Anime Nere di Francesco Munzi e la vittoria di ben nove david di Donatello. Perchè? (It.blastingnews.com)

di Elisabetta Marchetti, del 6 Luglio 2015

Da It.blastingnews.com

Perché una vittoria così clamorosa, ben nove David di Donatello, per un film verso cui solo a guardare quella locandina non si può che provare un tremito? Non ci sono dubbi, tutti i nove David meritati, giustamente. E che cosa questa storia produce nell’animo dello spettatore? La sensazione che al di là di tanti orpelli, la struttura profonda dell’animo umano sembri inamovibile e sottoposta a condizionamenti secolari. Perchè Anime Nere ha vinto 9 David di Donatello ? Sono tre i fratelli di questa storia nera, Luciano, Luigi e Rocco. Tre fratelli legati dal sangue e da un destino tragico. Dei tre l’unico che non vuole avere contatti con la ndrangheta è Luciano, gli altri due hanno costruito la loro fortuna sul traffico di droga. Il capo è quel Luigi dall’aria perfettina, con grande casa lussuosa a Milano e bella moglie; l’altro, Rocco, è il corriere, che stringe rapporti commerciali con le cosche colombiane e percorre per lungo e per largo l’Europa.
Ma il figlio di Luciano un giorno spara sulla saracinesca di un negozio di un uomo protetto da un clan rivale, il capoclan chiama il padre e gli chiede di rimproverare il figlio, nulla di più. Sembrerebbe un niente, eppure da questo niente si scatena la faida.
Africo, sull’Aspromonte, è il luogo dove si svolge la storia e dove il regista Francesco Munzi gira la maggior parte delle scene, quelle di Milano sono girate nei grattacieli nuovi intorno a Piazza Gae Aulenti. Già l’abisso profondo tra i due luoghi è metaforico.
Il film è tratto dal Romanzo di Gioacchino Criaco, edito nel 2008.
Tutto il film nasce dall’omonimo romanzo di Gioacchino Criaco, edito nel 2008 presso Rubettino, e quello che viene raccontato è la storia di una faida. Ma al di là della bellezza delle immagini, del commento musicale, della scioltezza del montaggio quello che fa riflettere è l’inamovibilità dell’animo umano, quasi come se sotto una scorza mutevole con le mode e i tempi, albergasse un nocciolo duro che travalica tutto e trascina nella vendetta anche il più pulito, quel Luciano che mai aveva voluto essere coinvolto nei traffici criminali, che a fatica sopportava quelle riunioni di famiglia che erano solo l’occasione per decidere colpi e alleanze criminose, e che ciononostante si vede ammazzare il figlio Leo.
Sottile e tremendamente fatale il tradimento che si consuma alle spalle di Leo. No, non esistono amicizie, chi ti sembra amico ha già preso accordi col capoclan rivale e trama alle spalle. Nera dunque la storia, ma nero l’animo umano ed i luoghi, contraltare tragico di queste anime, risplendono di luci proprie solo raramente, magari quando vedi un gregge pascolare in primavera sulle spiagge deserte e infinitamente belle della Calabria. I David vinti risultano essere come miglior film, miglior regista, migliore sceneggiatura, miglior autore della fotografia, miglior canzone originale, miglior musicista, miglior montatore, miglior fonico di presa diretta, miglior produttori.

Di Elisabetta Marchetti

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