Salone del libro: tra Cile e Calabria, serata di gala a Venaria

di Mauretta Capuano, del 16 Maggio 2013

(ANSA) – TORINO, 15 MAG – Omaggio al Cile, paese ospite d’onore della 26/ma edizione del Salone del Libro di Torino, con la sua letteratura “della libertà e della lotta per la libertà” e alla Calabria prima regione ospite, con una mostra dedicata a Mattia Preti stasera alla serata di gala alla Reggia di Venaria, che anticipa l’apertura di domani con il ministro dei Beni culturali Massimo Bray. Assente il sindaco di Torino e presidente dell’alto comitato di coordinamento, Piero Fassino, per improvvisi impegni amministrativi, a fare gli onori di casa Rolando Picchioni, presidente del Salone ed Ernesto Ferrero, direttore editoriale, con Jorge Edwards, scrittore e ambasciatore del Cile in Francia, Fabrizio Del Noce, presidente della Venaria e l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Michele Coppola. Prima dell’inaugurazione, nella visita in anteprima nella mostra dedicata a Mattia Preti, di cui Vittorio Sgarbi è curatore, il critico ha sottolineato come l’artista calabrese del Seicento “renda un omaggio continuo e durevole a Caravaggio” e ha definito Preti “il più caravaggesco dei caravaggeschi”. Nella sua lunga prolusione sul Cile, Edwards ha spiegato:”Come tutti sanno, abbiamo vissuto un periodo politico oscuro, ma gli scrittori e i giornalisti non si sono mai rassegnati alla repressione intellettuale. Ci siamo organizzati, abbiamo lottato contro la censura, sfruttando tutti gli appoggi internazionali possibili e abbiamo ottenuto risultati importanti pure in piena dittatura”. “È per questo – ha continuato – che il Cile, adesso, aspira ad avere una relazione culturale più profonda con l’Italia”. Ferrero ha messo in rilievo fra le affinità che legano Cile e Piemonte “la marginalità geografica: il Cile rispetto all’America latina, il Piemonte rispetto all’Italia. Quella marginalità che facilita la concentrazione e l’impegno, che stimola la curiosità di sapersi aprire agli altri”. E poi ha invitato a reagire alla “pigrizia, alla paura e all’egoismo e a combattere tutti insieme per una società in cui il figlio di Roberto Bolano e con lui i nostri figli possano vivere senza maledire i loro padri. Se siamo qui stasera e nei prossimi giorni al Lingotto è per affermare la necessità di uscire in campo aperto e combattere la giusta battaglia, avendo come sola arma i libri che amiamo, e i molti che dobbiamo ancora scoprire”. Un riferimento anche ai Savoia di cui appaiono, secondo Ferrero, “modernissime due grandi intuizioni: investire in cultura e curare la comunicazione”. Durante la serata grande omaggio con ‘Canto che amavi’, uno spettacolo organizzato dalla Marcos y Marcos, a Gabriela Mistral, la prima donna latino americana a ricevere il Nobel per la letteratura nel 1945. L’editore calabrese Florindo Rubbettino, che pubblica la monografia dedicata a Mattia Preti, a cura di Vittorio Sgarbi, ha spiegato con orgoglio: “È la Calabria culturale che molto spesso non è sotto i riflettori quella che portiamo a Torino con questa mostra straordinaria e con tutte le miriadi di iniziative che si svolgeranno in questi giorni. Il nostro libro su Preti non è il catalogo della mostra, ma la più completa pubblicazione con tutte le opere dell’artista, di sicura attribuzione”. Fra le altre iniziative Rubbettino ha citato le presentazioni dei libri di Giovannino Russo, ‘Nella terra estrema’, con Paolo Mieli, un altro di Giuseppe Galasso sulla Calabria spagnola e un viaggio nella musica popolare del Sud con ‘Ninco Nanco deve morire’ di Eugenio Bennato.

Di Mauretta Capuano

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