“Geopolitica dell’infosfera”, la presentazione (Eurocomunicazione.com)

di Elena Verduci, del 25 Aprile 2023

Paolo Savona, Fabio Vanorio

Geopolitica dell’Infosfera

L'eterna disputa tra Stato e mercato/individuo nel Nuovo Ordine Mondiale Digitale

Presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma il libro curato dal professor Paolo Savona insieme a Fabio Vanorio

Presso l’Università degli Studi Guglielmo Marconi di Roma si è svolta la presentazione del libro “Geopolitica dell’infosfera” curato dal professor Paolo Savona, presidente della Consob, insieme a Fabio Vanorio, capo del Centro interservizi amministrativi presso l’ambasciata d’Italia a Bruxelles. Diversi gli interventi, diversamente strutturati e orientati nel fornire valutazioni del contenuto del libro, edito da Rubbettino.

Analisi delle informazioni

In apertura, il professor Mario Morcellini dell’Università degli Studi Guglielmo Marconi ha evidenziato come “Geopolitica dell’infosfera” costituisca un elemento di cultura per ridimensionare l’angoscia individuale e collettiva, che, dal Covid a ora, ci ha fatto perdere lucidità. A fronte della paura che agisce sulla riduzione cognitiva, il libro fornisce un contributo fondamentale nell’analisi delle informazioni. Nel testo, grazie a un’argomentazione solida e semplice, il lettore si fa un’idea di come, ad esempio, in un evento catastrofico come il conflitto Russia-Ucraina ancora in corso, la conoscenza digitale abbia supplito a ridurre la sproporzione di forze in campo.

Morcellini ha evidenziato come viviamo in tempi che angustiano la nostra capacità di semplificazione di variabili. Non riusciamo a governare la realtà che abbiamo di fronte. Questo genera un Mondo in cui dobbiamo trovare strumenti sempre più lucidi di decrittazione di analisi e questo libro è un esempio straordinario di una riflessione sull’intelligence, sulla cyber security, ma soprattutto sulla crisi del Mondo e sul suo disordine.

Comprendere il Mondo

A seguire, il professor Mario Caligiuri, presidente della Società italiana di Intelligence e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria, ha enfatizzato come il libro diffonda la cultura di sicurezza e intelligence in chiave per leggere e comprendere il Mondo.

Il libro affronta argomenti complessi (innovazione tecnologica, diritto islamico, fisica quantistica, strategia, economia, filosofia e tanto altro ancora), ma ha l’intenzione di unire i ponti e cogliere i segnali deboli che non tutti intercettano."Geopolitica dell’infosfera" Questo volume affronta le trasformazioni furiose del nostro tempo e per capire dove va l’economia, ci fa capire dove va la tecnologia, con una visione ampia, globale e geopolitica, affrontando temi concreti come la supremazia quantistica, la guerra normativa, i gemelli digitali, e infine il metaverso, come catena di produzione e consumo di prodotti digitali.

Nella sua analisi, Caligiuri ha evidenziato tre spunti come più significativi:

  • l’esigenza di un contratto sociale-digitale;
  • il rapporto uomo-tecnologia (la tecnologia non sostituisce l’uomo, lo deve aiutare);
  • il rapporto Stato-mercato/individuo, dove lo Stato e il mercato schiacciano l’individuo.

In tale contesto, il libro evidenzia un paradosso come gli Stati autoritari siano avvantaggiati perché la globalizzazione favorisce le decisioni veloci che gli Stati democratici non sono in grado di garantire a causa della lunghezza dei processi deliberativi.

Supremazia tecnologica o cognitiva?

Il libro evidenzia come la mera ricerca di una supremazia tecnologica sia superata dalla corsa a quella cognitiva nella quale «la mente umana è il nuovo campo di battaglia nella geopolitica». Caligiuri conclude ponendo l’enfasi laddove gli Autori affermano che «grazie all’intelligenza artificiale gli Stati, oggi, possono esercitare una capacità di repressione a un costo minimo: è possibile ridurre le esigenze dello Stato di disporre di un apparato di difesa, intelligence e polizia, perlopiù ridondante e inefficiente, a rischio di ammutinamenti, ricatti e ostruzionismi interni. Nella pratica, l’intelligence è vista come un’opportunità, senza precedenti, per implementare nuove pratiche di monitoraggio».

Una prosa facile e informata

L’intervento del professor Fabio Bassan, ordinario di diritto internazionale dell’Unione europea presso l’Università Roma Tre, mescola accademia e contenuti del libro nel dibattito sottolineando come, con una prosa facile e informata, il libro tratti del rapporto tra Statomercato e individuo che non sono più ciò che erano. La loro relazione diventa grigia e tutto si interseca. In tal senso, anche Bassan sostiene la proposta del libro di un nuovo “contratto sociale” che accompagni l’evoluzione nel comprendere le tecnologie che hanno sovvertito l’ordine delle cose.

Oggi le imprese rappresentano ordinamenti privati che si evolvono sulla base dell’intelligenza artificiale da loro prodotta. A fronte di ciò, è il ruolo del legislatore che dovrebbe diventare fondamentale per definire il perimetro di etica. Le norme, invece, dal legislatore passano ad altri soggetti, autorità settoriali o tecniche che fondano i loro ragionamenti sulla standardizzazione. Alla discrezionalità della politica subentra l’automatismo; spesso diverso da quello delle macchine e simile a quello di poteri che decidono norme a cui il resto del Mondo dovrà adattarsi.

Soluzioni ibride

A fronte dei contenuti evidenziati, a cui se ne sono uniti altri altrettanto interessanti, è importante rilevare, come illustre mentore, la scelta del professor Savona di non commentare con un lungo intervento ma di lasciare la chiusura a Fabio Vanorio che ha ripercorso i contenuti principali degli interventi di tutti gli invitati, focalizzandone alcuni in maniera maggiore. In particolare, in accordo con quanto affermato da Bassan, ha rilevato come le dinamiche formate dall’interazione individuali nelle reti digitali portano, sul piano complesso, a proprie istituzioni, a propri ruoli all’interno della piattaforma e a rapporti fra le piattaforme medesime. In tal modo, è la piattaforma che decide la percezione della realtà, non più l’utente. Cosa è giusto e cosa è sbagliato non è più nel libero arbitrio dell’individuo, ritornando, in tal modo, a quanto prima evidenziato da Caligiuri relativamente alla ricerca della supremazia cognitiva e alla mente come nuovo campo di battaglia.

Nel libro gli autori parlano di soluzioni ibride uomomacchina, che portano l’essere umano all’aumento delle proprie capacità. Questo aiuta l’evoluzione della presente generazione, ma soprattutto di quelle future, con le quali abbiamo un debito in termini di porre le basi per un futuro progresso di cui loro possano godere i benefici e preparare a loro volta il terreno per le generazioni successive.

Dalla “novità” al “miglioramento”

L’autore ha rimarcato come, mentre sia diventata abitudine a pretendere il successo nella tecnologia come qualcosa di immediato, per seguirne l’evoluzione reale occorre cambiare mentalità e orientarla dalla “novità” al “miglioramento”. Costanza e curiosità portano l’uomo a sperimentare il Mondo, a prendere migliori decisioni e a trasformare gli Stati. Questo è il pattern principale che, secondo Vanorio, ha costituito la base nella creazione del libro, nella scelta di quali argomenti trattare. In questo arduo vagare nel buio dell’infosfera, gli autori si sono lasciati guidare dalla comune consapevolezza di volersi e doversi preparare al futuro, vivendolo, studiandolo, osservandolo, monitorandolo e confrontandolo. In tal modo hanno creato quella “torcia nel tunnel” delle trasformazioni digitali che il libro vuole rappresentare.