Esce in libreria il saggio di Dario Antiseri, Paolo Maninchedda e Silvano Tagliagambe: La libertà, le lettere e il potere

del 8 Marzo 2012

Il dibattito sul rapporto tra le cosiddette scienze dure e le discipline umanistiche è entrato nel vivo. Tullio Gregory denuncia, dalle colonne del “Corriere della Sera”, lo svilimento della lingua italiana a vantaggio dell’inglese ma, soprattutto, il fatto che “gli studi umanistici, classici, letterari, filologici, storici — nei quali l’Italia occupa ancora un posto di primo piano — sono del tutto fuori dagli orizzonti di coloro che da decenni hanno governato e governano la nostra scuola e i nostri enti di ricerca”.
Ad arricchire ulteriormente la discussione e ad aggiungere altra carne al fuoco esce in libreria questo saggio, a più mani, di Dario Antiseri, Paolo Maninchedda e Silvano Tagliagambe.

L’intento del libro (manifesto per la verità sin dal titolo La libertà, le lettere e il potere) è quello, come ricorda Silvano Tagliagambe nella prefazione, di denunciare una profonda contraddizione che caratterizza il sistema della formazione in Italia: “Da un lato – scrive Tagliagambe – si enfatizza l’importanza degli studi umanistico-letterari ai fini della formazione del pensiero critico. Dall’altro però si concentrano le risorse economiche messe a disposizione del nostro sistema universitario e degli enti di ricerca sulle linee di indagine di stampo eminentemente tecnologico e applicativo con la motivazione che questa costituirebbe l’opzione migliore per sostenere la crescita e lo sviluppo economico”.

Il libro dei tre studiosi, oltre a denunciare tale contraddizione, assume una prospettiva che contesta le motivazioni che stanno alla base di tale impianto in quanto vi intravede i semi di una nuova “cultura d’autorità” che rifiuta la verificabilità dei suoi presupposti e dei suoi sviluppi.

D’altro canto la scientificità di un metodo di indagine non si basa sull’oggetto della stessa.

Antiseri nel suo saggio fa vedere come la pratica dei riassunti e delle tanto vituperate, (specie dagli studenti) quanto apparentemente (almeno per molti), inutili versioni dal latino o dal greco servano a far familiarizzare i ragazzi con il metodo scientifico esattamente come fanno le scienze cosiddette dure…

Insomma, per citare il titolo di uno dei saggi contenuti nel volume, forse al mondo di Google serve proprio più filologia…


Dario Antiseri è attualmente membro del Comitato scientifico della Scuola Superiore di Alti Studi del Collegio San Carlo di Modena.
Paolo Maninchedda è professore ordinario di Filologia romanza all’Università di Cagliari.
Silvano Tagliagamente è stato professore di Filosofia della Scienza presso le Università di Cagliari, Pisa, Roma La Sapienza, e Sassari. Attualmente è direttore del progetto “Scuola digitale” della Regione Sardegna.

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