), la casistica di perle, dalle Alpi alla Sicilia, è stata alquanto vasta. Così come quella relativa all’oscuro capitolo dei rimborsi ai gruppi, su cui si è appuntata l’attenzione di magistratura e guardia di finanza in quasi tutte le Regioni. Anche su questo capitolo, l’Ars, con le sue cravatte e i suoi fumetti di Diabolik, viene superata da un campionario quanto mai variegato di acquisti rimborsati altrove con i soldi dei consigli: tintura per i capelli, lavaggio del cane, ovetti di cioccolato, orsetti di peluche, fuochi d’artificio, una motosega, gratta e vinci, un saggio sull’orgasmo femminile, lo scontrino di un gabinetto pubblico. La musica è cambiata negli ultimi due anni, con un’inversione di tendenza. I consigli, Ars inclusa, si sono adeguati ai tagli imposti dal decreto Monti, riducendo il numero degli “onorevolini”, i trasferimenti ai gruppi, abolendo i vitalizi e ridimensionando gli stipendi. Anche se, racconta Toscano, grazie a qualche piccolo “trucco” le buste paga nette dei consiglieri non ne hanno sofferto più di tanto, anzi, in alcune regioni sono diventate persino più pesanti. Chi si accontenta gode, verrebbe da dire. Anche guardando alla legge costituzionale con cui l’Ars dalla prossima legislatura taglia i propri consiglieri da 90 a 70. Una medaglia che Palazzo dei Normanni si è appuntata sul petto, sorvolando sul dettaglio, sottolineato dal libro, che tutte le regioni a statuto ordinario con popolazione pari alla Sicilia in base alle nuove norme non possono avere più di 50 consiglieri: “Ma svuotare così tanto Sala d’Ercole sarebbe stato un vero peccato”, scrive Toscano.

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