Il profeta scandaloso: un ritratto politico di Pasolini a cent’anni dalla nascita (Loccidentale.it)

di Francesca Di Rocco, del 3 Marzo 2023

Il profeta scandaloso

Pier Paolo Pasolini nel centenario della sua nascita e oltre...

a cura di Stefano Fassina e Gaetano Quagliariello

Il 2022 ha visto le celebrazioni del centenario dalla nascita di Pier Paolo Pasolini. Molte città italiane lo hanno ricordato con mostre monografiche dedicate alle sue opere letterarie o cinematografiche. Su tutte, sicuramente Bologna e Roma, rispettivamente la sua città d’adozione e quella d’elezione.

Ora esce un volume, Il profeta scandaloso (Rubbettino 2023), curato da Gaetano Quagliariello e Stefano Fassina, che traccia una ritratto tutto politico di Pasolini. Il libro raccoglie gli interventi tenuti nel corso di due eventi, il primo organizzato da Fondazione Magna Carta e il secondo dal gruppo di Liberi e Uguali, nel corso del 2022. Tra gli interventi raccolti quello di Dacia Maraini (a oggi, una delle poche persone amiche di Pasolini ancora in vita) ed altri di Eugenia Roccella, Ferdinando Adornato e Ascanio Celestini. Ognuno di questi protagonisti della vita politica e culturale italiana ha voluto celebrare il grande intellettuale, mettendo in luce alcuni dei punti più controversi e inaspettati del suo pensiero.

Pasolini figura chiave del Novecento italiano

Pasolini è stato uno degli intellettuali più acuti e profetici del Novecento. Un uomo combattuto di fronte alla rinascita dopo gli orrori della guerra e i primi vagiti della globalizzazione. Sin dagli anni Sessanta colse la deriva culturale italiana e si fece voce di una forma illuminata di passatismo che denunciava “sono cominciate a scomparire le lucciole. Sono ora un ricordo, abbastanza straziante, del passato: e un uomo anziano che abbia un tale ricordo, non può riconoscere nei nuovi giovani se stesso giovane, e dunque non può più avere i bei rimpianti di una volta”. Una metafora molto forte del cambiamento non solo ambientale ma anche sociale della Penisola.

Altissimo nella sua Divina Mimesis, vicino ai “ragazzi di vita” e ai borgatari, criptico e crudele in Salò, grandissimo estimatore del gioco del calcio (“Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l’unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”), Pasolini racchiude una complessa individualità. Una mente eclettica, una penna tagliente e indagatrice, ma anche delicata come le setole di un pennello (fra i moltissimi talenti, egli era anche un abile pittore ), Pasolini sfugge a ogni incasellamento. Come lui stesso ebbe a dire, il compito dell’artista è quello di creare qualcosa di irriconoscibile e non riconducibile a niente che fosse già stato realizzato in passato.

Il “profeta scandaloso”

La poliedricità di Pasolini, la sua incredibile abilità di insinuarsi con successo in vari comparti dell’arte, si manifesta anche nelle sue riflessioni. Riflessioni non solo di carattere estetico, letterario, filosofico, cinematografico, ma anche politiche, sociologiche ed economiche. Il Profeta scandaloso, il libro pubblicato da Rubbettino che sarà in libreria dal prossimo 9 marzo, testimonia questa complessità. Gli interventi raccolti nel volume indicano una distanza, per visioni sociali e politiche, degli autori che però sembrano concordare su un punto. Voler ribadire che la grandezza del poeta risiede nella sua lucida ‘intersezionalità’.

Un paradosso interessante, dunque. Pasolini, iperpolitico, raccoglie consensi trasversali proprio per l’ampiezza del suo sguardo, mai banale e mai ciecamente schierato. Leggendo il volume, si passa dall’approdo al PCI all’avvicinamento ai Radicali, dalla questione dell’aborto al suo ritratto più umano. Certamente è questo, il ricordo che ci porteremo per sempre di Pasolini. Lo sguardo gentile, celato da un paio di lenti scure, il corpo snello da calciatore, e la mente brillante che aveva incarnato il suo stesso invito: “Ti diranno di non splendere. E tu splendi, invece”.