Anime Nere? Il finale sarà inaspettato (Calabria Ora)

di MARIA TERESA D'AGOSTINO, del 9 Agosto 2013

Da Calabria Ora del 09/08/2013

In “Saimir” un figlio denuncia il padre coinvolto in un traffico di immigrati clandestini. Ne “Il resto della notte” il furto di un paio di orecchini porta alla tragedia. I protagonisti sono albanesi, rumeni. Sono storie ai “margini”. Emblemi della “diversità”, dell’incomunicabilità. E della ricerca di verità. Non è un cinema “facile” quello di Francesco Munzi. Il suo sguardo asciutto, libero da pregiudizi, capace di affondare nell’umanità delle vicende, ci svela così come siamo, con le nostre brutture di uomini in una società dogmatica, violenta, annientante. «Cerco di raccontare dilemmi etici – ci dice il regista romano, di recente ospite al RiacelnFestival -. Nell’essere umano convivono bene e male e mi piace mostrare questa connubio nei miei personaggi. Credo però nell’importanza della distinzione tra bene e male, che è compito dell’autore saper vedere ed evidenziare in maniera netta e senza indulgenza. Non bisogna scambiare le scelte dei personaggi con la visione dell’autore. Ogni storia può essere raccontata da mille punti di vista diversi e quindi dotata di tante verità. E il cinema non deve fare sconti né edulcorare lo sguardo, anche se tocca realtà fastidiose o poco piacevoli». Munzi osserva e fissa sulla pellicola un universo contemporaneo caratterizzato da solitudini ed emarginazione. I suoi film non nascono per seguire o inseguire onde mediatiche e filoni tracciati. E la critica lo premia. Nel 2006 guadagna la nomination al David di Donatello come miglior regista esordiente e vince il Nastro d’Argento. Ora sta lavorando ad “Anime nere”, un film su un pezzo di Calabria, come tiene a sottolineare, ispirato all’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco (Rubbeffino editore) che con Munzi ha scritto il soggetto. «Per fare un buon film da un libro devi per forza “tradire” il libro stesso, altrimenti sarebbe come “rubare” la visuale dell’autore che non può mai essere identica alla tua. Quindi è necessariamente qualcos’altro rispetto alla narrazione che lo ha ispirato. In “Anime nere” ci saranno personaggi ingabbiati dalla loro famiglia, criminali e contigui. Racconteremo situazioni drammatiche in cui ciascuno troverà il proprio modo di vivere o meglio di sopravvivere. Il libro di Criaco è poetico, intenso; il film sarà sicuramente più crudo e con un finale inaspettato». Sui possibili nomi dei protagonisti Munzi non si pronuncia, ci sono contatti in corso, ma ancora il cast non è chiuso. Con lui stanno lavorando i calabresi Bernardo MigliaccioSpina e Vincenzo Caricari di Asimmetrici Film. «Cerco volti, prima di ogni cosa, che siano espressivi, perché ogni faccia porta con sé differenti “interpretazioni” – sottolinea – Cerco, soprattutto, la mia visione, la mia luce, sulle “anime nere” d’Aspromonte, naturalmente differente da quella dichiunque altro. Il mio compito non è fare una cartolina sulla Calabria, quanto scavarci dentro offrendo spunti per divertirsi (è anche questo il cinema), ma pure per riflettere e iniziare a porsi domande da punti di vista inediti». E aggiunge: «Poi, in questo caso, c’è un co-protagonista che ha già in sé tutte le caratteristiche che cerchiamo. È l’Aspromonte. Quello recondito, quello inaccessibile. Casalinuovo, Africo vecchio, ma anche Polsi e Roghudi. La geografia del- l’ambiente sarà un tutt’uno con la geografia interiore dei personaggi. I percorsi tortuosi della montagna, tra luci e ombre, sono gli stessi che accompagnano lo svolgersi della vicenda nell’anima dei protagonisti». Le riprese dovrebbero iniziare subito dopo l’estate, prima nella Locride, poi a Milano, infine in Sudamerica.

DI MARIA TERESA D’AGOSTINO

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