Le ombre di Talia (Rivieraweb.it)

di Filippo Veltri, del 4 Maggio 2023

Domenico Talia

Inventario delle ombre

Racconto di un’infanzia al Sud

Con Inventario delle Ombre (Rubbettino) il nostro Domenico Talia ci regala un’altra perla della sua versatilita’, spaziando dai saggi scientifici al romanzo al racconto alla memoir.

Il ricordo è opera di scavo e anche di immaginazione per ricostruire il passato e per costruire il futuro. Questo libro ha a che fare con un elemento complesso e formidabile allo stesso tempo: la nostra memoria. Le vicende, le persone e le impressioni qui narrate sono legate alla prima memoria, quella dell’infanzia, nel tentativo di riunire quel che resta in noi di quel tempo. Quello che siamo stati e quello che abbiamo vissuto. Cose che influenzano le nostre scelte e, in parte, anche la vita degli altri con cui costruiamo o sciogliamo relazioni. Noi siamo anche quello che gli altri ricordano di noi. Così il ricordo diventa materia collettiva. Le tracce personali sono servite a ricostruire la memoria di una comunità e a capire come si è vissuti in un particolare scorcio del Novecento nel Sud estremo dell’Italia. Intrecciando i ricordi dell’infanzia, il libro racconta la memoria di un piccolo paese della Calabria tra l’Aspromonte e lo Ionio negli anni ’60 e ’70. Un mondo affondato in tradizioni millenarie che si avviava a cambiare per sempre.

‘’Il libro – ci dice Mimmo, con la sua straordinaria umiltà e pacatezza da uomo della Locride – racconta i ricordi del protagonista nei suoi primi anni di vita e li lega ai fatti e ai sentimenti della comunità in cui ha vissuto. Raccoglie le memoria dell’infanzia per narrare un piccolo paese della Calabria tra l’Aspromonte e lo Ionio tra gli anni ’60 e ’70, mentre un mondo affondato in tradizioni millenarie si avviava a cambiare per sempre.   Un mondo antico osservato con gli occhi di un ragazzino. Un universo umano popolato da saggi ignoranti costretti a lottare contro tante difficoltà ma ricchi di speranze. Una civiltà contadina finita in pochi decenni’’.

‘’Il testo – ci aggiunge – è un racconto che rifugge la retorica e la nostalgia, ma vuole dare voce a chi nel Sud profondo si è trovato a vivere con dignità la lontananza dal mondo ricco e spersonalizzante’’.