A Roma le eccellenze della Calabria (Il Quotidiano)

di Concetta Schiariti, del 20 Aprile 2012

Da Il Quotidiano – 20 aprile 2012
Si è concluso con una cena di gala l’evento Calabria-Rome Wine Days che per due giorni ha visto l’enogastronomia meno conosciuta d’Italia in mostra a Roma, ospite del Circolo Antico Tiro a Volo (Via Eugenio Vajna, 21). Calici e bottiglie, brindisi, degustazioni ma anche confronti e vivaci talk-show per le eccellenze enologiche calabresi: la manifestazione ha visto per due pomeriggi e due serate – il 17 e 18 aprile scorsi – l’elegante location sui Monti Parioli diventare “capitale” del buon vino calabrese e di tutto quello che ruota intorno a questa eccezionale bevanda legata, come nessun’altra, alla cultura e al territorio con le sue peculiari identità. Con un fuoriprogramma d’eccezione, Davide Paolini, il Gastronauta di Radio24, ha aperto la manifestazione presentando in anteprima, insieme agli autori, la Guida ai Ristoranti di Calabria, di Ottavi o Cavalcanti e Gianfranco Manfredi, edita da Rubbettino.Col Calabria-Rome Wine Days è stata presentata la nuova enologia calabrese, le nuove tendenze e i suoi protagonisti – i vini e gli uomini e le donne che lavorano nei vigneti e nelle cantine. Ha partecipato un pubblico selezionato e qualificato: molti vip, dal senatore Vincenzo Speziali, presidente della Sacal, ad Arcangelo Mafrici, già direttore generale di Confagricoltura e consigliere Cnel, da Domenico Naccari, delegato del Comune di Roma alle Comunità calabresi, all’avvocato Fausto Gullo, dal vicedirettore del Tg2, Enzo Romeo al giornalista del Tg5 Marcello Villari, dagli esperti di enologia Fabio Turchetti e Andrea Gabrielli, all’onorevole Peppino Accroglianò, a docenti universitari, imprenditori e professionisti. Per partecipare all’evento, da tutte e cinque le province calabresi sono arrivati a Roma cantine affermate e pluridecorate e giovani realtà vinicole, grandi aziende dall’ export invidiabile come i Librandi, che ormai superano i due milioni e mezzo di bottiglie all’anno, e cantine di nicchia come Viola che produce appena seimila bottiglie di Moscato Passito. I provetti sommelier dell’Ais Calabria hanno fatto conoscere e apprezzare ai banchi d’assaggio circa 40 etichette delle aziende Casa Comerci, Casa Ponziana, Ceratti, Ceraudo, Criserà, Fattoria San Francesco, Ferrocinto, Ielasi, La Pizzuta del Principe, Le Moire, Librandi, Malaspina, Poderi Marini, Serracavallo, Statti, Terre Nobili e Viola. Due serate tutte da degustare, dunque, ma anche occasioni per un confronto sui risultati delle attività intraprese e sui nuovi progetti, sulla qualità raggiunta dall’enologia regionale, sugli affascinanti percorsi enologici e gastronomici. La manifestazione è stata promossa dall’Assessorato all’Agricoltura della Regione Calabria e fortemente voluta dall’Assessore Michele Trematerra e dal presidente del Circolo Antico Tiro a Volo, avvocato Michele Anastasio Pugliese, con la partecipazione dell’Ais Calabria. «I vini e nostre tipicità – sottolinea Michele Trematerra, assessore regionale all’Agricoltura – sono solo la punta di diamante di un sistema, quello dell’ agroalimentare calabrese, che è tutto improntato sulla qualità e sul quale abbiamo lavorato e lavoriamo, contrastando resistenze, difficoltà e contraffazioni». «Il mondo vinicolo calabrese è in notevole crescita – ha aggiunto l’esponente dell’esecutivo regionale guidato da Giuseppe Scopelliti -, annuncia un rinascimento enologico per molti versi già in fase avanzata e manifestazioni qualificate come questa accendono le luci giuste, sono i luoghi privilegiati di una valorizzazione autentica e consapevole della qualità raggiunta».

Uffico Stampa Regione Calabria


Da CorrierEconomia-Corriere del mezzogiorno – 23 aprile 2012
Scelta Capitale. Calabria invade Roma

Una mostra enogastronomica all’ombra del Colosseo con la presentazione della guida ai migliori ristoranti
Da Capitale italiana a capitale del vino calabrese. Per due giorni, in occasione del Calabria – Rome Wine Days, tutto il buono di Calabria si è trasferito a Roma per imporsi ai palati più raffinati. È stata, anche, la ghiotta occasione per presentare la Guida ai Ristoranti di Calabria, scritta da Gianfranco Manfredi e Ottavio Cavalcanti, edito Rubbettino. Dopo una capillare ricerca, hanno tracciato la via del gusto di Calabria. A sfogliare le sue 370 pagine non manca nulla. Dalla nota azienda Librandi con i suoi 2 milioni e 700 mila bottiglie alla cantina di nicchia Viola di Saracena che

produce 6 mila bottiglie di Passito. Un lavoro certosino che ha messo insieme 124 ristoranti, trattorie, wine bar, osterie e pizzerie con foto, giudizi, voti e testi anche in lingua inglese. Ci sono ben 88 aziende vitivinicole e 140 frantoi. A completare il racconto oltre 610 indirizzi di locali, ghiottonerie, spacci aziendali e altri luoghi del gusto. E a fare da ciliegina più di ), 20 prodotti tipici e persino i ristoranti calabresi in Italia, in Europa e nel mondo. Così, per due giorni, le aziende, giunte dalle 5 province, hanno scelto di uscire dalle pagine della Guida per animarla. Calici e bottiglie, brindisi, degustazioni ma anche vivaci confronti per le eccellenze enologiche regionali. Sono giunte a Roma cantine affermate e pluridecorate ma anche giovani realtà vinicole. I sommelier dell’ Ais-Calabria hanno fatto apprezzare circa 40 etichette delle aziende Casa Comerci, Casa Ponziana, Ceratti, Ceraudo, Criserà, Fattoria San Francesco, Ferrocinto, Ielasi, La Pizzuta del Principe, Le Moire, Librandi, Malaspina, Poderi Marini, Serracavallo, Statti, Terre Nobili e Viola. È stata così conosciuta la nuova enologia calabrese che, pur adeguandosi alle aspettative del mercato in evoluzione, preserva e valorizza le identità territoriali provenienti dalle millenarie tradizioni enologiche locali.

Di Concetta Schiariti

Da Il Quotidiano della Calabria – 22 aprile 2012
Giacimenti gastronomici

Presentata a Roma la “Guida ai ristoranti di Calabria” a cura di Ottavio Cavalcanti e Gianfranco Manfredi

Mangiare bene e bere bene per scoprire il territorio calabrese: è questo l’intreccio culturale che ha stregato Davide Paolini, l’apprezzato “gastronauta” di Radio24, intervenuto a Roma per presentare in anteprima la “Guida ai ristoranti di Calabria” che Ottavio Cavalcanti e Gianfranco Manfredi hanno compilato per Rubbettino.

Per due giorni, dal 17 al18 aprile, la Capitale ha ospitato l’evento “Calabria – Roma Wine Days”: il Circolo Antico Tiro a Volo si è trasformato in una vetrina del gusto, portando alla luce i tesori dei giacimenti gastronomici (neologismo del “gastronauta”) della nostra regione. A differenza delle tante occasioni di incontro con l’enologia che provano, con esiti spesso sorprendenti, a promuovere la cultura e la qualità del calice, questa volta l’attenzione è stata focalizzata esclusivamente sulla Calabria.

Nel corso delle due serate, infatti, si sono avvicendate le degustazioni offerte da diverse aziende, ognuna con la sua specificità, a testimoniare le molteplici realtà di una delle regioni più “gustose” e meno conosciute d’Italia. Dal piccolo viticoltore alle grandi aziende agricole, dalle più innovative, sperimentali, a quelle ancorate a tradizioni secolari, dal produttore di nicchia a chi si è già affermato da tempo sui mercati internazionali, in un viaggio enogastronomico condotto dagli affabili sommelier della sezione calabrese dell’ AlS (Associazione Italiana Sommelier). Fra gaglioppo e magliocco, greco e rosato, senza dimenticare i moscati e i passiti, i vigneti calabresi hanno dimostrato di saper valorizzare le identità più originali, eredità dei coloni greci, e di inseguire le nuove tendenze. Una conferma, per i produttori più noti, e un invito, per i pionieri, a testare la curiosità degli appassionati anche oltre i confini della regione. Ai Wine Days romani, erano presenti aziende da ogni provincia, dal Pollino allo Stretto: Casa Comerci, Casa Ponziana, Ceratti, Ceraudo, Criserà, Fattoria San Francesco, Ferrocinto, lelasi, La Pizzuta del Principe, Le Moire, Librandi, Malaspina, Poderi Marini, Serracavallo, Statti, Terre Nobili, Tramontana e Viola. Grazie alla promozione dell’ Assessorato regionale all’Agricoltura e all’ospitalità del presidente del Circolo, Michele Pugliese, originario di Lamezia Terme, hanno avuto l’occasione di allestire un’enoteca personale nelle sale e nei giardini del Circolo dei Parioli e di offrire brindisi e assaggi sia ai romani sia ai tanti calabresi “emigrati” . Prima della degustazione, Manfredi ha introdotto i viticoltori con un questionario veloce, da botta e risposta, offrendo loro l’occasione di raccontare la propria storia, il vino prediletto e gli obiettivi d’impresa. Un modo per saggiare le varietà di professionalità che si occupano di vitigni e barrique: accanto al solido agricoltore, infatti, hanno “sfilato” le nuove generazioni, ragazzi che dopo aver studiato fuorisede hanno scelto di ritornare in Calabria, a Cirò o sulla costa reggina, tra gli olivi della Valle del Crati come sulle scogliere del Tirreno, per mettersi alla prova, imponendo il sistema biologico, recuperando metodi tradizionali e rivoluzionando con coraggio e attenzione. Il critico ha ricordato la cattiva contaminazione culturale degli anni ’70, quando i vitigni autoctoni abdicavano agli chardonnay “forestieri”, ma è appunto una storia vecchia: l’ultimo decennio, ha spiegato, “è quello del recupero delle emozioni della tradizione e delle piante secolari” . L’evento si è aperto con la presentazione della Guida ai ristoranti, un lavoro che gli autori hanno voluto per rappresentare “tutto il buono della Calabria”, invitando i lettori all’esplorazione dell’enogastronomia dell’estremo Sud con uno stile sapiente ma leggero. Consultandola, infatti, si potrà riconoscere sia l’impronta antropologica e storica del professor Cavalcanti, sia la penna brillante del giornalista e critico Manfredi. Non si tratta soltanto di un’evoluzione della rubrica settimanale: «La nostra indagine, condotta anche sul Quotidiano, alternandoci fra le pagine e le rubriche, non si è esaurita –ha sostenuto Cavalcanti – e ci auguriamo fin d’ora prossime edizioni». L’idea della Guida è nata in collaborazione fra gli autori e l’editore Florindo Rubbettino, presente alla manifestazione. Gianfranco Manfredi sintetizza così lo spirito del lavoro: «Abbiamo voluto fissare tra le pagine di un libro tutta l’esperienza accumulata nel nostro lavoro: ognuno dei ristoranti presenti è stato realmente visitato. Abbiamo quindi fissato, in modo permanente, i 124 meritevoli e abbiamo chiesto loro una ricetta rappresentativa della propria cultura gastronomica».

L’effetto è la narrazione di una terra tutta da scoprire. Ne è convinto soprattutto il critico Davide Paolini. «Il viaggiatore – ha detto – oggi vuole conoscere il territorio attraverso il prodotto e, dietro ogni prodotto ci deve essere un racconto. L’enologia calabrese è una miniera autentica e di valore che si arricchisce con l’umanità della gente, con i suoi dialetti». E la conferma del suo punto di vista è arrivata da Cavalcanti, che ha esordito proprio ricordando qualcuno dei tanti proverbi in vernacolo legati al cibo, alle tradizioni contadine e alla proverbiale, appunto, ospitalità meridionale. «Che sia poco conosciuta ai vacanzieri del mordi e fuggi -ha proseguito Paolini – non è uno svantaggio. Bisogna considerare la differenza fra il turista distratto e frettoloso e il viaggiatore, che è mosso dalla voglia di conoscere, e catturare soprattutto quest’ultimo con la cultura del territorio». Qualche esempio di risorsa da valorizzare e promuovere? Il caffè di Brancaleone, frequentato da Cesare Pavese durante i suoi anni di confino o, secondo i suggerimenti degli autori, i prodotti tipici unici, come la ricotta affumicata di Mammola “con le sue suggestioni erotiche”, il caviale calabrese, ovvero la rosa marina preparata dai pescatori combinando il prodotto ittico con il gusto accattivante del peperoncino. E, ancora, l’ampia varietà di olii extravergini e biologici, i dolci di tradizione casalinga e i gelati, il pane, le qualità di pesce locale, dal tonno in giù, i formaggi stagionati come il pecorino e i latticini, l’arte di trattare e conservare la carne suina. Che sia un piacere da godere a tavola, ospiti dei ristoranti e delle locande suggerite nella Guida, o un’esperienza di gusto da cogliere al volo, con gli acquisti nelle botteghe o gli assaggi da “streetfood”, in ogni angolo della Calabria – assicurano Cavalcanti e Manfredi – la soddisfazione del palato è garantita. Insomma, oltre alla popolarissima ‘nduja c’è di più.

E sfogliare la Guida sarà un invito al viaggio. Del resto, lo sapeva anche Marx, citato da Cavalcanti: «Non si conosce un Paese se non si è mangiato il suo pane e bevuto il suo vino».

L’opinione del “Gastronauta”

“È una guida molto moderna, agile e al tempo stesso esauriente, che si rivolge ai viaggiatori più che ai turisti». Parola di Gastronauta. E uno dei passaggi dell’intervento di Davide Paolini, martedì scorso a Roma, nei locali del Circolo Antico Tiro a Volo, dove ha presentato in anteprima, insieme agli autori, Cavalcanti e Manfredi, la Guida ai Ristoranti di Calabria, edita da Rubbettino. “Avete realizzato un’opera di facile consultazione – ha sottolineato Paolini rivolgendosi a Manfredi e Cavalcanti – che analizza e descrive ristoranti e osterie, tipicità e produzioni enogastronomiche ma riesce ad andare ben oltre». “Questa guida forse dirà solo nozioni e indirizzi ai turisti “mordi e fuggi” – ha aggiunto -ma è invece utilissima, indispensabile per un viaggiatore. Sono tanti, flussi turistici sempre più ampi, infatti, coloro che viaggiano per assaggiare, annusare e degustare, il più lontano possibile dai prodotti gastronomici stereotipati, fatti in serie e in grandi quantità. Grazie al lavoro in tandem di uno studioso come il professor Cavalcanti e di un giornalista attento e sensibile come Gianfranco Manfredi, che da anni è uno dei miei più validi collaboratori, la Calabria ha ora un libro che guida in modo intelligente alla scoperta non solo dei posti dove mangiar bene ma anche di quelle che sono vere e proprie miniere da cui estrarre rarità di gusto. Sfoglio questa guida e saltano subito agli occhi gli autentici giacimenti enogastronomici di cui la vostra regione è ricca, frutto di conoscenze tramandate da generazioni, scorrono sapori ma anche saperi, manualità originali, con caratteri propri e inimitabili, non sostituibili in alcun modo». Paolini, che è fra i più noti comunicatori italiani, docente di Marketing territoriale in diversi atenei e conduttore del popolare programma “Il Gastronauta” su Radio24, ha lanciato un vero e proprio appello: “Questa guida ha tutte le caratteristiche per essere anche uno strumento utile a impedire che tanti locali della ristorazione più tradizionale e tanti prodotti di nicchia della Calabria vadano incontro al destino segnato dell’estinzione. Così come si difende l’ambiente o un’opera artistica, occorre aumentarne la visibilità, ma non per ghettizzar li o creando riserve golose per pochi, ma facendoli diventare protagonisti di itinerari, “spazi viventi” di cultura materiale».

Di Maria Frega


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