Le parole sono tutto (grandimagazziniculturali.it)

di Michele Gerace, del 28 Maggio 2018

Non c’entra l’Europa. Non c’entra neanche la Costituzione. C’entrano le parole e il significato che vi attribuiamo. Le parole sono tutto. Quello che leggiamo, che ascoltiamo, che ripetiamo a noi stessi e agli altri, sono il pregiudizio che rafforziamo, l’idea che ci facciamo delle cose, la cura che ci prendiamo degli altri e del mondo. Condizionano il nostro modo di agire e di pensare. Ne abbiamo parlato giovedì con Maria Romana De Gasperi – coautrice con la sorella Paola del bel libro di nuovissima uscita “De Gasperi scrive: Corrispondenza con i Capi di Stato, cardinali, uomini politici, giornalisti, diplomatici” e testimone di una cultura politica esemplare – in un incontro organizzato dai “cento giovani” e sabato durante l’appassionata presentazione del mio libro organizzata dalla Gioventù Federalista Europea di Avellino.

Le parole possono essere usate per affermare una menzogna e per dire la verità. Se ne sviliamo il significato, consentiamo che si possa dire tutto e il contrario di tutto e che ciò che è falso o verosimile può essere confuso con ciò che è vero solo perché si specchia nei nostri pregiudizi. Con le parole si relativizzano principi, diritti e libertà. Con quelle urlate si alimenta l’ignoranza, si gioca con la paura e si guadagna consenso.

A questo possiamo opporci restituendo alle parole il loro proprio significato, il giusto peso, soprattutto quando evocano principi, diritti e libertà che sono il fondamento della nostra convivenza nella società, che regolano il nostro presente e che garantiscono il nostro futuro. Se ci prendiamo cura delle parole evitiamo che vengano utilizzate per camuffare la realtà, per privarci di diritti in nome della democrazia o per limitare la democrazia in nome di diritti. Una democrazia senza diritti e un diritto senza democrazia sono gli estremi verso cui alcuni, che in questi giorni gridano frasi senza senso sull’Europa, sul Presidente dell Repubblica e sulla Costituzione, vorrebbero spingere la società. Essere cittadini significa impedire che ciò accada. Agire come tali significa rendere possibile una democrazia dei diritti.

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