San Marino Spa (La Grinta)

del 24 Settembre 2013

Da La Grinta del 24/09/2013

Trentamila abitanti sparsi su 60 chilometri quadrati: San Marino è tra le più piccole repubbliche del mondo. I più l’hanno finora considerata come roba da turisti, da Guinness dei primati. Qualcosa da guardare con curiosità e romanticismo. Invece non tutti sapevano che la Repubblica del Monte Titano era diventata una sorta di piccola Svizzera incastonata in una delle aree più ricche d’Italia: un paradiso fiscale a pochi chilometri da casa.
Esisteva il segreto bancario, l’anonimato e il differenziale fiscale. I tre capisaldi che erano la forza economica del paese. Per anni le società italiane hanno delocalizzato a San Marino per godere delle agevolazioni fiscali.
Altri vi hanno nascosto i soldi in contanti frutto dell’evasione fiscale. La mafia ha intuito quasi subito che San Marino potesse essere la lavatrice per le sue ricchezze. Tra il 2008 e il 2009 la Repubblica si trova costretta a cambiare legislazione e ad abbandonare il segreto bancario e l’anonimato dando così origine a una fuga di capitali. Non solo.
Complice la crisi, le banche cominciano ad essere meno schizzinose con i correntisti. Ecco allora che dalla Campania, dalla Calabria, dalla Puglia, arrivano fiumi di soldi sporchi a volte anche in senso letterale, dentro a certe scatole da scarpe o sacchetti dell’immondizia. Ma la mafia non si accontenta di spostare capitali. Quando queste cifre diventano importanti c’è bisogno di gente che tenga d’occhio tutto. Così dopo i soldi arrivano gli uomini. Ma San Marino non è Napoli dove c’è già una stratificazione sociale mafiosa: così i “soldati” dei clan diventano a loro volta capi-clan che lottano per spartirsi un territorio che somiglia sempre di più al far west. A questo punto succede l’impensabile. Molti imprenditori prendono i mafiosi al loro servizio dando vita a un modus facendi che si allarga rapidamente nelle regioni vicine.

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