Dal “turismo consapevole” 15 mila nuovi posti di lavoro (ilfattodicalabria.it)

del 27 Agosto 2019

Raffaele Rio

Ritorno al turismo

Un viaggio consapevole dentro il sistema Calabria

“Siamo primi nel Mezzogiorno per la reputazione online. Un lavoro costante. La Sicilia è bellezza. Non è un caso se la Sicilia è la prima regione del Mezzogiorno nello studio pubblicato da Demoskopika, che ha scelto una immagine siciliana per la sua copertina”.

Le parole sono del governatore della Sicilia, Nello Musumeci. “Il binomio tra trasporti e turismo risulta ancora una volta vincente per la promozione del territorio”. Questa volta, le dichiarazioni sono di Lara Magoni, assessore al Turismo, Marketing Territoriale e Moda della Regione Lombardia. E, ancora: “è stato premiato il lavoro dei nostri operatori” commenta il presidente di Confturismo Veneto, Marco Michielli. E, infine, “anche nell’appeal delle regioni d’Italia su portali turistici e account social, la nostra bella regione è ultima in classifica. Lo dice l’indice Demoskopika”.

In questo caso, la presa di posizione è di Angelo Primiani, consigliere regionale del M5S del Molise. Sono alcune delle testimonianze che hanno trovato spazio sui social e sui media, non appena sono uscite le prime anticipazioni contenute nel saggio, “Ritorno al Turismo”, scritto da Raffaele Rio ed edito da Rubbettino. ( p. 112, luglio 2019).

Quali i motivi che l’hanno spinta a scrivere questo saggio? E cosa intende per turismo consapevole?
Per fare un tuffo nelle esperienze del passato afferrando il presente e provando, di conseguenza, ad acquisire maggiore consapevolezza su ciò che potrebbe riservarci l’immediato futuro. In altri termini, il mio obiettivo è allargare il confronto al maggior numero di portatori di interesse del settore per disporre, finalmente, di un turismo consapevole.
Si spieghi meglio…
Alla base di qualsiasi visione e strategia turistica, ritengo sia necessario e fondamentale disporre di dati, informazioni, orientamenti delle associazioni di categoria, aspettative degli operatori e sentiment dei cittadini. Un patrimonio preziosissimo per costruire una programmazione non “calata dall’alto” ma sintesi proficua delle esigenze vere e concrete del territorio calabrese.
Lei fu il primo ad avvertire la necessità di redigere un Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile. Una ossessione la sua o la mancanza di un documento strategico può ostacolare lo sviluppo del settore turistico calabrese?
Ricordate lo spot con il celebre payoff “No Martini no party”? Era lo spot del Martini in cui un affascinante George Clooney entrava in un locale dove stavano dando una festa e non trovava il suo liquore preferito. Il significato era chiaro: si indicava un elemento importante senza il quale non si poteva procedere a fare qualcosa. In Calabria accade la stessa cosa nella programmazione turistica, ossia “No Piano, no Tourism”. Il corto circuito è che la Regione Calabria si è dotata del nuovo Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile con grave ritardo. Dopo l’unico precedente, approvato nel novembre del 2011, il nuovo ha ricevuto il via ufficiale del Consiglio regionale soltanto lo scorso 17 giugno. Ciò ha reso di fatto nullo o quantomeno più complicato poter programmare, impegnare e spendere le risorse comunitarie a valere sull’agenda 2014-2020. Un gap che va colmato immediatamente, soprattutto, per non accumulare ulteriori ritardi in relazione alla nuova programmazione comunitaria per il periodo 2021-2027.
A proposito del Piano regionale sul turismo approvato durante la sua esperienza, lei sembra palesare qualche elemento di autocritica. A una domanda ideale, se quel documento strategico è servito realmente, la sua risposta nel libro è “ni”. Perché?
“Si”, per intanto, perché quel primo piano ha consentito ai due governi regionali che si sono, nel frattempo, succeduti, di poter attivare spese e impegni, senza i quali il sistema turistico regionale sarebbe rimasto “privo d’ossigeno”. Sul versante opposto, la mia risposta è “no”. E già, non deve sorprendervi. Ricordate i 184 milioni di euro di dotazione finanziaria del dipartimento Turismo? Circa 120 milioni di euro, pari a una rilevante quota del 65% sul totale, servirono a finanziare i Pisl turistici, i Progetti integrati di sviluppo locale, virando la gestione ad altri dipartimenti e condizionando, di fatto, la forza attuativa del Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile.
C’è un capitolo dedicato alle “azioni concrete”. Tra i numerosi interventi che lei propone, alcuni sono direttamente mirati a favorire competenze, figure professionali innovative e ad alimentare nuova occupazione.
Ad esempio, gli 007 della promozione turistica regionale. La proposta prevede la selezione di 100/150 giovani calabresi che, individuati in collaborazione con il sistema universitario e scolastico regionale, ottengano il patentino dell’accoglienza e della promo-commercializzazione. Trattasi di giovani da trasformare in manager della promozione turistica da impiegare costantemente nelle aree di maggiore appeal del made in Calabria individuate. Altra azione riguarda l’Accademia della maestranze e delle professioni turistiche, con l’obiettivo di migliorare e valorizzare le competenze professionali sia degli operatori del settore turistico sia alla costruzione di nuovi profili professionali. Si tratta di promuovere e organizzare misure formative integrate capaci di calibrare i profili individuati alle richieste del mercato del lavoro nel comparto turistico. L’attivazione sistemica delle azioni e degli interventi previsti, oltre ai due appena menzionati, potrebbe generare una tendenza positiva anche per i lavoratori dipendenti del comparto turistico regionale; un moltiplicatore pari a oltre 15 mila nuovi occupati, passando dai 22 mila lavoratori dipendenti del 2017 ai poco più di 37 mila del 2024.
Potremmo, infine, definire questo saggio, un buon biglietto per tutti, dai politici, agli operatori del settore, al semplice turista?
Provo a raccontare, in modo semplice e sincero, gli innumerevoli e complessi meccanismi di governo della programmazione dei fondi comunitari a un pubblico variegato fatto di giovani magari alle prese con i primi studi universitari, di imprenditori desiderosi di ricevere utili informazioni sulle “tendenze di mercato”, di decisori istituzionali a cui questo lavoro potrebbe risultare utile per assumere iniziative maggiormente responsabili poiché più consapevoli. Mi rivolgo, infine, a tutti coloro che credono nel turismo quale affascinante sfida per far crescere l’economia calabrese, nonostante tutto.

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