Su Pulp il Dizionario Antologico Fondamentale Italiano (Pulp)

di Marco Lanterna, del 14 Maggio 2013

 Da Pulp – 06/2013

In tempi di vocabolari online bisogna sempre festeggiare l’uscita di un lessico cartaceo, a maggior ragione se è firmato da due valenti lessicografi. Il DAIF (questo l’acronimo) registra il lessico fondamentale dell’italiano – quello cioè a più alta frequenza d’uso – offrendo per ogni lemma, non una svelta citazione, ma un lungo passo, antologico per l’appunto, di pregnanza quasi narrativa. Il bacino di autori citati è costituito da scrittori degli ultimi cinquant’anni (perlopiù giornalisti e romanzieri d’oggi, anche stranieri). Questo dizionario è adattissimo allo straniero che voglia apprendere con diletto un italiano corrente, un poco spiccio , ma non allo studente o a chiunque voglia incallirsi per davvero nella nostra lingua (la quale, occorre ricordarlo , ha altri otto secoli di parole alle spalle). Che cosa resterà infine di Augias, Baricco, De Luca, Mazzantini, Veronesi e altri scrittori da classifica – qui antologizzati – quando portati via dal tempo, non potranno più affacciarsi da giornali e tivù per ricordare al mondo che esistono e producono pagine ogni tot mesi? Quanto dureranno le loro “opere”?

Con amabile kitsch, Stendhal soleva ripetere che scrivere è come aver in mano un biglietto della lotteria: il primo premio consiste nell’ esser letti tra cento o duecento anni! Finite le cabale editoriali, gli autoincensamenti, i salamelecchi e le strizzatine d ‘occhio, restano solo le scritture, mute e imbelli; alcune ascendono all’eternità del classico, altre sprofondano nel dimenticatoio (o peggio negli archivi universitari): solo il tempo, gran alchimista, le tramuta in diamante o in polvere. E proprio il tempo manca a questo dizionario che scommette su autori nuovi, troppo nuovi, di valore non sufficientemente certo o consolidato. Littré si legge ancor oggi, perché, in barba ai contemporanei, guardò al francese del gran secolo (inoltre Littré è un tacito moralista e le sue citazioni paiono massime), questo dizionario invece è spesso opaco, perché opachi e senza sugo sono molti degli autori che cita. Può però risultare assai utile al romanziere in erba che voglia fabbricare letteratura d’intrattenimento in una lingua standard, oppure un domani a qualche studioso di piccole mode letterarie.

Di Marco Lanterna

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