La triste parabola dei manettari (Panorama)

di Annalisa Chirico, del 2 Ottobre 2014

Da Panorama del 2 ottobre

Da grande accusatore a grande inquisito. Nelle vesti di pm a Catanzaro assicura che la politica non gli interessa affatto, ma nel 2009 cambia idea e si fa eleggere europarlamentare nelle file dell’Idv. Assicura che porterà a termine il mandato, ma nel 2011 cambia idea e lascia Strasburgo per «scassare» alla guida della «rivoluzione arancione partenopea». A vedere Napoli com’è combinata, s’intuisce che il sindaco va preso in parola. Due cronisti di razza come Gianmarco Chiocci e Simone Di Meo gli dedicano una Biografia non autorizzata (Rubbettino) che passa al setaccio le clamorose inchieste finite nel nulla per le quali, raccontano ì due, sarà presto ribattezzato «Giggino ‘o flop». Esiste persino un’associazione vittime di de Magistris: e non è uno scherzo. L’inchiesta Why not, che oggi costa al sindaco di Napoli una condanna di primo grado per abuso d’ufficio a un anno e tre mesi, è quella che aveva dato il colpo di grazia al già traballante governo di Romano Prodi: de Magistris, nella sua lotta senza quartiere ai poteri forti, non ha certo paura d’indagare l’allora premier (che ne uscirà completamente pulito nel 2009). Con lui oggi viene condannato anche il consulente informatico Gioacchino Genchi, reo di avere acquisito illegalmente i dati telefonici di migliaia di persone. Adesso che, per via della legge Severino, potrebbe essere estromesso da Palazzo San Giacomo, il sindaco si paragona al «Totò Riina della magistratura» e invoca le dimissioni dei giudici, autori di una «sentenza politica»: un linguaggio che certo non si addice all’ex pm, convinto che le sentenze dovessero riscrivere le carriere politiche e la vita democratica del Paese. Sembrano lontanissimi i tempi in cui, era il 2007, de Magistris intratteneva i colleghi europarlamentari affiancato dai suoi sostenitori di allora, Beppe Grillo e Marco Travaglio, che oggi l’ha abbandonato come l’altro amico, Antonio Ingroia (vedere accanto). «Se mi tolgono l’ufficio farò il sindaco per strada» annuncia oggi. Non è detto, Giggino, che l’accoglienza lì sarà migliore.

Di Annalisa Chirico

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