Mussolini prima del duce, il giornalista rivoluzionario (Il Giorno)

del 24 Febbraio 2014

da Il Giorno (Ed. Milano) del 23 febbraio

Fu il giovane e irrequieto Mussolini a tradire il socialismo o lo stesso Psi con la sua incoerenza a tradire gli ideali di libertà e giustizia sociale? È solo una delle domande cui in tanti hanno provato a dare una risposta, per fare luce sui coni d’ombra della vita del futuro Duce, nel controverso periodo storico a cavallo della prima guerra mondiale. «Il compagno Mussolini» (Rubbettino editore) è l’opera scritta a quattro mani dal direttore de Il Giorno, Giancarlo Mazzuca e dal giornalista e saggista Nicholas Farrell, presentata ieri a Bergamo, nella sede dell’associazione Torquato Tasso, presieduta da Demetrio Polimeno, in un affollato incontro cui hanno preso parte gli autori, insieme a Vittorio Feltri, curatore della prefazione dell’opera, allo storico Marco Cimmino e a Enzo De Canio, presidente dell’associazione «Alle radici della comunità».

Documentazioni inedite e passaggi cruciali per diradare la nebbia sulla figura del Duce nei suoi anni socialisti. «Sono romagnolo, curioso e attento alle vicende della mia terra – ha esordito Mazzuca -. L’idea del libro, direi un pregio, è sdoganare la figura del primo Mussolini socialista, un tabù che ha resistito per anni. Un altro pregio è probabilmente la creazione di un collegamento tra il primo socialismo di Mussolini e le evoluzioni successive. Nel libro io e Farrell dimostriamo che l’ultimo Mussolini conserva le idee sognate nella gioventù. Molte foto inedite e documenti spiazzanti».

Il libro di Mazzuca e Farrell rivela che, in un momento traumatico del conflitto mondiale, subito dopo Caporetto, Mussolini ricevette dai servizi segreti britannici finanziamenti per «Il Popolo d’Italia». Un attivismo non del tutto inatteso, visto che già nel 1910 il giovane Benito, segretario della Federazione socialista di Forlì, era noto come rivoluzionario. La formazione e la militanza rivoluzionaria di Mussolini diventano pertanto una chiave di lettura per capirne l’evoluzione. Farrell ha chiarito: «Il libro prende come spunto i primi cento anni della guerra mondiale e si affianca di fatto alla mostra allestita a Predappio nella casa natale di Mussolini. Mostra basata sul più importante archivio privato in materia, di proprietà del predappiese Franco Moschi».

L’opera vuole appunto dimostrare, nelle intenzioni degli autori, la «continuità» tra il socialismo e il fascismo di Mussolini. Vittorio Feltri ha apprezzato le finalità dell’opera e non ha lesinato qualche battuta al veleno: «Mazzuca è un profondo conoscitore della storia, mentre Farrell è un geniaccio, raffinatissimo scrittore e appassionato ricercatore di documenti su Mussolini. È sempre riuscito a dare interpretazioni originali, ma assai vicine alla verità. Da sempre, ciò che era stato scritto sul Duce era fatalmente vi z i a t o da una visione cabarettistica, da macchietta, dell’uomo».

di Gerardo Fiorillo

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