Via della Seta? Il libro di Salierno aveva già anticipato (giornalemio.it)

di Franco Martina, del 29 Marzo 2019

La Cina, la nuova Via della seta, l’intesa tra Italia e Repubblica Popolare: temi alla ribalta in questo periodo e motivo di forte discussione se non di preoccupazione. In tempi non sospetti, gli scenari spalancati dalla potenza economica cinese ed anche la correlazione con il territorio lucano, sono stati ben delineati da Emilio Salierno, giornalista e docente di Economia, nel libro “Io sono l’elemento di mezzo” (Rubbettino Editore).

Il libro “Io sono l’elemento di mezzo” anticipa vicende che stanno appassionando la cronaca di questi giorni e inquadra, spiegandone il senso e la portata, il disegno di sviluppo internazionale del presidente Xi Jinping. Un progetto che si evince dalla testimonianza della protagonista dell’agevole volumetto, Yan Wang, presidente di Italy China Friendship Association e potente operatrice del dialogo tra Oriente e Occidente.
L’autore chiarisce in modo semplice ed incisivo l’idea che sta all’origine della cosiddetta “Nuova Via della seta”, sgombrando anche il campo da equivoci ed errate interpretazioni sull’enorme piano economico e commerciale messo in campo dal Dragone cinese. In molti passaggi del racconto si può intuire la “filosofia” che sta alla base della grande movimentazione di beni, servizi e capitali del colosso cinese. In tal senso, l’economia spiegata direttamente da una cinese che si muove nel solco della volontà governativa del suo Paese, rivela aspetti per certi versi semplici ed immediati, ma esaustivi del fenomeno epocale di cui è artefice la Repubblica Popolare di Xi Jinping.

Yan Wang, folgorata dalla Basilicata e in particolare da Matera, attraverso la sua storia personale dà la possibilità al lettore di entrare nella psicologia dei cinesi, nella testa dei connazionali per poter più agevolmente tradurre gli intenti di un popolo che vuole ampliare costantemente i propri orizzonti commerciali, di conoscenza e cultura.
Il libro delinea il profilo del prototipo cinese, della sua volontà di andare oltre gli spazi ormai angusti – pur nella sterminatezza geografica e demografica del territorio di quel Paese – per la ricerca di luoghi e partnership funzionali ad un disegno che non risparmia nessun angolo del pianeta.
“Cooperazione, dialogo, amicizia” sono i termini ricorrenti nella pubblicazione dell’autore lucano. La protagonista del libro fa girare un film a Matera con il migliore regista cinese, Liu Jiang, prodotto da Beijing perfect film and television media Co. Ltd, che è una delle istituzioni principali per investire, produrre e distribuire in Cina e all’estero.
“La Cina è impegnata in una portentosa fase di sviluppo commerciale – si precisa – che delinea un percorso proiettato verso l’Europa per l’unione delle civiltà. Uno sforzo che attraversa l’area del Mediterraneo. Più amici rendono il viaggio più semplice, ed è il tempo di nuove relazioni basate sulla cooperazione e l’approccio win-win, cioè sul confronto e l’interazione delle parti che hanno un obiettivo comune da raggiungere”. Wang, già tre anni fa, ha portato una delegazione della Regione Basilicata in Cina per la firma di un protocollo su cultura, turismo, agricoltura, cinema e turismo. E i rappresentanti lucani hanno partecipato, a Guangzhou, al “2014 China International Friendship Cities Conference”, evento sulle innovazioni urbane internazionali in cui si parlò del progetto che ha portato Matera ad essere nominata capitale europea della cultura per il 2019. In Cina, sui binari tracciati da Wang, ha operato ed opera la Camera internazionale delle donne presieduta dall’avvocato Fernanda Chiarelli.
A Pechino e nello Shandong, Wang ha guidato un gruppo di esperti della cultura del vino italiano, solo una delle mille iniziative che caratterizzano il “ramo” italiano della Via della seta.

“I cinesi vogliono comprare immobili in Europa, in Italia, cercano nuovi mercati d’investimento. Sono interessati a questo passo, naturalmente, le grandi società, ma in genere anche le famiglie benestanti, per il futuro dei figli. Le nuove generazioni sono ormai all’estero per studiare e tendono ad acquistare case, oltre che ad avviare aziende. Il grande esodo dei cinesi negli Stati Uniti d’America è dovuto soprattutto al fatto di poter trovare scuole, università in lingua cinese. Non si può dire altrettanto dell’Italia, che da questo punto di vista offre ancora poco”.
In “Io sono l’elemento di mezzo” c’è la possibilità di tornare indietro negli anni per capire quanto sia profondo e antico il legame tra Cina e Italia. Un rapporto che non si è mai interrotto, da Marco Polo in poi. Si fa riferimento a Matteo Ricci, gesuita e matematico, noto in Oriente con il nome di Lì Madòu, vissuto in Cina alla fine del 1500. Ricci ha fatto conoscere tanti aspetti della Cina al mondo, così come alla Cina quelli dell’Occidente. Riuscì persino ad individuare analogie tra il Confucianesimo e la filosofia greca e latina.
Tra le figure che hanno inseguito il dialogo ed il confronto, c’è Giuseppe Castiglione, missionario gesuita, che operò in Cina nel 1700 e fu un valente pittore alla corte imperiale. La sua è una storia affascinante, che esprime in pieno l’innamoramento di uno straniero per l’Oriente. Nelle aule scolastiche cinesi, dagli ordini inferiori sino all’università, gli insegnanti propongono la sua opera di uomo dalle grandi vedute, e soprattutto i suoi quadri che riescono a fondere tecnica occidentale ed orientale. Questa capacità di unire, di affratellare, di porsi in mezzo come elemento di congiunzione, non è altro che la ricerca di un equilibrio tra due civiltà.
Nel lavoro editoriale di Salierno spicca la figura, dimenticata ma in realtà tanto attuale, di Vittorino Colombo, politico sin dalla fine degli anni Cinquanta, presidente del Senato nel 1983, più volte parlamentare e ministro. Democristiano, fervente cattolico, sarà l’artefice di una inattesa apertura al dialogo con il Dragone, proprio nel periodo della Rivoluzione culturale del Libretto rosso. Colombo, “l’amico italiano” e interlocutore privilegiato della Cina, pioniere dei rapporti tra Italia e Cina e uno dei protagonisti della riapertura dell’antica Via della Seta, l’antico e suggestivo itinerario commerciale che ha segnato la vita di popoli e culture. Quando Colombo dà vita all’Istituto Italo Cinese non vi è alcun contatto ufficiale tra i due Paesi. Con lui c’è stata la svolta verso una politica che potesse ragionare nell’interesse reciproco, tenendo da parte le divergenze ideologiche e i pregiudizi, nella consapevolezza che è sempre possibile trovare dei punti comuni tra grandi civiltà dalle storie millenarie. Come li trovò Ludovico Nicola Di Giura, ufficiale medico della Marina italiana, di Chiaromonte, in provincia di Potenza, che Salierno indica come il “Marco Polo lucano”. Una vicenda appassionante, quella di Di Giura, uno dei pochi occidentali ammesso alla Città Proibita, svoltasi nei primi vent’anni del 1900, che “Io sono l’elemento di mezzo” ha il merito di riscoprire. Un libro che è anche una forte sollecitazione alla necessità di “ponti” da costruire tra Occidente e Oriente, lanciata, non a caso, da Matera, città Unesco, della pace e capitale europea della cultura.

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