«Così veniva mantenuto il business dell’immigrazione» (ilpiacenza.it)

di Gianfranco Salvatori, del 23 Ottobre 2020

Massimo Polledri

I misteri del Mediterraneo

Il libro inchiesta sulle ONG

Il quotidiano “Libero” lo ha definito un “prezioso volumetto rivelatore” sulla gestione, non sempre trasparente, dell’immigrazione. Il medico piacentino Massimo Polledri – due volte eletto alla Camera e una al Senato sotto il vessillo della Lega Nord, mentre l’ultima esperienza è stata quella di assessore nella Giunta Barbieri dal 2017 al 2018 – si è tolto il camice e ha indossato panni del cacciatore di documenti (oggi si direbbe fact checking) scoprendo che – dati alla mano – dietro alla complessità e all’enorme dramma dell’immigrazione clandestina esiste un grande business e rapporti politici tra Italia, Europa e Ong (Organizzazioni non governative), tutt’altro che trasparenti. Al centro c’è l’operazione Sophia (varata dalla Ue nel giugno 2015 e chiusa nel marzo 2020) che avrebbe dovuto combattere il traffico di uomini, ma che in realtà non è stata in grado di contrastare alcunché.

Polledri, 59 anni, è l’autore del libro “I Misteri del Mediterraneo”, con prefazione del direttore editoriale di Libero, Vittorio Feltri, edito da Rubbettino. Un testo che ha la sua spina dorsale nei documenti delle audizioni parlamentari e in quelli riservati pubblicati da Wikileaks, oltre alla testimonianza di volontario – un imprenditore che opera nella sicurezza in mare – che svelano gli ingranaggi che nemmeno i fautori delle due parti in conflitto – «accogliamoli tutti» o «rimandiamoli a casa loro» – conoscono.

Il libro sarà presentato lunedì 26 ottobre, alle 17.45, all’Auditorium, con il senatore della Lega, Andrea Ostellari, il giornalista Renato Farina della Fondazione. Il dibattito sarà moderato dal direttore di “Libertà” Pietro Visconti. Per motivi di sicurezza è necessari al distanza e il numero di posti sarà limitato (info al numero 338 9702537).

– Polledri, come nasce questo libro?

«Il libro nasce da un documento segreto, ormai sconosciuto, che è il rapporto dell’ammiraglio di divisione Enrico Credendino sulla situazione del Mediterraneo e sul ruolo delle Ong. Il rapporto, pubblicato e mai smentito, fa luce sulle Ong, su ruolo degli scafisti e su quello della Marina Militare impegnata nell’operazione Sophia».

– Che cosa vuole dire a chi lo ha letto o lo leggerà?

«Ho cercato di portare il mio contributo ad una maggiore chiarezza su come sono le cose nella questione dell’immigrazione. Auspico che il mio libro aiuti tanti a farsi una propria idea su fatti concreti, senza preconcetti e con la voglia di comprendere quello che ci è stato raccontato dai media in modo strumentale».

– Che cosa esce da queste pagine?

«Ad esempio, che le Ong venivano in qualche modo legittimate ad agire come poi hanno fatto, senza un mandato, senza obblighi, agendo ai limiti o oltre la legalità. Perché ricordiamo che collaborare con gli scafisti è reato».

– Ma Sophia era nata proprio per questo …

«Certo, avrebbe dovuto contrastare il traffico illegale di persone. Credendino (comandante delle operazioni, ndr) ascoltato in audizione alla Camera rivela che tra gli obiettivi ci sarebbe dovuto essere il presidio del Mediterraneo, il salvataggio in mare come previsto dalle leggi, ma anche l’ingresso in acque libiche e lo sbarco di militari per gestire la lotta all’immigrazione clandestina. Nulla di questo si è realizzato. Oggi la missione continua sotto un’altra forma, per il controllo del traffico di armi».

– Che cosa è mancato in quell’operazione?

«Alcune Ong non hanno sottoscritto il patto che prevedeva la segnalazione degli scafisti, nave doveva essere affondata subito dopo salvataggio, mai fatto».

– Ma c’è davvero il business dell’immigrazione clandestina?

«Proprio dalle carenze della missione, nasce il grande business. Basti pensare che la Ong di Carola Rackete in due mesi ha introitato 186mila euro. Intorno alle diverse Ong c’è poi una industria della donazione sostenuta da una intensa campagna di web marketing, fatta dalle Ong stesse, con foto, video e comunicati».

– Un quadro inquietante che lascia intravedere un “pactum sceleris” …

«C’è un interesse comune, un patto non scritto tra scafisti, Ong, Ue, Governo italiano. Basti pensare che un terzo del Pil della Cirenaica è prodotto da redditi provenienti dagli scafisti. Ma anche il governo Serraj è responsabile di tutto questo».

– Insomma, Sophia ha ottenuto scarsi risultati …

«La Missione Sophia è abortita nell’assistenzialismo. Il rapporto con le Ong è consolidato: le barche di salvataggio spengono il trasponder vicino alle acque libiche. Che ci sia un business lo dimostra il fatto che le famose, e tragiche, boat people vengono vendute su siti cinesi di e-commerce».

– Altro che regolare l’immigrazione e combattere gli scafisti criminali.

«La situazione è fotografata nei dati: nel 2017, si passa, considerando il futuro impegno di Minniti e di Salvini, da 19mila sbarchi a 198mila dell’anno precedente (oggi, dati ministero dell’Interno, gli sbarchi sono 26.659 contro i 9.388 del 2019, ndr)».

– Intanto, da noi si litigava sull’accoglienza e sui presunti aiuti dell’Europa, con risultati fallimentari.

«Ci sono interessi forti e consolidati. Occorre capire come sono strutturate e qual è il vero lavoro delle Ong. nel libro c’è la testimonianza di un “infiltrato”: i volontari erano arrabbiati perché il loro superiore percepiva 10mila dollari al mese».

– Che soluzione propone?

«Sarebbe bello che la politica portasse il contributo del libro in Parlamento e chiedesse spiegazioni su questo rapporto segreto tra Ong, Ue e Governo Italiano, che ha tirato per la giacchetta la Marina Militare. Purtroppo, manca la volontà di agire per risolvere il problema. Se ne parla, ma solo tra gli schieramenti opposti, tra chi dice “o tutti dentro o tutti fuori».

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