La trappola delle culle: un saggio su ragioni e soluzioni al calo demografico (magazine.tipitosti.it)

del 11 Luglio 2022

Luca Cifoni, Diodato Pirone

La trappola delle culle

Perché non fare figli è un problema per l'Italia e come uscirne

Come mai l’Italia riesce a stare in piedi nonostante tutti i suoi guai? Grazie ad una materia prima assai particolare: gli italiani.

Sono gli italiani che trainano la seconda manifattura d’Europa che, tra l’altro, l’anno scorso ha superato il record dei 500 miliardi di euro di esportazioni. Ma l’Italia è anche un Paese complicato tanto che già da anni gli italiani si sono imbarcati in una sfida paradossale: fare a meno di se stessi. Da oltre quarant’anni stiamo rinunciando alla nostra unica ricchezza, gli italiani appunto, perché abbiamo imboccato la strada della diminuzione verticale delle nascite.

A metà degli anni Sessanta nel Belpaese nasceva un milione di bambini l’anno, nel 2021 appena 399 mila contro circa 700 mila decessi. Siamo alla metà delle nascite dei francesi, ma soprattutto siamo finiti in una trappola perché i pochi neonati di oggi faranno ancora meno figli fra 20 o 30 anni e nel frattempo la perdita di popolazione ci renderà tutti più poveri, con meno scuole (nei prossimi 10 anni avremo 1,4 milioni di studenti in meno), milioni di case vuote, intere aree senza economia, un peso geopolitico dell’Italia ancora minore. La denatalità è dunque la vera emergenza italiana.

Ce lo ricorda un agile e chiarissimo libro scritto da due giornalisti: Luca Cifoni e Diodato Pirone. Il saggio si chiama “La trappola delle culle” (Rubbettino, 156 pagine, 15 euro) ed è disponibile in libreria e on line. Forse il principale pregio del testo sta nel tentativo di aggiungere all’analisi dettagliata della crisi demografica alcune proposte per uscire dall’incubo. 

Secondo Cifoni e Pirone, infatti, per fermare l’estinzione degli italiani non bastano buone leggi, l’intervento massiccio di incentivi statali o una buona distribuzione di servizi alle famiglie. Tutte cose sacrosante.

Ma oggi le donne italiane in media registrano il primo parto a quasi 32 anni. Un’età troppo elevata che  spinge le famiglie ad avere un solo figlio. Dunque è fondamentale un nuovo atteggiamento da parte dei singoli: occorre ritrovare le ragioni della bellezza della paternità e della maternità, occorre che i ragazzi e le ragazze tornino a vivere con piacere l’emozione di tenere fra le braccia un neonato. Un’esperienza che ogni genitore deve raccontare ai suoi ragazzi e alle sue ragazze. Il futuro degli italiani è nelle nostre mani.