La strage dei bambini uccisi dai mafiosi (Il Venerdì (La Repubblica))

di Giuseppe Baldassarro, del 30 Marzo 2016

Bruno Palermo

Al posto sbagliato

Storie di bambini vittime di mafia

Da Il Venerdì (La Repubblica) del 25 marzo

La prima della lista è Emanuela Falzone, aveva 17 anni. Cosa Nostra l’ha ammazzata a Palermo due giorni dopo Natale. Era il 1896. L’ultimo, Domenico Petruzzelli, è morto in un agguato sulla Statale 106, a Taranto, il 17 marzo del 2014. Lui di anni ne aveva solo 2. In mezzo ci sono le storie di Michele e Domenico Facchineri, di 9 e 19 anni. Quella di Saverio Purita, di 10 anni. Di Rocco Gallace, 12 anni. E, assieme a tante altre anche la tragedia di Giuseppe Piccolo, di 14 anni. Erano bambini. Le mafie ne hanno uccisi tanti, da sempre. In 120 anni di storia criminale italiana i ragazzini assassinati risultano almeno 108. Un numero impressionante, forse arrotondato per difetto visto che di molti episodi potrebbero essersi perse le tracce. Un numero che dimostra come l’antica credenza secondo cui gli uomini d’onore non toccano donne e bambini è sempre stata falsa.
Lo dimostra uno studio di Bruno Palermo, pubblicato da Rubbettino editore in coincidenza con la Giornata della Memoria per le vittime innocenti delle mafie (era organizzata per il 21 marzo da Libera). Una sorta di dizionario degli orrori perpetrati da killer senza scrupoli che per ordine dei boss hanno coperto di sangue innocente le strade dell’intera Penisola. Da Nord a Sud, senza soluzione di continuità, i mammasantissima non hanno mai esitato ad eliminare testimoni, a cancellare prove, a sparare nel mucchio o a vendicarsi dei propri nemici, eliminando anche bambini e adolescenti. Certo ci sono stati gli errori i «danni collaterali», ma il libro al Al posto sbagliato mette nero su bianco decine e decine di casi in cui le «creature» erano tra gli obiettivi dei sicari.
E d’altra parte ha ragione Bruno Palermo quando afferma: «Che onore c’è nel prendere una bambina di due mesi e sbatterla contro un muro, che onore c’è nello sparare in fronte a un bambino di 11, che onore c’è nello strangolare, nello sciogliere nell’acido o nel far esplodere la testa a creature che ancora non sanno neppure cosa è il male?».
Una lista infinita di orrori che contiene vicende note che hanno fatto indignare gli italiani, ma soprattutto storie di provincia sconosciute o dimenticate. Molti ricorderanno l’omicidio di Giuseppe Di Matteo, 12 anni, figlio del pentito Santino, sciolto nell’acido per ordine di Giovanni Brusca. Pochi sanno di Claudio Dominio, 11 anni, ammazzato con un colpo in fronte perché il padre aveva osato vincere l’appalto delle pulizie all’aula bunker di Palermo. Tanti ricordano la vita stroncata di Annalisa Durante, 14 anni, uccisa durante una sparatoria a Napoli. Quasi nessuno sa di Paolo Rodà, 13 anni, vittima dei killer a Ferruzzano, nella Locride. Morti, tanti morti. Troppi. Esistenze spazzate via da un colpo di pistola o da una sventagliata di mitra. Senza colpa, innocenti e spesso anonimi. Colpevolmente sconosciuti.

di Giuseppe Baldassarro

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