Le ricette di Pacciardi (Il Sole 24 Ore)

di Stefano Folli, del 10 Aprile 2012

Da Il Sole 24 Ore – 08 aprile 2012
Si chiede Paolo Palma, bravo giornalista e storico, perché un personaggio come Randolfo Pacciardi, uno dei padri della Repubblica, sia quasi stato dimenticato. Eppure in vita fu l’«ultimo mazziniano», definizione romantica che dice molto dell’uomo: spirito risorgimentale, pensiero e azione, nemico di ogni totalitarismo.Pacciardi fu comandante della Brigata Garibaldi in Spagna a fianco dei repubblicani; tentò senza successo a New York di organizzare una colonna italiana che affiancasse gli alleati nello sbarco in Normandia (operazione riuscita a De Gaulle: ma erano diverse le circostanze); nel Dopoguerra, collaborando con De Gasperi, ricostruì le Forze Armate distrutte dalla disfatta bellica e dall’8 settembre. Personaggio stimolante e controverso al quale Palma dedica un profilo politico che dice molto dell’uomo e anche degli snodi del dibattito pubblico fra la crisi del centrismo e l’avvento di un centrosinistra che Pacciardi non riuscì mai ad accettare, fino a immaginare un nuovo movimento anti-partitocratico capace di riunire i delusi di ogni bandiera, compresa l’estrema destra. Nella parabola esistenziale dell’ex combattente di Spagna, amico di Hemingway e Malraux, interlocutore dei grandi antifascisti, da Salvemini a Sforza, quella non fu certo la pagina più brillante. Eppure Pacciardi aveva intuito temi che anticipavano la discussione infinita sulle istituzioni e sul rafforzamento della democrazia malata. Il termine «partitocrazia», coniato da Roberto Lucifero e reso noto dagli studi di Giuseppe Maranini, fu portato proprio da Pacciardi nel fuoco della contesa politica. A lui si devono i tentativi di accelerare l’avvento in Italia dell’alternanza, alla luce dell’esperienza costituzionale americana e del gollismo in Francia. Sempre, va detto, in chiave anti-comunista. Le sue erano ricette premature, nella migliore delle ipotesi, oppure più semplicemente non adatte all’Italia di oggi, come gli eventi dimostreranno. Ma anche per questo ii vecchio mazziniano merita di ritrovare il suo posto nella storia.

Di Stefano Folli

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