Papa Francesco sulla prostituzione: sono donne crocifisse e ridotte in schiavitù (ilmessaggeroitaliano.it)

di Antonio Curci, del 15 Agosto 2019

Aldo Buonaiuto

Donne crocifisse

La vergogna della tratta raccontata dalla strada

“Quando in uno dei venerdì della Misericordia durante l’Anno Santo straordinario sono entrato nella casa di accoglienza della Comunità Papa Giovanni XXIII, non pensavo che lì dentro avrei trovato donne così umiliate, affrante, provate. Realmente donne crocifisse”.

E’ quanto scrive Papa Francesco nella prefazione al nuovo libro di don Aldo Buonaiuto (Edizioni Rubettino) sulla prostituzione, pubblicata oggi su Repubblica. Un libro che affronta il tema sin dall’antichità ai giorni nostri, dal Codice di Hammurabi alla Legge Merlin.

Il Papa riferendosi alle donne che si prostituiscono le definisce “donne crocifisse”. Sono donne schiave di un male che troppo frettolosamente la società le etichetta come “quelle che svolgono il lavoro più antico del mondo”, quasi a voler giustificare l’esistenza di una pratica da sempre ritenuta irrisolvibile. Non c’è nulla che possa giustificare un corpo in vendita per soddisfare gli istinti più repressi di un maschio vizioso e incapace di amare.

“Qualsiasi forma di prostituzione – afferma Papa Francesco – è una riduzione in schiavitù, un atto criminale, un vizio schifoso che confonde il fare l’ amore con lo sfogare i propri istinti, torturando una donna inerme. È una ferita alla coscienza collettiva, una deviazione all’immaginario corrente. È patologica la mentalità per cui una donna vada sfruttata come se fosse una merce da usare e poi gettare. È una malattia dell’umanità, un modo sbagliato di pensare della società”.

E’ duro il Santo Padre verso chi crede che un essere umano possa essere messo in vendita da chi, spregiudicatamente, fa della criminalità una “fonte di guadagni illeciti e vergognosi”.

“Sono felice di poter far conoscere l’opera preziosa e coraggiosa di soccorso e di riabilitazione che don Aldo Buonaiuto, svolge da tanti anni, seguendo il carisma di Oreste Benzi. Ciò comporta anche la disponibilità ad esporsi ai pericoli e alle ritorsioni della criminalità”, ha affermato Bergoglio che poi conclude dicendo: “La corruzione è una malattia che non si ferma da sola, serve una presa di coscienza a livello individuale e collettivo, anche come Chiesa, per aiutare veramente queste nostre sfortunate sorelle e per impedire che l’iniquità del mondo ricada sulle più fragili e indifese creature”.

Giovanni Paolo Ramonda, Presidente della comunità di don Oreste Benzi, che ha scritto l’introduzione al testo, ha dichiarato “Siamo grati al Santo Padre per aver dato ancora una volta un significativo segno di vicinanza alla lotta contro questa schiavitù moderna. La battaglia contro la prostituzione fu iniziata da Don Oreste Benzi esattamente 30 anni fa, quando incontrando una prostituta alla stazione di Rimini, scopri l’oppressione che si nascondeva dietro la prostituzione. Una battaglia che la Comunità Papa Giovanni XXIII continua ancora oggi con oltre 100 volontari che tutte le settimane vanno lungo le strade per cercare di liberare queste donne”.

Don Aldo Buonaiuto è un sacerdote della Comunità Papa Giovanni XXIII. Da sempre, sulle orme di don Benzi, soccorre in strada e accoglie le giovanissime ex-schiave della tratta.

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