Quando Benito non era ancora il duce (Il Sole 24 Ore)

di Stefano Folli, del 11 Novembre 2013

Da Il Sole 24 Ore del 10 novembre

Le origini socialiste e rivoluzionarie di Benito Mussolini non sono certo una novità. Può darsi che qualcuno ancora le ignori e altri le rimuovano, in omaggio a uno schematismo politico che appartiene al passato. Sta di fatto che sono trascorsi alcuni decenni dalle ricerche di Renzo De Felice e le polemiche sul suo lavoro si sono fortunatamente assopite lasciando il campo a una seria architettura storica che ha restituito la complessa e dolorosa avventura fascista alla contraddizione della nostra vicenda nazionale. Tutto questo non significa che non esista spazio per approfondimenti e divagazioni intorno al tema del Mussolini rivoluzionario, direttore dell’«Avanti!» nell’incombere della Grande Guerra. Il “compagno” Mussolini prima neutralista e poi interventista che vive in prima persona la frattura fra internazionalismo proletario e spirito nazionale. Quello spirito di cui proprio le classi povere e non solo la borghesia daranno prova nelle trincee del terribile conflitto.
Nicholas Farrell e Giancarlo Mazzuca raccontano questa pagina conosciuta ma forse non troppo, almeno nei dettagli, con una penna divulgativa e un tono vagamente spregiudicato, come dire non conformista, utile ad accendere l’interesse anche di un lettore giovane. Del resto Mussolini è un nome che è sempre garanzia di successo sul piano editoriale, come sa bene Vittorio Feltri che ha scritto la prefazione. Nella sostanza qui si ripercorrono le orme del giovane Mussolini, si seguono le sue peripezie esistenziali e soprattutto l’evoluzione di un pensiero politico che cambierà in pochi anni la storia d’Italia. Nei giorni di Caporetto qualcosa di profondo accade nella nazione. «Caporetto – scrivono i due autori sulla scorta di una robusta tradizione storiografica – ebbe un impatto rivoluzionario sull’Italia, ma non quello voluto dai fedeli di Marx. Diede per la prima volta forma a un vero senso di appartenenza nazionale. Fino ad allora la guerra era stata combattuta alle frontiere dell’Italia, ma ora l’Italia stessa era stata invasa e doveva lottare per la sua esistenza». Nei giorni tragici fra Caporetto e il Piave il destino italiano cambia cavallo eil “compagno” Mussolini si prepara a diventare il duce del fascismo. Ma la strada è ancora lunga. Farrell e Mazzuca hanno parecchia materia per altri lavori.

Di Stefano Folli

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