Il delegato del Palazzo (La Nazione)

del 10 Dicembre 2012

baldelli_3Da La Nazione – 12 dicembre 2012

Bisogna avere una certa faccia tosta a pubblicare un libro dal titolo, oggi del tutto fuori moda, “W Montecitorio!” (Rubbettino editore), come ha fatto Simone Baldelli, delegato d’aula per il Pdl ed eletto delegato nelle Marche.

Qualcuno potrebbe pensare che il libretto, con la prefazione di Fabrizio Cicchitto, sia un esempio di masochistica presa in giro (Simone è bravissimo anche nelle imitazioni dei colleghi e nelle vignette) ma riesce, invece, a spiegare cosa succede dietro le quinte della Camera, con tutti quei riti, forse anche troppo bizantini, sconosciuti ai più. Soprattutto di questi tempi la maggior parte delle battaglie tra le coalizioni non si svolge, infatti, alla luce del sole, ma sottobanco, a colpi di regolamento, di complesse procedure, di astuzie e di “blitz”. Che farà mai il delegato d’aula, il Baldelli della situazione? E’ una specie di vigile che regola il traffico di un gruppo parlamentare: è, infatti, quella persona fondamentale che coordina illavoro, spesso caotico e irrazionale, degli onorevoli colleghi, una sentinella, sempre sul chi va là, che controlla il proprio gruppo, evitando le trappole dell’opposizione. Ed è, pure, capace d’improvvisare diversivi per guadagnare tempo ed impedire una votazione a sorpresa che, come un imboscata, potrebbe mietere molte vittime. E’ un uomo, il delegato d’aula, sempre sul filo dei numeri, che vive come un incubo le assenze imprevedibili dei deputati. E’ quello che, con una mano, telefona, mentre, con l’altra, fa segnali per indicare ai colleghi come votare. Tenendo, ovviamente, d’occhio l’altra parte dell’emiciclo per indovinare i movimenti degli avversari. Un libro curioso che, con l’antipolitica dilagante, serve a far capire come la Camera resti pur sempre il cuore della nostra democrazia. Valutare il lavoro parlamentare un tanto al chilo, con disprezzo, rischia di diventare un “boomerang” per la nostra democrazia. Per questi motivi, “W Montecitorio’ dovrebbe essere letto anche da “tutti quelli del voto di protesta”. Soprattutto i giovani che, alle prossime elezioni, conquisteranno i tanto (oggi) disprezzati banchi parlamentari-, dovrebbero cominciare a imparare l’abc della Camera per non essere anch’essi considerati dilettanti allo sbaraglio. Non è mai troppo tardi per andare a scuola. Parlamento compreso.

di Giancarlo Mazzucca

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